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Solo gli sciocchi abbandonano il nucleare

1 aprile 2011 (MoviSol) - Mentre la decadente Eurolandia registra un'alta densità di reazioni patologiche agli sviluppi giapponesi, i governi di altri paesi del mondo che si preoccupano veramente delle future generazioni hanno rinnovato l'impegno a sviluppare o espandere programmi per il nucleare civile.

  • Cina: Tian Jiashu, direttore della sicurezza nucleare nel ministero dell'Ambiente cinese, ha dichiarato in un'intervista pubblicata il 26 marzo sul sito web del Quotidiano del Popolo che la Cina confida nella sicurezza della sua tecnologia nucleare e non cancellerà i programmi di espansione della sua industria nazionale solo a causa della crisi giapponese. "Non smetteremo di mangiare per paura di soffocare", ha detto Tian.
    In aprile, la Cina comincerà la costruzione di un impianto dimostrativo HTR a Rongcheng, nella provincia di Shandong, che dovrà contenere due reattori ad alta temperatura raffreddati a gas, a letto di biglie, di 250 MW.
  • Russia: Sergei Boyarkin, direttore dei programmi all'impresa statale Rosatom, ha dichiarato a Itar Tass il 22 marzo che chiudere gli impianti nucleari porterebbe ad un drammatico deterioramento dell'ambiente, ben superiore al presunto inquinamento da CO2.
    Alexander Gusev, direttore dell'Istituto di Pianificazione e Previsione Strategica e sostenitore dell'energia di fusione e dei reattori autofertilizzanti di tipo BN-800, ha detto alla Free Press che "mentre compiangiamo le vittime di Cernobil e Fukushima, non dobbiamo dimenticare che ogni giorno siamo vittime dell'attuale sistema di produzione energetica. I rifiuti tossici scaricati ogni giorno dalle centrali termoelettriche non solo danneggiano l'ambiente, ma quotidianamente arrivano sulla nostra tavola con il cibo e ci distruggono il corpo".
  • Sud Corea: Yun Choul-ho, presidente dell'Istituto Coreano per la Sicurezza Nucleare, ha affermato: "Crediamo che in questo stadio non esista alternativa all'energia nucleare e dobbiamo cogliere l'occasione per verificare la sicurezza ed espandere le esportazioni della nostra tecnologia nucleare".
  • Francia: lo stesso concetto di centrali nucleari "vecchie" viene contestato oltralpe, dove l'85% dell'elettricità è prodotto dall'atomo. Pierre Gadonneix, ex capo di Electricité de France, ha osservato che in Francia "le centrali vecchie sono le più sicure, perché sono revisionate ogni dieci anni. Non è la durata di esercizio che determina la sicurezza di un impianto nucleare, ma è la sua tecnica e sono gli investimenti effettuati".

Germania e Italia hanno reagito impulsivamente agli avvenimenti giapponesi. Berlino ha chiuso i reattori più vecchi, mentre il governo italiano ha deciso una moratoria di un anno sul programma nucleare. Ma non sono mancate le voci critiche.

L'ex cancelliere Helmut Kohl è uscito dal lungo esilio volontario dalla politica per attaccare la decisione di Angela Merkel, in un'intervista concessa al popolare tabloid Bild il 25 marzo. Kohl, che presumibilmente interpreta il sentimento di una larga fetta del partito democristiano, ha invitato i cittadini a non perdere contatto con la realtà. "L'uso di energia nucleare non è diventato più pericoloso di prima in Germania dopo l'incidente in Giappone... se il paese le cui centrali sono le più sicure del mondo e i cui ingegneri sono ammirati e rispettati internazionalmente prende la decisione affrettata di uscire dal nucleare, esso renderebbe il mondo ancora meno sicuro”.

In Italia, l'astrofisica Margherita Hack è intervenuta nel dibattito nucleare sì/nucleare no, dichiarando in televisione che è singolare preoccuparsi del nucleare in Italia e non del fatto che il Vesuvio, che un giorno erutterà con certezza matematica, minaccia di eliminare in un quarto d'ora un milione di persone che vivono sulle sue pendici.


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