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Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà
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Giappone: paura di nulla se non della paura stessa.

Dichiarazione di Jacques Cheminade, Presidente del Movimento Solidarietà francese, Solidarité et Progrès, del 16 marzo 2011.

Il terremoto e lo tsunami che hanno colpito il Giappone pongono l'umanità di fronte ad una sfida. Quando si confronta con estremi eventi naturali o atti di grande ingiustizia sociale, l'umanità deve tirare fuori ciò che la differenzia da un animale intrappolato nella sua paura, che è la qualità del "sublime" cantato dai grandi poeti e che identifica un individuo con la sua specie e con l'universo in cui vive.

Credere che la natura sia inevitabilmente più potente dell'uomo ci condurrebbe ad abbandonare tutto ciò che ha dato forma alla nostra storia, sin da quando l'uomo ha addomesticato il fuoco.

La decisione di fare a meno dell'energia nucleare significherebbe che concordiamo nel fermare la nostra comprensione dei principi dell'universo e la loro applicazione per il necessario sviluppo della biosfera.

Sarebbe come se i primi esseri umani avessero rinunciato al fuoco per una animalesca paura del suo pericolo. Al contrario, deve guidarci la dinamica della creazione umana. Senza di essa saremmo rimasti all'età della pietra o, molto più probabilmente, saremmo scoparsi dal pianeta Terra.

Dobbiamo partire da questa basilare considerazione per evitare di essere trascinati in un falso dibattito, quello fomentato da quelle forze finanziarie e dai loro interessi che cercano di seminare tumulto emotivo e pessimismo con cui paralizzare i loro nemici e condurli ad una schiavitù volontaria, in altre parole nel culto dell'anti-progresso, ovvero il culto dell'anti-umano.

Diciamolo chiaramente: quello che sta avvenendo in Giappone oggi è a causa del fatto che lo sviluppo dell’energia nucleare si è fermato ai reattori di fissione stile Westinghouse, e in special modo a causa della sistematica, deliberata distruzione del pensiero scientifico sotto la spinta congiunta dell'impero monetarista della City di Londra e di Wall Street e del pessimismo culturale diffuso dall'ecologismo perverso.

Non abbiamo progredito tecnologicamente, il che significa che abbiamo regredito. La lezione da trarre è che non bisogna lasciare mai più la scienza e le sue applicazioni ai burocrati, tecnocrati, nucleocrati e contabili, ma restituirla a coloro che servono le generazioni future e rappresentano il popolo.

Diciamolo ancor più chiaramente: la distruzione delle unità di raffreddamento e dei circuiti elettrici da parte dello tsunami e la fusione dei noccioli, non sono avvenute a causa di errori da parte dei Giapponesi, che hanno reagito mirabilmente di fronte al pericolo. La causa è la serrata contro la scienza. Infatti l'energia nucleare non è un dato reattore in un dato momento, ma una continua dinamica di sviluppo.

La lezione da trarre è che tutti avremmo dovuto sviluppare reattori di quarta generazione e muoverci velocemente verso la fusione termonucleare controllata.

I reattori di quarta generazione e gli HTR sono intrinsecamente sicuri, il che significa che quando la reazione si ferma, si arresta anche la produzione di calore, a differenza dei reattori ad acqua bollente come quelli delle centrali giapponesi.

La fusione, in particolare la fusione al laser, entrerebbe in gioco entro una quarantina d'anni e fornirebbe energia veramente a buon mercato. Naturalmente, optare per questa direzione e perseguire la nostra avventura umana richiede considerevoli investimenti a lungo termine. Questi sono impossibili all'interno dell'attuale sistema finanziario, che distrugge l'economia ed è socialmente iniquo, ecco perché dobbiamo cambiare il sistema .

Infine, un problema ancor più fondamentale è quello della ricerca scientifica sulle cause dei terremoti e dei maremoti, per essere in grado di prevederli e controllarne gli effetti. La coincidenza tra queste catastrofi e le emissioni solari, come quelle che sono appena avvenute, è un indizio. Aldilà di questo, l'uomo dovrebbe smettere di considerare se stesso come lo strumento di qualche meccanismo, ma come qualcuno che crea le proprie condizioni di vita controllando i fenomeni naturali, sia che essi vengano dalla Terra, dal Sole o dalla galassia.

Questo pensiero, combinato con atti creativi, è ciò che ci impedirà di diventare una specie minacciata.

Le autorità francesi concordano sulle condizioni relativamente più sicure degli attuali impianti nucleari francesi, ma non è abbastanza. In un universo continuamente creativo, nuovi principi devono sempre essere scoperti e applicati per assicurare la vita. L'alternativa sarebbe un drastico taglio nei consumi energetici, o cercare di produrre gas per idrofratturazione o petrolio dalle sabbie bituminose. In altre parole avremmo, o un disastro umano e la criminale riduzione della popolazione perseguita da alcuni, o un disastro ecologico e umano causato dal regresso tecnologico.

Se vogliamo un futuro, l'energia geotermica, i mulini a vento o i pannelli solari non sono la soluzione, perché il criterio è: densità di flusso energetico per unità di area, pro-capite e per ammontare di materiale consumato che corrisponde alla densità potenziale di popolazione desiderata.

Senza i mezzi necessari per aumentare tale potenziale, cosa che può essere fornita solo dal continuo sviluppo dell'energia nucleare, non avremo generazioni future. Se rifiutiamo il sentiero aperto dai Curie e dai Langevin, non facciamo altro che rifiutare un futuro all'umanità, in particolare ai paesi più poveri, che dovrebbero essere i primo a beneficiare di un mondo liberato dalla morsa della finanza.

Mancare di comprendere questa scelta risulta in un fraintendimento della stessa natura dell’essere umano. Non c'è nessuna via d'uscita che ci riporta al passato, se non la morte.


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