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Gli scienziati si ribellano ai tagli al programma americano sulla fusione nucleare

10 marzo 2012 (MoviSol) - Gli scienziati americani si stanno ribellando ai pesanti tagli alla ricerca sulla fusione nucleare previsti dal governo di Obama nell'anno 2013. L'amministrazione Obama prevede quasi 50 milioni di tagli giustificandoli con la necessità di risparmiare per poter partecipare alla costruzione di ITER, il più grande reattore toroidale (Tokamak) mai progettato. Ma stando a Steve Dean, la somma di 150 milioni di dollari come proposto stanziamento per ITER non servirà nemmeno per quell'importante collaborazione internazionale. Ne servirebbero, infatti, altri 50 milioni. Ancora una volta prevale la mentalità contabile che in modo dissennato sacrifica altri programmi per seguirne malamente uno.

Il 27 febbraio scorso sette ex membri della comunità di scienziati della fusione hanno spedito una lettera al Segretario dell'Energia Steven Chu e al Consigliere (sic) per la Scienza John Holdren, per affermare che i tagli proposti avrebbero "ridotto il programma degli Stati Uniti ad un ruolo di second'ordine nella corsa mondiale verso la fusione". Il taglio di 49 milioni di dollari "risulterebbe nel licenziamento di centinaia di scienziati della fusione, ingegneri, neolaureati e personale tecnico d'ausilio". Proprio le poche persone che probabilmente dovrebbero condurre esperimenti nel suddetto tokamak in costruzione in Francia. In un articolo su Science del 24 febbraio, Martin Greenwald, presidente della Consiglio Scientifico sull'Energia di Fusione presso il Dipartimento dell'Energia, ha detto che contribuire a ITER è l'unica cosa ragionevole da farsi, nel contesto di un programma di fusione in vera salute. "Altrimenti non si fa altro che costruire pezzi della macchina perché altre persone li usino".

Per gestire questo naufragio si propone di trasferire nei laboratori in Corea e Cina gli scienziati che lavorano ai programmi di ricerca che vengono chiusi!

Uno studente anziano del Dipartimento di Ingegneria e Scienza Nucleari presso il MIT ha scritto una colonna per la rivista del MIT The Tech, discutendo della prospettata chiusura del tokamak Alcator C-Mod. Ciò significherebbe la perdita di 30 neolaureati, 40 laureandi e oltre 400 in posizioni dirette e indirette. Gli scienziati hanno creato un sito (http://www.sciencefuture.org), contenente degli estratti di lettere al Congresso, con un collegamento ad una petizione. C'è anche un gruppo su Facebook, Save Alcator C-Mod.

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