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Francia: amministratori locali prendono in considerazione la creazione di una commissione di inchiesta sui derivati

19 marzo 2011 (MoviSol) - Ad una conferenza stampa al Parlamento francese l'8 marzo, un gruppo di amministratori locali ha lanciato un'associazione bipartisan detta "attori pubblici contro i prestiti tossici", per creare un "fronte comune" contro le banche predatrici. Dal 2000 al 2008 migliaia di enti pubblici, quali comuni, ospedali, vigili del fuoco e via dicendo, sono stati indotti a stipulare contratti derivati simili a quelli venduti alle amministrazioni locali in Italia, associati a prestiti con tassi di interesse variabili saliti da un giorno all'altro dall'1,47% al 12% e perfino al 24%. Gli enti locali si sono visti costretti a scegliere tra un'austerità brutale e licenziamenti di massa, o dichiarare la bancarotta. Dopo anni di futili sforzi a rinegoziare le condizioni surreali dei prestiti, ora stanno sporgendo denuncia contro Dexia, Société Generale, Natixis, Calyon (Credit Agricole) ma anche banche straniere quali Deutsche Bank, Depfa o la Royal Bank of Scotland (RBS) legata al gruppo Inter-Alpha. Si tratta degli stessi nomi che ricorrono nei casi italiani.

Uno dopo l'altro, i sindaci hanno raccontato la loro storia alla conferenza stampa. "Non abbiamo la borsa titoli nel sottoscala del Municipio" ha scherzato Sebastien Pietrasanta, sindaco di Asnieres-sur-Seine. Claude Bartolone, presidente socialista del Dipartimento Seine-Saint-Denis a Parigi, ha descritto la "provocazione" lanciata dalla Dexia belgo-francese: in cambio della rinegoziazione di un prestito di 51 milioni di euro, la banca pretende una penale di 33 milioni! Ancor peggio, Christophe Faveron, sindaco comunista di Unieux, ha riferito che la banca chiede una penale di 7 milioni di Euro per un prestito di 5 milioni di Euro.

Molti di questi prestiti sono stati rimpacchettati e rivenduti. Durante le domande e risposte, Bartolone ha esclamato che "la Dexia non è neanche più proprietaria del debito del mio dipartimento; ora è nelle mani della JP Morgan!" In effetti, dopo aver perso 200 miliardi di Euro dal 2008 col crac dei mutui subprime negli Stati Uniti, la Dexia ha 137 miliardi di Euro di titoli tossici nella sua "bad bank" interna. Considerata "troppo grossa per fallire" è stata rifinanziata il 7 ottobre 2008 con 6,3 miliardi di Euro provenienti dai contribuenti francesi, belgi e lussemburghesi.

Al di là della difesa legale, i funzionari locali si rendono conto del fatto che occorre fare di più. Henri Plagnol, parlamentare dell'UMP e sindaco di Sant-Maur-des Fosses, ha osservato che gli enti di vigilanza non hanno fatto niente per impedire che ciò accadesse ed ha chiesto la creazione di una "Commissione d'Inchiesta" per far sì che "questo non accada più". Durante le domande e risposte Karel Vereycken, del movimento di LaRouche in Francia, è intervenuto spiegando che la soluzione al problema è la legge Glass-Steagall. Il caso di Dexia è esemplare: questa banca ha cominciato a vendere prestiti "tossici" quando si è trasformata da banca ordinaria in banca d'affari. Ai presenti è stato distribuito il recente appello di Jacques Cheminade per "una commissione d'inchiesta sui prestiti tossici".


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