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Bernanke ammette che ha sbagliato e, implicitamente, che LaRouche aveva ragione

9 settembre 2010 (MoviSol) - Nella testimonianza di fronte alla Commissione di Inchiesta sulla Crisi Finanziaria del Congresso, il capo della Federal Reserve Ben Bernanke ha ammesso implicitamente che LaRouche aveva ragione e che egli aveva torto, quando, nell'estate-autunno 2007, LaRouche sostenne che si era in presenza di una crisi generale da tracollo dell'intero sistema monetario-finanziario mondiale, una crisi che non era limitata agli Stati Uniti anche se politicamente su di essi si concentrava.

Il 2 settembre, quando Douglas Holtz-Eakin ha chiesto a Bernanke come mai avesse assicurato al Congresso, nel 2007, che la crisi sarebbe stata "contenuta e non si sarebbe allargata", il capo della Fed ha risposto che le sue affermazioni si basavano "sull'osservazione secondo cui anche in scenari molto negativi, le perdite totali nei mutui subprime a tassi flessibili, per esempio, sarebbero difficilmente state più di 300 o 400 miliardi di dollari, che naturalmente sono un sacco di soldi, ma paragonati ai mercati finanziari, dove ci sono 60 trilioni di dollari di valore in titoli sui mercati di tutto il mondo, si tratta di una somma veramente minuscola. Insomma, la perdita di 300-400 miliardi di valori finanziari non farebbe quasi alcun danno all'economia mondiale".

"Ma ciò che avvenne è che il sistema finanziario aveva queste vulnerabilità e debolezze, di cui ho parlato oggi nella mia testimonianza. E quello che era un fattore relativamente piccolo nello schema delle cose ha scatenato queste debolezze e ha condotto ad una crisi molto più grande. Per cui, quello che non avevo riconosciuto quando pensai e dissi che questa crisi era limitata, è che mi basavo sul presupposto che le perdite sarebbero state, diciamo, gestibili. Non capii le dimensioni dei difetti e delle debolezze del sistema, che avrebbero amplificato lo shock iniziale dei subprime e lo avrebbero trasformato in una crisi molto più ampia".

Tuttavia, ben prima che Bernanke agisse sulla sua stima completamente sbagliata della situazione, Lyndon LaRouche aveva drammaticamente e inequivocabilmente dichiarato, nel corso di una conferenza internazionale il 25 luglio 2007, che "Il sistema finanzario-monetario mondiale si trova attualmente nel processo di disintegrazione. Non c'è possibilità di un non-collasso dell'attuale sistema: nessuna! È finito! L'attuale sistema finanziario non può continuare ad esistere sotto alcuna circostanza, sotto alcuna presidenza, sotto alcuna leadership o leadership di nazioni. Solo un cambiamento fondamentale e repentino nel sistema impedirà un collasso nella forma di una reazione a catena. Non ne conosciamo la rapidità, ma il collasso ci sarà e sarà inarrestabile".

Così, ha commentato LaRouche il 4 settembre, "Bernanke ha ammesso che sbagliava quando, chiunque fosse colui che egli contraddiva, ignorò i miei avvertimenti. E quanto io preannunciai, è avvenuto esattamente come io l'avevo preannunciato".

L'errore di Bernanke ha condotto il mondo a salvare i mercati finanziari con misure iperinflazionistiche, una politica che è stata rinnovata con le ultime decisioni di politica monetaria e sancita al meeting dei banchieri centrali a Jackson Hole, alla fine di agosto. Prima la Fed, come abbiamo riferito (cfr. Strategic Alert Service 35/10), ha annunciato nuove misure "non convenzionali" per continuare a rifornire le banche di liquidità; poi la BCE, alla sua riunione mensile il 2 settembre, ha annunciato l'estensione delle misure di sostegno di emergenza fino al 2011 inoltrato.

Il presidente della BCE Jean-Claude Trichet, in risposta ad una domanda dello Strategic Alert Service, ha dichiarato di essere "in pieno accordo" con la politica di Bernanke. Il condirettore del Strategic Alert Service, Claudio Celani, gli aveva chiesto "che faccia ha fatto Mr. Bernanke" quando Trichet, a Jackson Hole, ha parlato di "suggerimenti di inflazione a sorpresa" e persino del pericolo di "iperinflazione", e Trichet ha negato che Bernanke promuovesse tale soluzione. "Penso che noi [io e Ben] siamo completamente d'accordo su questo, francamente; pieno accordo, e non abbiamo alcuna riserva".

Contrariamente a tali affermazioni, i fatti parlano una lingua diversa. La BCE continuerà ad offrire liquidità illimitata a una settimana e un mese almeno fino al 18 gennaio. Essa offrirà anche prestiti a tre mesi in ottobre, novembre e dicembre, a tassi legati alla media del benchmark BCE nell'arco della scadenza del prestito. Quando i giornalisti hanno fatto notare che questo sembra proprio un'espansione di liquidità, Trichet si è arrampicato sugli specchi dicendo che la BCE ha già pianificato tre "operazioni di fine-tuning" nei prossimi tre mesi per ritirare la liquidità. Ma la BCE ci ha ormai abituati ai frequenti "contrordine compagni".


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