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Il parere di Franklin Delano Roosevelt sul programma britannico per la guerra tra Russia e America

30 dicembre 2011 (MoviSol) - Le élite dell'oligarchia finanziaria minacciano la non-soluzione bellica alla crisi economica da esse preparata negli ultimi quarant'anni di deregolamentazione dell'economia e di apertura di crescenti spazi di speculazione.

Giacché la Russia è uno dei bersagli militari del programma neocon, ereditato senza batter ciglio dal presidente del "cambiamento" Barack Obama, giovi ricordare ancora una volta che cosa direbbe oggi il presidente del New Deal, del quale Putin parlò in più occasioni in alcuni vertici con Bush e che il presidente Barack Obama ha sporadicamente citato e frequentemente tradito.

Molto è stato detto sul vertice di Yalta del 1945, soprattutto da parte di storici di lingua inglese: solitamente a proposito del consolidamento del potere sovietico nella zona orientale dell'Europa e della possibilità che ciò fosse il risultato della capitolazione di un Roosevelt gravemente malato davanti alla brutalità del suo alleato comunista.

Vediamo che cosa ne disse Roosevelt stesso, circa un mese dopo.

Una nota sull'incontro, nel diario del ministro della Marina James Forrestal, preparatagli dall'assistente H. Struve Hensel dopo averlo sostituito ad una riunione del gabinetto presidenziale il 16 marzo 1945, afferma: "Il presidente ha indicato una difficoltà considerevole nei rapporti con la Gran Bretagna. In tono semi scherzoso, ha sostenuto che i britannici sono perfettamente desiderosi che gli Stati Uniti inizino una guerra con la Russia, in qualunque momento, e che, nella sua opinione, seguire il programma britannico significherebbe procedere verso tale fine".

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