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Il crollo non si può fermare nell'attuale sistema

15 agosto 2011 (MoviSol) - La nuova fase del collasso sistemico, che la scorsa settimana ha polverizzato capitali per un valore equivalente all'economia giapponese sulle borse globali, non può essere fermata. La reazione a catena è già avviata e, come nelle fasi precedenti, l'epicentro della crisi è il sistema bancario. La causa del problema attuale è la folle decisione, presa nel 2008, di estendere garanzie illimitate all'intero settore finanziario privato, invece di sottoporlo ad una procedura fallimentare ordinata.

Prendiamo l'Italia: l'attacco speculativo che ha aumentato i costi del debito in Italia ha portato il sistema transatlantico sull'orlo del baratro. Perché? L'Italia non rischia l'insolvenza. Se i tassi di interesse resteranno al 7% nei prossimi mesi, il debito italiano aumenterà di 3 miliardi entro la fine dell'anno. E se perdureranno per tutto il 2012, il costo finale saranno altri 15 miliardi, meno dell'1% del PIL.

Il problema è che il 50% del debito italiano è nelle mani delle banche internazionali che lo usano come collaterale per ottenere liquidità a breve termine. Un declassamento del collaterale rischia di scatenare una crisi grave, soprattutto perché la Banca Centrale Europea (BCE) non può accollarsi un debito finanziario così alto - almeno fino a ieri.

Lo stesso vale per il debito americano. Finora la Federal Reserve ha acquistato i titoli del Tesoro USA sul mercato secondario, ma il declassamento costringerà la Fed ad aumentare massicciamente la dimensione di un bilancio già in rosso. "Se la Fed e la BCE apriranno di nuovo i boccaporti, come hanno indicato di voler fare, il sistema finanziario globale evaporerà rapidamente nell'iperinflazione," ha ammonito Helga Zepp-LaRouche, presidente di Movisol tedesco, in una dichiarazione del 5 agosto.

Colti dal panico, i leader transatlantici hanno deciso proprio di fare questo, dopo frenetiche consultazioni durante il week-end. Prima, Obama, Sarkozy e la Merkel hanno costretto il governo italiano ad un voltafaccia umiliante sulla sua intenzione di non anticipare le misure di austerità previste dalla manovra 2011-2014. Poi il governo francese e tedesco hanno emesso una dichiarazione congiunta in cui approvano la decisione italiana ed annunciano che entro settembre i due paesi ratificheranno le delibere UE del 21 luglio che stabiliscono l' EFSF (il fondo europeo di stabilità) come il prestatore di ultima istanza, col potere di acquistare i titoli sovrani e prestare soldi a stati e banche. Questa dichiarazione era stata richiesta dalla BCE, che ha quindi annunciato che avrebbe acquistato i titoli di stato italiani e spagnoli.

Di particolare rilievo è il fatto che tra le condizioni dettate dalla BCE all'Italia ci sia la clausola del pareggio di bilancio nella Costituzione. Tale clausola era contenuta in una lettera inviata da Trichet e Draghi al Presidente del Consiglio Berlusconi, ed è stata richiesta pubblicamente dal galoppino della BCE Olli Rehn (commissario economico UE). Accettando questa clausola il governo italiano ha commesso lo stesso tradimento commesso dall'amministrazione Obama, con il golpe che ha scavalcato il Congresso.

Tuttavia, come abbiamo scritto, anche l'EFSF allargato è totalmente insufficiente. Il suo capitale dovrebbe essere triplicato per poter avere effetto. E anche l'effetto di tale gigantesca iniezioni di liquidità sarebbe di breve vita, dopo aver distrutto l'economia reale e vite umane.

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