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Nerobama attacca la ricerca sulla fusione nucleare, la torcia del progresso

15 settembre 2010 (MoviSol) - Due giorni fa, come per ribadire il suo odio personale verso il progresso scientifico, il presidente Obama ha colto l'occasione offertagli nella Contea di Fairfax (Virginia) da una discussione con alcuni rappresentanti delle piccole imprese, per attaccare la ricerca sulla fusione nucleare, presa di mira tra le altre "nuove tecnologie" di cui gli Stati Uniti, a suo giudizio, non avrebbero bisogno.

L'uscita di Obama si ricollega direttamente al suo tentativo, oltraggioso e tipico di un traditore, di spegnere definitivamente il programma americano di esplorazione umana dello spazio extraterrestre, tentativo ben documentato nel bilancio preventivo della NASA per l'anno 2011.

Rispondendo ad una domanda sulla "conservazione dei beni storici" Obama si è affrettato a definirsene un "grande sostenitore". Ha proseguito dicendo "che non soltanto dovremmo pensare alla conservazione dei beni storici, ma dovremmo pensare ai nostri parchi nazionali, alle nostre foreste. [...] C'è un tesoro, che ereditiamo dalle generazioni che ci hanno preceduti, risalente a Teddy Roosevelt…"

"Ora, però, c’è ancora un punto di cui vorrei parlare. Lei stava parlando di come il rinnovamento [edilizio] spesso generi più posti di lavoro rispetto alle nuove fabbricazioni. Un'idea simile è nel pensare a come possiamo rendere gli edifici esistenti e le nostre abitazioni più efficienti in termini energetici, poiché si scopre che potremmo ridurre di circa un terzo il nostro consumo energetico soltanto grazie all'efficienza. Non avremmo bisogno di nuove tecnologie. Non avremmo bisogno di inventare nuove fantasticherie come la fusione nucleare o simili..." (enfasi nostra)

Una tale affermazione dimostra sia l'incompetenza di Obama che la sua mancanza di senno. Evidentemente gli manca la minima comprensione del ruolo che svolgono le scoperte scientifiche e tecnologiche nell'avanzamento della produttività umana e del progresso in generale. Forse il signor "Yes We Can" si oppone al progresso riflettendo il volere di chi lo controlla, gente dall'accento britannico che punta da decenni alla soppressione dei programmi ad alta tecnologia, sapendo bene che si avrebbe un genocidio.


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