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Il sindacato nazionale americano AFL-CIO sostiene la legge Glass-Steagall

18 agosto 2011 (MoviSol) - Mentre crollano le ultime illusioni su Obama, cresce il sostegno al disegno di legge per il ripristino di Glass-Steagall, presentato alla Camera dei Rappresentanti dalla parlamentare democratica Marcy Kaptur.

Molto importante è la lettera pubblicata il 10 agosto dalla confederazione sindacale americana AFL-CIO, che rappresenta 11 milioni di lavoratori ed ha ancora un'influenza politica notevole. Il sostegno a livello nazionale fa seguito al sostegno espresso da cinque sedi dell'AFL-CIO in rispettivi cinque stati: New Jersey, Kentucky, California, Wisconsin e Minnesota, grazie alla campagna del movimento di LaRouche per raccogliere sostegno a Glass-Steagall.

La lettera, inviata all'on. Marcy Kaptur da William Samuel, direttore degli affari governativi della confederazione sindacale, esprime a nome della leadership nazionale "il nostro sostegno al suo disegno di legge H.R. 1489". Anche se la legge Dodd-Frank del 2010 era utile, scrive, "essa non affronta adeguatamente il problema delle istituzioni finanziarie che sono diventate troppo 'grosse per fallire'".

La lettera sottolinea che la struttura di Glass-Steagall "funzionò per decenni e si dimostrò un modo efficace di limitare i rischi sistemici posti da istituti finanziari troppo grandi e troppo interconnessi" prima di essere abrogata nel 1999. "I nostri mercati finanziari sono stati esposti a rischi insormontabili da parte di questi grossi istituti finanziari ed ora dobbiamo limitare il potenziale di un ulteriore collasso economico ripristinando le tutele che erano state erette dalla legge Glass-Steagall. Il ddl H.R. 1489, per il Ritorno ad Attività Bancarie Prudenti, fa esattamente questo".

Un'altra associazione ombrello, Americans for Financial Reform (AFR), che riunisce 200 organizzazioni che vanno dalla AFL-CIO a sindacati individuali, alla NAACP, all'American Association of Retired Persons, la National Urban League e una serie di gruppi di consumatori, proprietari di case ed altri gruppi, sostiene il ripristino della legge Glass-Steagall fin dal dicembre 2009.

Un funzionario ad alto livello della AFR ha detto recentemente ad un rappresentante del movimento di LaRouche (LPAC) che il suo gruppo sostiene pienamente il ddl H.R. 1489. Anche se non intende emettere una nuova dichiarazione, l'AFR ha messo a disposizione i propri servigi ai promotori della legge, per far sì che venga approvata.

Al Senato il noto senatore repubblicano John McCain è stato messo con le spalle al muro da un attivista di LPAC il 10 agosto, durante un vivace dibattito pubblico. Alla domanda se non sia d'accordo a presentare un disegno di legge per il ripristino di Glass-Steagall al Senato, visto che aveva co-patrocinato una iniziativa bi-partisan simile nel 2010 (la legge McCain-Cantwell), McCain ha finito col dire "lo farò domani". Ha detto all'attivista di LPAC di andare a parlare col suo staff a questo proposito, cosa che l'attivista ha fatto immediatamente. Ora tocca ai cittadini far sì che McCain mantenga la parola.

Anche il politologo Francis Fukuyama, in una lunga intervista a Il Foglio, si è espresso a favore del ritorno a Glass-Steagall, denunciando le amministrazioni Bush e Obama per aver promosso l'economia di carta. Fukuyama, ex neoconservatore pentito, rimprovera ad Obama di aver rimorchiato nella sua amministrazione gente come Larry Summers e Tim Geithner, responsabili di aver abrogato la legge Glass-Steagall ed aver liberalizzato il mercati dei derivati, provocando così la crisi.

Fukuyama considera stupido definire Obama un socialista o un marxista, "perché Geithner e Summers non hanno mai nemmeno pensato di tornare al Glass-Steagall Act. Hanno preferito accollarsi le perdite dell'assicurazione AIG perché potesse pagare i creditori. Perché il governo ha fatto una cosa del genere?

"I creditori erano Goldman Sachs e altri investitori della stessa sorta. Avrebbe avuto senso dire loro: 'Sentite ragazzi, avete comprato crediti dubbi e rischiosi, e allora fatevene carico!'. Obama avrebbe almeno messo a tacere alcuni dei suoi detrattori che accusano il suo dipartimento del Tesoro di essere troppo favorevole a Wall Street, se avesse smantellato questi grandi gruppi finanziari "troppo grandi per scomparire". Ma fondamentalmente, credo che la sua Amministrazione non volesse".

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