La candidatura di Putin: il primo passo verso la ripresa che fa perno sul Pacifico
1 ottobre 2011 (MoviSol) - Lyndon LaRouche ha mandato un messaggio di cordiali congratulazioni al Primo Ministro russo Vladimir Putin, per la sua candidatura a Presidente della Russia alle elezioni del 2012. Si è congratulato anche col Presidente russo Dmitri Medvedev, che ha presentato la candidatura di Putin alla Presidenza al Congresso del Partito della Russia Unita questa settimana, annunciando quindi la propria candidatura alla Duma russa, come capolista del suo partito.
"Questa mossa da parte di Putin-Medvedev è il tipo di sorpresa strategica di cui il mondo ha bisogno" ha commentato LaRouche. "Questa affermazione di leadership manda un chiaro messaggio di sfida ai giochetti di "divide et impera" dell'impero britannico, e rappresenta un passo importante verso un programma di ripresa economica per il mondo intero facente perno sul Pacifico".
"Nelle ultime settimane, la leadership di Putin-Medvedev ha preso nuove iniziative verso la cooperazione con la Cina, precisamente sulla base dello sviluppo dell'alta tecnologia, inclusa quella spaziale e nucleare, di cui il mondo ha bisogno per uscire dalla depressione attuale. Una volta che gli Stati Uniti, senza Obama, si uniranno all'alleanza russo-cinese, avremo gettato le basi per una Grande Alleanza del Pacifico, che sarà l'alternativa alla guerra ed ai nuovo secoli bui".
"Assistiamo già alle lagne e le strilla dei lacchè dell'Impero britannico per questa decisione cruciale. In effetti, hanno voluto loro questo sviluppo, distruggendo le economie trans-atlantiche con la deindustrializzazione e la globalizzazione. La gente in occidente non ha alcun diritto di lamentarsi".
La Grande Alleanza del Pacifico, prosegue LaRouche "è già in preparazione, come dimostra l'annuncio di Putin-Medvedev ieri. È giunto il momento che i patrioti americani si muovano con decisione per destituire Obama in modo che possiamo unirci anche noi, e prendere le misure necessarie per salvare ogni settore del pianeta da un collasso altrimenti inevitabile che ci porterebbe al futuro auspicato dall'impero finanziario britannico: spopolamento e morte".
