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La politica anti-nucleare tedesca minaccia la stabilità economia mondiale

8 giugno 2011 (MoviSol) - Quando un capo di governo è costretto a negare in pubblico di voler deindustrializzare la nazione e lo fa con la stessa convinzione di uno studente che giura che i compiti a casa sono stati mangiati dal cane, quel paese è nei guai. Eppure, è quello che ha fatto il Cancelliere Merkel quando, il 3 giugno, il corrispondente di Berlino dell'EIR, Stefan Ossenkopp, ha chiesto ad una conferenza stampa: "Come fisico, lei sa che un aumento della densità nel flusso energetico porta ad un aumento del tasso di produttività nell'economia... molti temono che la sua politica energetica condurrà alla deindustrializzazione. La mia domanda è: Fukushima è stato un pretesto? Il vero scopo è la deindustrializzazione?"

Rispondendo "no", la Merkel ha indicato "sì" quando ha reiterato l'intenzione di staccare l'ultimo reattore nucleare nel 2022. Come ha scritto il presidente del BueSo, Helga Zepp-LaRouche, in una dichiarazione il giorno successivo, la decisione porterà proprio ad un crollo della densità del flusso energetico, e quindi ad "una massiccia riduzione del potenziale industriale tedesco", con drammatiche conseguenze nelle esportazioni di beni industriali che, "in un mondo di fame e povertà significa il genocidio", ha scritto Zepp-LaRouche.

Negli altri paesi, la svolta tedesca ha generato preoccupazioni. Il quotidiano moderato danese Berlingske Tidende ha scritto il 1 giugno che essa avrà "gravi conseguenze per la nazione, per la politica energetica tedesca e per il clima". In Francia, il ministro dell'industria Eric Besson ha fatto notare che chiudendo tutti i reattori nucleari "la Germania renderà l'elettricità più costosa e più inquinante". Già essa costa alle famiglie il doppio che in Francia. Gli esperti del settore energetico francese temono che la Germania non sia più in grado di fornire, attraverso la rete transfrontaliera, i 16 gigawatt annuali che fornisce alla Francia.

Il capo dell'Ente nucleare russo, Sergei Novakov, ha sottolineato in un'intervista a Voice of Russia quanto sarà difficile sostituire il nucleare con fonti cosiddette rinnovabili. Mentre queste potrebbero funzionare per i consumi familiari, sarà impossibile garantire elettricità giorno e notte all'industria, con qualsiasi tempo atmosferico.

Lo stesso giorno la Pravda ha pubblicato un articolo intitolato "La Germania combatte i mulini a vento nucleari", in cui si osserva che il piano tedesco fallirà e si aggiunge che i Verdi sono noti per la loro russofobia, che potrebbe portare a tensioni politiche se Berlino decidesse di cancellare gli accordi a lungo termine per il gas. Inoltre, il quotidiano russo ha messo la Germania sull'avviso, nel caso che Berlino, con l'aiuto di Vienna e Berna, cercasse di convincere altri paesi europei a seguire la stessa rotta.


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