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L'Irlanda capitola al Diktat dell'UE, ma la proposta di LaRouche fa presa anche a Bruxelles

26 novembre 2010 (MoviSol) - Il 21 novembre il governo irlandese ha issato la bandiera bianca e chiesto il salvataggio UE. Di conseguenza, verrà attivato il meccanismo dell'EFSF (European Financial Stabilization Facility), l'entità offshore con cui gli stati dell'UE si indebiteranno sul mercato per prestare soldi a Dublino. In realtà, come abbiamo scritto (cfr. Strategic Alert 46/10), l'Irlanda ha bisogno di soldi solo per salvare tre banche fallite: Anglo-Irish Bank, Allied Irish Banks e Bank of Ireland. Queste, a loro volta, non sono che strumenti offshore degli investimenti ad alto rischio delle banche britanniche e tedesche, che hanno nei loro confronti un'esposizione di 270 miliardi di euro.

Così, i governi europei sono di nuovo costretti a indebitarsi per salvare il fallito sistema bancario dell'UE e, attraverso di esse, il sistema finanziario mondiale, affidando il controllo di quel debito al governo sovrannazionale dell'UE. La cifra ufficiale di questo salvataggio non è ancora stata annunciata, ma dovrebbe essere vicina ai 100 miliardi di euro.

Il direttore del FMI Dominique Strauss-Kahn ha messo brutalmente in chiaro che lo scopo dei banchieri è la completa eliminazione dei governi. Parlando ad una conferenza della BCE a Francoforte il 20 novembre, egli ha accusato la "inadeguata governance nell'area euro" di aver peggiorato la crisi. Poiché gli interessi delle nazioni sono di ostacolo a quelle che egli definisce le "decisioni necessarie", Strauss-Kahn ha sollecitato il "centro", e cioè la Commissione Europea e la BCE, a impadronirsi del potere. "La pressione dei pari non è servita all'Europa. E' ora di cambiare rotta. Il centro deve prendere l'iniziativa in tutte le aree chiave a raggiungere il comune destino dell'unione, specialmente nella politica finanziaria, economica e sociale. I paesi devono essere disposti a cedere più autorità al centro. Devono essere ridisegnati i meccanismi che li incentivino alle riforme".

Strauss-Kahn ha esortato i paesi dell'UE, cui non è permesso nemmeno di scegliere le lampadine, a cedere il loro ultimo diritto, quello ai bilanci nazionali: "La soluzione più ambiziosa… sarebbe quella di creare un'autorità fiscale centralizzata, con un'indipendenza politica paragonabile a quella della BCE. L'autorità deciderebbe sulle entrate fiscali di ogni paese membro e distribuirebbe le risorse dal bilancio centrale". Ciò può essere fatto evirando i poteri del Consiglio Europeo, formato dai capi di governo e attualmente decisore di ultima istanza. In quel modo, "i ristretti interessi nazionali" non "interferirebbero con l'efficace applicazione delle regole comuni". La Commissione o un'entità separata potrebbe svolgere questa funzione.

Però, nemmeno una dittatura farebbe funzionare il salvataggio. Cresce la consapevolezza che la politica di salvataggi bancari è un pozzo senza fondo, e la soluzione larouchiana di una riforma alla Glass-Steagall fa strada persino a Bruxelles, come ha riferito il corrispondente del Corriere della Sera Ivo Caizzi il 22 novembre. "Riprende quota – scrive Caizzi - la soluzione di separare la parte commerciale delle banche da quella speculativa, come suggeriva Paul Volcker, uno dei consiglieri del Presidente USA Barack Obama. Appare profetica l'intuizione dell'economista-guru statunitense Lyndon LaRouche, che fin dall'inizio della crisi invitava a salvare con denaro pubblico solo le attività di credito alle imprese e alle famiglie, provocando il fallimento delle entità finanziarie speculative in difficoltà".

"La linea diversa dell'Unione Europea, incentrata sugli aiuti e i finanziamenti pubblici a bassissimo costo anche per le banche travolte dall'operatività ad altissimo rischio, di fatto ha messo a disposizione degli speculatori le risorse per tornare a lucrare addirittura attaccando i titoli di Stato dei Paesi dell'Eurozona con difficoltà di bilancio".

In precedenza, il ministro dell'Economia Giulio Tremonti aveva confessato, secondo Il Sole 24 Ore del 18 novembre, le sue riserve sul salvataggio irlandese: "Bisognava adottare una soluzione più radicale: salvare la parte commerciale e industriale delle banche e lasciare andare a fondo la speculazione".


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