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Il nuovo mostro è in arrivo, e l'euro gli apre la porta...

12 gennaio 2011 (MoviSol) - Nella prima settimana del nuovo anno, il segretario al Tesoro USA Tim Geithner ha detto al Congresso che gli Stati Uniti rischiano la bancarotta. A poche ore di distanza, ad una conferenza con diversi rappresentanti di governi europei a Parigi, il ministro dell'Economia Giulio Tremonti ha ammonito, incontestato, che è in arrivo il prossimo mostro del "videogame" della crisi finanziaria. Le due dichiarazioni confermano la nostra valutazione secondo cui il primo gennaio ha rappresentato un passaggio decisivo per l'intero sistema transatlantico. La bomba del debito sta per esplodere e le spinte per forme di austerità schachtiane porteranno inevitabilmente al caos sociale e a pericoli di dittatura.

L'implosione dell'Eurozona si ripercuoterà con forza anche al di là dell'Atlantico, dove la Federal Reserve è il prestatore di ultima istanza anche del debito europeo, a dispetto dei pericoli di iperinflazione.

Geithner però ha usato la minaccia di insolvenza nazionale per sollecitare il Congresso ad aumentare il tetto dell'indebitamento pubblico, già a 14.300 miliardi di dollari. La sua lettera al Congresso è stata preceduta da una dichiarazione del capo dei consiglieri economici del Presidente, Austan Goolsbee, il quale ha affermato che ogni opposizione al cambiamento sarebbe "catastrofica". I repubblicani al Congresso potrebbero opporsi, non perché l'indebitamento pubblico è il risultato dei salvataggi bancari, ma per contrattare maggiori tagli al bilancio e poi raggiungere un compromesso.

A differenza di Geithner, Tremonti ha denunciato i salvataggi bancari, come ha fatto ripetutamente nel passato, notando che durante la Grande Depressione i soldi dei contribuenti furono usati per sostenere l'economia reale e creare occupazione, mentre oggi vengono usati per finanziare le banche e la speculazione. Purtuttavia, Tremonti ha appoggiato l'idea degli Eurobonds, che non sono altro che un salvataggio bancario malcelato.

Il debutto del Meccanismo Europeo di Stabilizzazione Finanziaria (EFSM) già fa capire che gli eurobonds, qualora approvati, non funzionerebbero. Il 5 gennaio L'EFSM ha piazzato un'emissione quinquennale come parte dei 22,5 miliardi che dovrebbe prestare all'Irlanda. Questa cifra fa parte del pacchetto totale di 85 miliardi. Il fratello maggiore dell'EFSM, l'EFSF, dovrebbe debuttare con un'emissione entro il mese.

Mentre la propaganda della BCE ha descritto l'emissione dell'EFSM un "successo", la realtà è diversa. Nonostante il suo rating AAA, il bond è stato piazzato al tasso del 2,59%, che è superiore non solo alla rendita dei titoli di stato tedeschi, ma anche di quelli francesi. In altre parole, il credito dei bonds della Commissione è solido come un budino.

Inoltre, l'azione di salvataggio non impedisce alla rendita dei titoli periferici dell'UE di continuare a salire. Il Portogallo ha tastato le acque il 5 gennaio, quando ha dovuto offrire il 3,7% per una piccola emissione semestrale, quasi il doppio di quanto pagò per una simile emissione il 1 settembre (2,045%). Il Portogallo dovrà rifinanziare 20 miliardi quest'anno, a cominciare da aprile.

La realtà è che l'EFSM, l'EFSF e tutti i paesi membri dell'Eurozona competono con altri stati sovrani, imprese e banche per raccogliere fondi su mercati internazionali che chiamare "sovraffollati" è un eufemismo. Saranno necessarie nuove iniezioni di liquidità nell'ordine dei trilioni, più in fretta di quanto si possa pronunciare la parola "EFSF".

Tra salvataggi bancari e dintorni, governi, banche e imprese dell'UE dovranno raccogliere il 40% di prestiti in più nel 2011 per rifinanziare i propri debiti, e cioè 2.400 miliardi in più. Solo le banche europee dovranno rifinanziare 600 miliardi di euro di debiti, secondo Dealogic. Secondo la Deutsche Bank, la cifra da rifinanziare nei prossimi tre anni è di 1.600 miliardi.


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