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La fine dell'esplorazione americana di Marte?

10 novembre 2011 (MoviSol) - Questo mese sono previsti due lanci di sonde per l'esplorazione di Marte: domani la sonda del progetto russo Phobos-Grunt, il 25 novembre del Laboratorio Scientifico Marziano (Mars Science Lab, MSL) della NASA, forse l'ultima missione americana su Marte.

Dopo l'elezione di Barack Obama e dopo le prime privatizzazioni dell'agenzia spaziale e lo sviluppo di "tecnologia" per vaghe missioni senza obiettivi specifici, il bilancio è stato ridotto al punto di compromettere le future missioni su Marte, che necessariamente richiederebbero un certo livello di investimenti. Per ridurre i costi, la NASA ha così deciso di sviluppare le prossime missioni in collaborazione con l'Europa. La primavera scorsa, tuttavia, ha poi fatto sapere ai collaboratori del vecchio continente di non avere più i soldi per pagare il lancio della sonda orbitante intorno a Marte, previsto per il 2016. Il mese scorso, infine, alla conferenza internazionale di astronautica (IAF) tenutasi in Sud Africa, l'agenzia spaziale europea (ESA) ha richiesto formalmente alla Russia di collaborare fino a fornire il mezzo di lancio, visto il dietrofront della NASA. Se non sarà presa una decisione sul razzo, l'intera missione non sarà pronta per il 2016. La missione successiva, prevista per il 2018, è già stata ridimensionata: per "risparmiare" si è deciso di puntare su un solo mezzo di esplorazione del suolo (rover), anziché i due inizialmente pensati. Si aggiunga alla triste immagine il fatto che anche i lanci di questo mese sono pronti con due anni di ritardo, sia per problemi tecnici, sia per carenza di finanziamenti.

Il Washington Post riferiva ieri di un incontro a fine ottobre tra funzionari della NASA, scienziati dello spazio, l'ufficio del bilancio e l'ufficio per le politiche scientifiche e tecnologiche del consigliere presidenziale Holdren. Jim Green, direttore della sezione planetaria della NASA, afferma che la NASA non può impegnarsi nelle due missioni del 2016 e del 2018. Uno degli scienziati presenti ha descritto l'Amministrazione come "non molto simpatica" nei confronti di quei due obiettivi spaziali.

In sostanza, lasciando Obama alla Casa Bianca non vi saranno future missioni dirette a Marte.

Ricordiamo che il primo decennio di attività della NASA si dimostrò il più grande moltiplicatore di ricchezza reale della storia: anche dal punto di vista contabile non ha alcun senso opporsi alla scienza dello spazio, se non perché in guerra contro la creatività umana, imbevuti di ideologia oligarchica e al servizio dell'impero.

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