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Il Maglev fa irruzione nel dibattito politico toscano

19 marzo 2011 (MoviSol) - Grazie ad una proposta del Consigliere comunale pratese Nicola Oliva, finalmente si è innescata in Italia una discussione pubblica sulla tecnologia infrastrutturale d’avanguardia del treno a levitazione magnetica. Come i nostri lettori sapranno, tale tecnologia fu sviluppata in Germania e in Giappone, ma finora l’unica linea funzionante è stata costruita in Cina, dove sono allo studio anche altre linee di questo nuovo metodo di trasporto veloce, sicuro e flessibile.


Schema di funzionamento della levitazione magnetica, estratto da una descrizione di brevetto.

Oliva, giovane consigliere del Pd che già l’anno scorso ha sfidato la popolazione e la classe politica di Prato ad adottare un approccio rooseveltiano alla crisi, promovendo una riforma finanziaria del tipo Glass-Steagall e lanciando una serie di grandi progetti infrastrutturali, ha preso spunto dalla polemica in atto in merito all’allungamento della pista dell’aeroporto di Firenze. Il 5 marzo il quotidiano Il Tirreno ha scritto che Oliva “taglia la testa al toro con un messaggio per il governatore Enrico Rossi che contiene una proposta sì ambiziosa ma realizzabile… una linea veloce che collegherebbe in pochi minuti Firenze allo scalo di Pisa prendendo spunto dal Maglev, il famoso treno a levitazione magnetica”. Oliva chiede uno “scatto in avanti rispetto a una contesa paralizzante”, per lanciare la Toscana “verso il superamento delle carenze infrastrutturali con soluzioni come il Maglev, esempio di moderna tecnologia… che avrebbe un rapporto di costi-ricavi di 2 a 5”. Sarà presentata una mozione al Consiglio Comunale di Prato in questa direzione, puntando sulla “ricadute in termini economici sul territorio con la creazione di nuovi posti di lavoro”.

La proposta, che lancia un modello adottabile da tutte le regioni italiane – puntare su un grande aeroporto raggiungibile con collegamenti veloci da tutti gli angoli della regione - è stata ripresa da numerosi altri organi di stampa, e ha provocato molte reazioni entusiaste tra un pubblico stanco di polemiche politiche senza sbocco, in cui al massimo si lotta per difendere fette decrescenti di un’economia basata sul turismo, avendo ormai abbandonato l’idea di una moderna società industriale grazie agli effetti della globalizzazione finanziaria. Naturalmente, non sono mancate neanche le critiche, a partire da chi agita subito lo spettro dei costi spaventosi per un progetto del genere. Tanto per dare un esempio, l’On. Guglielmo Picchi - deputato del Pdl con un Master dalla Sda dell’Università Bocconi ed ex-collaboratore di una banca d’investimento di Londra – ha chiesto formalmente ad Oliva di specificare i costi. Oliva ha risposto chiedendo “quanto è costato agli Stati europei il piano di salvataggio bancario negli ultimi anni?”. In un’altra dichiarazione pubblica Oliva ha rimarcato che “Per fortuna Enrico Mattei e JFK non ragionavano in quel modo“, citando la famosa affermazione di Kennedy: “Abbiamo scelto di andare sulla Luna e di fare altre cose, non perché siano facili, ma perché sono difficili”. Si è poi rifatto all’esempio di Cavour, che “fu uno degli interpreti più convinti delle grandi possibilità di progresso economico e civile, rese possibili con l'avvento della ferrovia”.


"Scegliamo di andare sulla Luna in questo decennio e di fare altre cose, non perché esse siano facili, ma perché sono difficili. Questa è la sfida che vogliamo accettare, che non vogliamo posticipare e che vogliamo vincere", John F. Kennedy, 12 settembre 1962.

L’importanza di avviare un dibattito pubblico in Italia su una soluzione quale il Maglev non va sottovalutata. Da molti anni il paese soffre di una grave carenza infrastrutturale, molto più marcata nel Meridione, ma comunque fortemente penalizzante anche nel centro-nord del paese. Le inevitabili obiezioni sui costi che proverranno da chi preferisce i salvataggi bancari al progresso economico e sociale troveranno un’ulteriore sponda nei difensori delle regole monetariste europee, che vietano ogni investimento statale serio. Tuttavia, di fronte ad una crisi che sicuramente non si risolverà da sola, e che viene peggiorata proprio da chi si attiene alle ortodossie fallite del passato, una proposta di questo tipo indica una via d’uscita dalla situazione attuale ed una visione positiva per il futuro. Inoltre, permetterebbe all’Italia di riconquistare un ruolo di guida a livello mondiale, con tecnologia avanzata ed un salto in avanti per la forza lavoro, sotto pressioni continue dovute alla competizione sui bassi costi, che riduce il tenore di vita di tutti.

Leggi l'articolo dedicato da Metropoli Prato
l'11 marzo 2011



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