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La dissoluzione del Belgio è un test per il resto d'Europa

17 settembre 2010 (MoviSol) - Il cartello bancario Inter-Alpha promuove lo smembramento degli stati nazionali per schiacciare la resistenza sovrana alle sue politiche. Piani in tal senso furono concepiti già all'epoca di Churchill, ma le varie opzioni tentate dal Federalismo Europeo e dall'Europa delle Regioni di Denis de Rougement furono respinte dagli Stati Uniti.

Oggi il Belgio funge da banco di prova per l'UE. Già nel 1979 Luc Wauters, allora CEO della belga Kriedietbank (KBC), fondatrice del Gruppo Inter-Alpha, ordinò uno studio segreto sullo smembramento del Belgio. Dopo l'adozione del Trattato di Maastricht nel 1992 il piano fu attivato. Ispiratosi all'ideologo britannico Cyril Northcote Parkinson, l'eurofilo magnate della birra olandese Freddy Heineken pubblicò una mappa di "Eurotopia", composta di settantacinque mini-stati con dimensioni demografiche omogenee (5-10 milioni). Nel 2000, quando fu introdotto l'euro, la stessa tesi fu pubblicizzata dagli economisti del MIT Alesina e Spolaore, i quali scrissero nel libro La dimensione delle nazioni (2003) che "l'integrazione economica" favorisce "la disintegrazione politica".

In Belgio, il libro divenne la "bibbia" del club De Warande, che rappresenta l'associazione dei datori di lavoro e pubblicò nel 2005 un manifesto a favore delle "Fiandre indipendenti in Europa". Il presidente del club è Remi Vermeiren, ex CEO di KBC. Altri membri del club sono Johan van Gompel, economista di KBC Asset Management, e Jacques Stockx, capo della divisione ricerche di KBC che fece lo studio segreto sullo smembramento nel 1979.

Un altro membro autorevole del club è l'economista di Anversa Jan Jambon, ora capogruppo parlamentare del partito separatista fiammingo Nieuw-Vlaamse Alliante (N-VA) che alle elezioni del 13 giugno scorso è diventato la principale forza politica del Belgio. Jambon è il principale consigliere economico del leader del N-VA Bart de Wever, che sostiene che tra le Fiandre e l'Europa, "il Belgio evaporerà".

Alla fine di luglio, la londinese Bedlam Asset Management ha pubblicato un rapporto chiamato "Addio Flanonia" (contrazione dei nomi Fiandre e Wallonia). Mentre appoggia la separazione, il rapporto ammonisce sul pericolo di un'insolvenza sovrana che si materializzerebbe verso la fine del 2012. "Il problema ora, come per le coppie che divorziano, è come dividere la proprietà, ovvero, nel caso del Belgio, il suo debito sovrano".

I negoziati tra i separatisti e i socialisti sulla concessione di maggiore "autonomia" alle regioni implicano trasferire il potere di prelievo fiscale dallo stato belga alle regioni. Però, come ha sottolineato l'economista fiammingo Paul de Grauwe, in un caso del genere, le regioni devono anche sobbarcarsi una quota del debito nazionale, che ammonta a 400 miliardi di euro. Secondo il rapporto di Bedlam, "il debito nazionale dovrebbe probabilmente essere suddiviso in quote del 35 e del 65 per cento: trentacinque ai fiamminghi e sessantacinque ai valloni". Per cui, "la relativamente povera Vallonia non riuscirebbe a servire quasi 260 miliardi di euro di debito nazionale", mentre "le ricche Fiandre emergerebbero con un surplus di bilancio".

Come risultato, il rapporto ammonisce contro conseguenze indesiderate se la Francia, l'Olanda e l'UE non agiranno con tempismo mentre la nazione "si disfa". Si dovrebbe decidere in fretta se la Vallonia sarà assorbita in una "Grande Francia" o diventerà uno stato cliente di Parigi, e se le Fiandre staranno da sole o si uniranno all'Olanda. Se ciò non viene stabilito in fretta, e non si chiarisce la questione del debito, la minaccia di insolvenza diventa reale.

L'oligarchia è unicamente preoccupata di una reazione a catena indesiderata, che minacci il suo potere. Ma se essa riuscirà a gestire lo smembramento del Belgio senza provocare lo sballo del sistema globale, ciò alimenterà spinte separatiste per la Spagna (Catalogna), il Regno Unito (Scozia), la Francia (Euskadi) e l'Italia (Padania).


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