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Tremonti fa propaganda al rapporto Angelides


Philip Angelides (fonte: Apollo Alliance,
www.flickr.com/photos/apolloalliance)

19 marzo 2011 (MoviSol) - Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti ha finalmente detto la sua sul rapporto della Commissione statunitense sulla Crisi Finanziaria, e per farlo ha scelto la tribuna di Annozero. Tremonti è il secondo politico italiano, dopo il senatore Oskar Peterlini (cfr. EIR Strategic Alert 10/11), a prendere posizione pubblica sul Rapporto Angelides, e prevedibilmente ne ha condiviso l'impianto, anche se non ha detto niente su Glass-Steagall. Tremonti ha fatto tre volte riferimento al rapporto, prima per dire che la minaccia di un tracollo finanziario permane, poi per riconoscere che la riforma finanziaria di Obama (la legge Frank-Dodd) è fallita, e infine per affermare che la cosiddetta crisi del "debito sovrano" europeo non è altro che la continuazione del crollo del 2007-2008.

"Il volume dei derivati è tornato come prima della crisi finanziaria del 2007. Se uno vuole avere un'idea lievemente seria legge il rapporto fatto dalla commissione al Congresso americano, dove si dice che una massa di rischi è di nuovo ancora immanente", ha detto Tremonti che, con l'aiuto di una lavagna ha mostrato il rapporto tra i derivati e i beni reali e ha denunciato la speculazione sulle commodities che ha innescato le rivolte in Nord Africa, benché le cause di dette rivolte siano più ampie e rispondono alla diffusa ingiustizia.

Per trovare le cause di ciò che avviene oggi dobbiamo tornare indietro di almeno 20 anni, ha affermato Tremonti. Prima, quando c'era un sistema in cui "gli stati mantenevano la sovranità sulla moneta", il divario tra l'economia reale e l'economia finanziaria era sotto controllo. Poi, ci furono le svolte del 1989 e del 1994, con la caduta del Muro di Berlino e l'accordo WTO di Marrakesh. Come risultato dell'introduzione rapida della globalizzazione e delle "scommesse" sui derivati, il volume delle transazioni finanziarie è cresciuto ad un rapporto di 20 ad 1 rispetto ai beni reali. "Dentro questa colossale massa finanziaria può succedere un incidente. È successo nel 2008", ha detto Tremonti, riferendosi alla bancarotta di Lehman.

La differenza tra la crisi attuale e la prima grande crisi, quella del 1929, è che "nella prima crisi i soldi dei cittadini furono usati per salvare i cittadini. Questo fu il New Deal di Roosevelt. Stavolta i soldi dei cittadini sono stati usati per salvare le banche".

"Prima o poi qualcuno dovrà rendere conto alla storia e ai popoli" di questa scelta, ha detto Tremonti, ripetendo poi in seguito: "Il tribunale della storia giudicherà i pazzi che hanno fatto la globalizzazione in questo modo". Erano necessari "tempi più lunghi e più saggi". Se vogliamo sapere chi sono i responsabili, basta guardare "una foto della Terza Via", ha detto ironicamente, riferendosi al movimento creato dai controllori di Tony Blair.

Dopo il primo "mostro del videogame", e cioè la bancarotta Lehman, in Europa è spuntato il secondo mostro, nella forma della crisi del debito sovrano "se uno legge il rapporto Angelides".

Tremonti ha citato ancora il rapporto Angelides per affermare che la riforma finanziaria di Obama non ha cambiato niente. "Gli Stati Uniti hanno provato a fare le regole – leggere il rapporto: non ce l'hanno fatta".

Il terzo "mostro" è la speculazione sui prezzi del cibo e del petrolio. Tremonti ha ricordato che nel 2008, quando sollevò il tema nelle sedi internazionali, il FMI rispose ufficialmente che la speculazione "non esiste". Ma non solo esiste, essa "è tornata in modo violentissimo dall'Atlantico all'Oceano Indiano". Essa, combinata all'ingiustizia e alla corruzione delle elites, ha innescato le rivolte. Non c'è precedente storico se non "forse nel Medioevo".

Da registrare il positivo apporto di Fausto Bertinotti, che quando parla di capitalismo finanziario fa pochi danni. L'ex presidente della Camera ha elogiato Roosevelt e il New Deal, cosa sfacciatamente negata da Eugenio Scalfari. Il guru della società civile ha sostenuto che dalla crisi del 1929 si uscì solo alla fine della Seconda Guerra Mondiale.


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