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Lo Schiller Institute riscatta l'Europa alla conferenza sul Lago Ciad

7 novembre 2010 (MoviSol) - Dal 29 al 31 ottobre una delegazione dello Schiller Institute è intervenuta all'"VIII Forum Mondiale per lo Sviluppo Sostenibile" che si è tenuto a Ndjamena, la capitale del Ciad, rilanciando i grandi progetti di sviluppo per l'Africa e scombussolando i piani rinunciatari degli stessi organizzatori della conferenza, condizionati dall'ideologia anti-sviluppo degli ambientalisti. La conferenza, organizzata dal governo del Ciad congiuntamente a quello francese (rappresentato dal pensatoio ambientalista Passages-Adapes), si è tenuta nel cuore della regione del Sahel, devastata dalla siccità e dalla progressiva scomparsa del lago Ciad, oggi ridotto a un decimo di quello che era negli anni sessanta. Benché la partecipazione di migliaia di delegati da Africa, Europa e Medio Oriente rifletta il grande interesse a soluzioni che invertano il processo di desertificazione del Sahel, la massiccia presenza di ideologi ambientalisti tra gli (pseudo) esperti europei ha avuto un impatto scoraggiante, mirante a scartare ogni grande progetto infrastrutturale o perché troppo costoso o perché pericoloso per la "biodiversità". Per questo motivo, e non per la sua inadeguatezza, è stato scartato il progetto di trasferimento idrico dal fiume Obangui al Lago Ciad. Roland Pourtier, capo dell'Associazione degli Insegnanti, ha persino proposto di rimuovere il tabù del malthusianesimo.

Fortunatamente il vicepresidente dello Schiller Institute in Germania, Portia Tarumbwa-Strid, è stata invitata a intervenire nella sessione scientifica. Portia ha illustrato la situazione strategica di disintegrazione finanziaria mondiale, compreso l'aumento della speculazione sul cibo come conseguenza dei salvataggi bancari. Ha poi presentato la vera prospettiva fisica per i prossimi 50-100 anni in Africa, con il progetto Transaqua, lo sviluppo di un sistema di collegamenti ferroviari moderni (levitazione magnetica) e lo sviluppo di reattori nucleari della quarta generazione per favorire l'urbanizzazione secondo il modello "nuplex". Il contrasto era talmente grande che gli altri relatori sul podio strabuzzavano gli occhi. Gli africani e gli arabi, invece, hanno reagito con entusiasmo. Decine di delegati si sono complimentati e hanno ricevuto il dossier "Africa: è giunta l'ora dei grandi progetti", pubblicato in francese, come pure un Dvd con materiale in inglese, francese e arabo.

Il terzo giorno si è tenuta la sessione politica, con la partecipazione di non meno di cinque capi di stato: Wade (Senegal), Goodluck (Nigeria), Bozize (Repubblica Centrafricana), Gheddafi (Libia) e Deby (Ciad). Gli altri paesi erano rappresentati da funzionari di alto livello. Alla conferenza stampa, la realtà ha fatto nuovamente irruzione. Sebastien Perimony, della campagna presidenziale di Cheminade-2012, ha rivolto a Deby una domanda sulla bancarotta del sistema finanziario mondiale, evidenziando il paradosso che questi leaders sono in cerca di fondi per lo sviluppo, mentre altre parti del pianeta elargiscono migliaia di miliardi di dollari alle banche in bancarotta: perciò il problema non può essere i fondi, ma il sistema stesso. Perimony ha chiesto al Presidente Deby se fosse disposto ad adottare un approccio "top-down" come quello dello Schiller Institute e ad imboccare la via del vero sviluppo dell'economia fisica, con il progetto Transaqua.

Deby ha dato una bellissima risposta sulle generazioni future, ma non ha detto niente sulla crisi. Il Presidente Wade, rispondendo alla stessa domanda, ha invece detto di aver scritto un articolo per il Financial Times durante la crisi dei subprime, sostenendo che la politica dei salvataggi non fosse la cosa giusta da fare. Ma purtroppo anche Wade si è piegato alle regole del gioco, parlando del bisogno di limitare l'intervento umano attorno al lago Ciad e ripetendo il mantra dell'ideologia ambientalista.

Nonostante tutto, il concetto di ingegneria biosferica ha riscosso molta approvazione tra i partecipanti più seri, e in particolare tra le delegazioni della Repubblica Centrafricana e del Congo-Brazzaville. Nelle discussioni private ai margini della conferenza, soprattutto tra i delegati americani e francesi, si è riscontrato un alto grado di conoscenza delle proposte di LaRouche e di Cheminade. I tedeschi, invece erano visceralmente contro i progetti su larga scala, e hanno persino negato l'esistenza di una crisi alimentare in Niger e Ciad. L'assenza di delegazioni russe, cinesi e indiane ha facilitato l'opera demonizzatrice degli pseudo-scienziati europei.


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