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Dalla Russia grande serietà sul ruolo dell'uomo nel cosmo

18 maggio 2011 (MoviSol) - La recente commemorazione del volo di Gagarin ha ravvivato l'entusiasmo per l'esplorazione dello spazio in tutto il mondo, e ovviamente in modo speciale in Russia. In un'intervista per BBC.ru concessa il giorno precedente, l'ottantenne ex astronauta Georgi Grechko ha difeso quel che in realtà, sin dalla sua creazione, fu il vero obiettivo della NASA: "Anche se il volo su Marte fosse proibito, si troverebbe sempre gente disposta ad andarci. [L'uomo] uscì dalle caverne e non gli bastò. [...] L'uomo è l'uomo perché si sente sempre spinto oltre l'orizzonte. [..] Se un animale ha cibo, calore e un partner, non ha bisogno di altro. Perciò, o rimaniamo umani e voliamo su Marte, o saremo come gli animali".

Nel discorso che ha aperto le celebrazioni, il primo ministro russo Vladimir Putin ha menzionato le possibilità offerte dall'esplorazione spaziale per la ricerca sui terremoti. In un incontro con scienziati e ingegneri spaziali l'8 aprile, Putin aveva osservato: "I nostri colleghi hanno appena menzionato che sono stati notati alcuni segnali del terremoto giapponese prima che accadesse. E noi comprendiamo le conseguenze tragiche di questo disastro. Naturalmente, a questo riguardo, c'e veramente bisogno dell'esplorazione spaziale. C'è ancora molto che dobbiamo ancora capire su come funzioni la natura, e questo sarà impossibile senza l'esplorazione dello spazio..."

Negli ultimi anni Putin si è battuto per rilanciare il programma spaziale, che fu indebolito da Gorbaciov, quindi demolito dalla politica ultraliberista imposta dagli oligarchi, ed è riuscito ad aumentarne il bilancio del 40%. Il suo obiettivo è di far riconquistare al settore spaziale russo un ruolo pionieristico nell'industria aerospaziale e nel volo umano nello spazio, pur conservando la stretta collaborazione internazionale. Altrove, ai margini del congresso annuale della European Geoscience Union di Vienna, l'11 aprile il prof. Sergey Pulinets, vice direttore del Centro di Studio della Ionosfera di Mosca e membro dell'Istituto Fiodorov di Geofisica Applicata, ha concesso un'intervista a LPAC-TV, durante la quale ha discusso nei particolari come un sistema "multi-parametrico" di monitoraggio dei precursori sismici consentirebbe una certa accuratezza nella previsione di grandi terremoti in anticipo di giorni o addirittura di settimane.

Questo è di cruciale importanza alla luce della minaccia rappresentata dalla fase di alta intensità di attività sismica in cui è entrato il pianeta, una fase determinata dall'attività solare e galattica. Il tema della previsione dei terremoti è molto controverso, poiché vi è chi nega a priori la possibilità di qualsiasi precursore, opponendosi al finanziamento della relativa ricerca.

Invece, ciò che Pulinets sottolinea è che basterebbe iniziare con l'inventario dei sistemi a terra e nello spazio già disponibili, capaci di captare un'ampia gamma di segnali precursori in termini di attività elettromagnetica e termica. Persino con i ricettori esistenti, che pur non sono stati congegnati per questa funzione, sarebbe già possibile ottenere un grado di probabilità alto di previsione sismica.

Nel programma Weekly Report del 13 aprile scorso su LPAC-TV, LaRouche ha sottolineato la questione. Sappiamo che sulla base del ciclo di 62 milioni di anni della galassia, l'esistenza umana sarà messa a dura prova, ma "rifiutandoci di affrontare apertamente il problema ci precludiamo la scoperta dei mezzi con cui potremmo evitare quello sfortunato esito".

Potremmo avere una vera e propria rivoluzione in quella che chiamiamo scienza, ha dichiarato LaRouche, in quanto si tratta di un problema conoscibile e bisogna superare l'empasse determinata dall'ideologia verde che ha inquinato la scienza e il pensiero popolare. "Se non superiamo queste paure, costringendo la gente ad accettare la realtà, rischiamo di perdere il genere umano".


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