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Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà
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Toh, si parla di scontro atomico tra Cina e Stati Uniti

5 novembre 2011 (MoviSol) - Proprio mentre Lyndon LaRouche avverte che l'impero britannico e le sue marionette Barack Obama e Banjamin Netanyahu stanno spingendo il mondo verso una terza guerra mondiale in cui naturalmente si potrebbe ricorrere alle bombe atomiche – molto probabilmente tramite un attacco israeliano agli impianti iraniani di arricchimento dell'uranio presso Natanz e Qom – molte testate americane discutono del pericolo di uno scambio "accidentale" di armi nucleari tra gli Stati Uniti e la Cina, dovuti ad una "carenza nella comunicazione".

Il Global Security Newswire, per esempio, contiene un'approfondita "analisi" sui pericoli derivanti da incomprensioni tra i due Paesi durante un conflitto territoriale nel Mare del Sud e nel Mare Orientale della Cina, culminanti nell'improvviso ricorso a testati nucleari, da entrambe le parti, prima che ciascuna di esse possa chiarire le proprie vere intenzioni. L'Atlantic Monthly, un perodico collegato al nefasto New York Council on Foreign Relations, ha ripreso quella "profezia programmatica", come potremmo descrivere questa dimostrazione di "preoccupazione" tipicamente britannica.

Entrambi gli articoli inventano una difficoltà, affermando che mancano dei meccanismi "a prova di fallimento" per evitare la guerra tra i due Paesi, e descrivono un profondo grado di reciproca incomprensione tra le parti, a proposito del processo decisionale. I pezzi proseguono con un po' di guerra psicologica: in un tempo di missili velocissimi e di altri sistemi di attacco, ci sarebbe da temere che non si possa assolutamente prevenire un lancio di armi nucleari ed una rappresaglia altrettanto repentina.

Questi due articoli avrebbero senso soltanto nei corridoi dell'accademia, se non fosse che Londra sta facendo pressioni affinché parta un conflitto in Asia sudoccidentale, tale da trascinare gli Stati Uniti, la Russia e la Cina, qualora Israele o la NATO colpissero la Siria o l'Iran.

Il lato peggiore di queste macchinazioni sta nel silenzio sulla soluzione alla crisi. Come abbiamo documentato in passato, più volte dalla "autoritaria" Russia e dalla "malvagia" Cina sono arrivati agli indirizzi della Casa Bianca e dei Paesi europei numerosi ed espliciti inviti a trasformare il presente caos in un quadro rooseveltiano di relazioni diplomatiche ed economiche.

La "legge Glass-Stagall globale" cancellerebbe i titoli di credito creati in modo illegittimo; passerebbe al setaccio gli istituti e permetterebbe l'instaurazione di un vero e proprio ordine finanziario – con la Nuova Bretton Woods che Lyndon LaRouche propose nel 1997 – per procedere rapidamente con il finanziamento di tutte le opere di economia fisica da cui dipende il futuro dell'umanità.

Sarebbe tragico se, ancora una volta, vincesse l'idea romantica e fascista della "creazione attraverso la distruzione" invece della cooperazione attiva tra le parti in causa.

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