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Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà
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In merito alla concorrenza - dialogo tra Giudici e LaRouche

21 gennaio 2012 (MoviSol) - Il seguente botta e risposta tra Lyndon LaRouche e Claudio Giudici è avvenuto durante la videoconferenza di LaRouche del 18 gennaio, dedicata a "Lo stato dell'Unione". L'estratto del video è riportato in fondo alla pagina.

GIUDICI: Uno dei falsi miti che più comunemente sono posti sul tavolo della riflessione economica è quello della concorrenza. Secondo approcci lineari - facilmente trasmissibili agli altri - possiamo dire che la concorrenza non è l'unica questione da considerare, ma è una delle tante a cui aggiungere per esempio quella della tutela e promozione della qualità, quella dei diritti dei lavoratori (si pensi al salario minimo ed a tutte le tutele che gli ordinamenti più civilizzati hanno ottenuto per i lavoratori), quella dell'efficienza ed altre.

La dottrina sociale della Chiesa prende in esame la fallacia degli approcci centrati sulla questione della sola concorrenza. Nel paragrafo 108 della Quadragesimo Anno, Pio XI descrive l'iperconcorrenzialità come una sorta di virus che prima porta alla formazione di oligopoli, poi al dominio dei potentati economici sulla stessa politica ed infine allo scontro tra gli stati.

Queste descrizioni sono importanti perchè aiutano a comprendere il processo come sequenza. Tuttavia, mi chiedo se la cosa non possa essere esaminata da un livello superiore, osservandola non tanto come una sequenza ma come un un unicum, non tanto come una chiesa gotica, ma come la cappella del Duomo di Firenze.

Grazie.


LAROUCHE: [ridendo] Beh, il punto è cambiare argomento completamente. Oggi la questione è il progresso del genere umano, la sua capacità di sopravvivere. Ora, il faro di speranza per questo oggi è Marte. Il genere umano va sviluppato, in modo da poter raggiungere Marte, svilupparlo, e sviluppare gran parte del sistema solare. Questo è il punto. È questo lo scopo, non quello di qualche individuo col suo piccolo schema da qualche parte, e individui di questo tipo imbrogliano sempre. E chi accetta queste cose di solito la pensa in questo modo.

Il punto è: aumentare la capacità produttiva del lavoro, con lo sviluppo delle capacità intellettuali della mente; questo è l’interesse vitale. E questo deve essere il metro con cui distinguiamo quel che è giusto da quel che è sbagliato. Ciò che promuove il miglioramento delle capacità produttive del lavoro, di fare il bene umano, questo è il Bene. E se qualcosa piaccia o non piaccia è irrilevante, è inutile! E, di solito, ha a che fare con un imbroglio. E troverete che ci sono molte persone nel Partito Repubblicano capaci di imbrogliare. I democratici non amano ammetterlo, ma anch'essi tendono a imbrogliare. E possiamo fare a meno dei loro imbrogli!

 

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