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Il polo manifatturiero di Prato chiede la Glass-Steagall e il divieto dei derivati

17 maggio 2012 (MoviSol) - Pubblichiamo il comunicato stampa e la mozione del Comune di Prato con cui si chiede l'istituzione di fondi a tutela del credito produttivo, il divieto di scommesse sui titoli di stato e il ripristino dei criteri della Legge Glass-Steagall del 1933.

COMUNICATO STAMPA

Prato: Accordo bipartisan per il Credito.

Il polo manifatturiero unito nel chiedere di vietare i derivati e rilancia l'appello a Glass-Steagall.

Prato, 17 maggio 2012

Il rapporto con le banche è molto sentito da cittadini e imprese, e a Prato avevamo anticipato i problemi.
L’impegno portato avanti dai banchi del Consiglio comunale a Prato con la Commissione speciale di studio sul credito ha infine portato all'approvazione all’unanimità di 6 proposte per il Credito.
Quelle che originariamente erano proposte del PD, adesso sono divenute proposte della Città, grazie alla piena disponibilità di tutte le forze politiche che siedono in Consiglio.

L'emergenza del credito porta oggigiorno i nomi di banche come Mps e JPMorgan e sigle ai più sconosciute come BCE, FMI e i nuovi organismi in discussione in questi giorni in Parlamento (l’ESM, in particolare) che continuano a dare soldi praticamente gratis alle banche per fare guadagni facili con la speculazione in derivati e in titoli di stato, senza mai intervenire nell’economia reale.

Prato approvando queste 6 proposte che vanno dal locale al nazionale, intimamente interconnesse, compie un atto molto coraggioso per venire in soccorso dei propri concittadini a cui si chiedono continui sacrifici, concepiti nell'ottica di salvare a tutti i costi le banche, piene di titoli spazzatura. In pratica, che cosa proponiamo dal Consiglio comunale?

Si sente ripetere sempre che le banche giocano nei casinò moderni delle borse finanziarie e non danno soldi al pubblico di imprese e famiglie?
Ebbene, chiediamo che si ristabilisca la legge per dividere le banche d'affari dalle banche commerciali di territorio. Una legge così esisteva ma fu abrogata negli anni ’90 in tutte le economie occidentali: da allora le banche hanno riunito i servizi bancari, di investimento e assicurativi, ed hanno preso a operare in borsa con molta libertà; si sono poi infettate con i titoli “tossici” causando la definitiva esplosione dell’attuale gravissima crisi finanziaria.

I risparmi dei pratesi che fine fanno?
Vengono dirottati su altre piazze più convenienti?
Ebbene, chiediamo alle banche di conoscere come impiegano i nostri soldi.

Ma è giusto che le banche cerchino i guadagni facili lontani dal territorio?
Non è etico, per la gravità della crisi, che le grandi banche agiscano con logiche che abbandonano i cittadini a loro stessi.
Il ceto medio va impoverendosi sempre più, i pratesi sono adesso tra i più poveri della Toscana.

Come fare per ripartire?
Ci sono tanti privati che hanno capitali fermi, depositati, Ci sono fondazioni bancarie che hanno capitali importanti.
Ci vuole un progetto importante che faccia da calamita, che attragga questi capitali e li si impieghi in vista di ritorni a 15-20-30 anni. Dobbiamo guardare lontano.
A questo serve il ruolo pubblico, di garanzia appunto, che orienti le scelte in senso "dirigistico" perché si decide di privilegiare progetti che facciano da volano economico.
Lo abbiamo chiamato Fondo Etico dedicato ai progetti industriali e infrastrutturali per il territorio. Tale fondo farebbe ricorso a forme di finanziamento a basso tasso di interesse per il rilancio della Città.

A questo link il testo della Mozione approvata.

Nicola Oliva
Consigliere comunale
responsabile del Credito Pd Prato

Mozione sul Credito rivolta al Sindaco e al Presidente del Consiglio Comunale di Prato

-> Documento in PDF <-

Il Consiglio Comunale, nell’istituire la Commissione speciale di studio sul credito, ha voluto approfondire gli effetti della crisi su imprese e famiglie.

Nel corso degli incontri che la Commissione ha svolto con le categorie economiche, i sindacati, le banche e gli altri soggetti istituzionali è emerso un quadro di sfiducia diffusa: mancano politiche mirate tanto allo sviluppo delle aziende esistenti che alla nascita di nuove iniziative imprenditoriali.

Abbiamo chiesto al sistema bancario informazioni dettagliate su impieghi e raccolta, ma dobbiamo rilevare che, salvo isolati casi, non sono state fornite.
Ciononostante, gli istituti bancari hanno dichiarato che a Prato non si sono chiusi i rubinetti del credito, piuttosto – spiegano – c’è stata una diversa modalità di erogazione e che, se mai, ci sono stati minori utilizzi.
Il dissesto di alcuni gruppi nel tessile/abbigliamento e nel comparto edile con fallimenti e concordati preventivi ha reso inesigibili crediti per importi considerevoli causando ulteriori appesantimenti finanziari per le aziende creditrici, che in alcuni casi hanno costretto alla chiusura.

L’indebitamento delle famiglie dovuto ai prestiti contratti e all’utilizzo smodato delle carte di credito con rimborso rateale ha raggiunto livelli preoccupanti, al punto che cominciano ad essere frequenti le situazioni in cui non basta più il reddito mensile a coprire le rate e si ricorre sempre più spesso alla vendita di immobili per chiudere il contenzioso.
Nel corso dei mesi, l’aumento del rischio paese sull’Italia, riflesso nella crescita di rendimento dei Btp, si è immediatamente riflesso sulle banche, che a loro volta lo hanno riversato su imprese e famiglie: si paga a caro prezzo il credito per finanziare nuovi investimenti ma anche per il capitale circolante.
La crisi finanziaria del 2008 ha messo in luce la natura delle debolezza del sistema bancario, che è causata dal duplice ruolo di banca d’affari e di banca commerciale.

Siamo arrivati ad una conclusione colma di amarezza: gli attori di sviluppo locale di Prato, le Istituzioni elette dai cittadini, le rappresentanze delle categorie economiche e sociali, la Camera di Commercio, hanno dimostrato di non avere il polso della situazione, semplicemente perché non sono a conoscenza dei dati quali-quantitativi sul credito locale.
Tale conclusione lascia senza risposta la domanda: come possono le istituzioni riuscire a rappresentare gli interessi legittimi dei cittadini, delle imprese e dei lavoratori, in una così pressoché totale assenza di informazioni?
Che valore hanno dunque le dichiarazioni pubbliche di doglianza davanti all’emergenza occupazionale, al moltiplicarsi delle code alla Caritas per fare la spesa o per un pasto caldo, all’assottigliarsi dei redditi familiari, alla crisi del distretto tessile, se a quelle non fanno seguito proposte politiche coraggiose?
In questo quadro la politica non può indugiare oltre nell’impegnarsi per il bene comune e pretendere di conoscere la realtà delle cose per sensibilizzare la pubblica opinione e gli attori locali del territorio pubblici e privati.
Per garantire la tutela del risparmio ed incoraggiare gli investimenti produttivi occorrono decisioni orientate ad assicurare il progresso sociale e la salute della nostra Repubblica.

Il Consiglio comunale, pertanto, formula le seguenti proposte da sottoporre al vaglio del Sindaco e della Giunta:

  • Costituire un Osservatorio del Credito locale tra le principali istituzioni rappresentative del territorio pubbliche e private (senza oneri per indennità, gettoni o rimborso di spese a carico degli Enti Pubblici, chiamati a supportare l’iniziativa unicamente predisponendo opportuni mezzi e professionalità) per stabilire momenti di confronto istituzionali sull’andamento del credito.
  • Costituire, attraverso l’impiego di capitali privati, un Fondo Etico dedicato ai progetti industriali e infrastrutturali per il territorio. Tale fondo potrebbe coinvolgere anche le fondazioni bancarie riferite agli istituti di credito più impegnati sul territorio ricorrendo a forme di finanziamento a basso tasso di interesse per il rilancio della Città.
  • Affinare e potenziare con nuove risorse il “Fondo sviluppo nuove imprese” della Camera di Commercio di Prato, per la partecipazione al capitale di rischio delle imprese.
  • Istituire un Fondo rotativo per i lavori pubblici sotto soglia comunitaria al fine di accorciare i tempi di incasso e migliorare la parte finanziaria delle imprese appaltatrici.
  • Stabilizzare il debito pubblico e Vietare le scommesse sui nostri titoli di stato. Non dovrebbero esistere derivati sul debito pubblico, né il debito dovrebbe essere soggetto alle decisioni di banche e hedge fund internazionali.
  • Separare le banche d’affari dalle banche commerciali invece di finanziare i salvataggi bancari. Promuovere incontri e iniziative per arrivare ad un proposta di legge per la ripresa economica, secondo lo standard Glass-Steagall.

Se ne richiede l’iscrizione all’o.d.g. del prossimo Consiglio Comunale.

I Consiglieri Comunali e i Capigruppo

Nicola Oliva
Francesco Innaco
Roberto Baldi
Riccardo Bini
Massimo Carlesi
Aurelio Donzella
Antonio Longo
Emilio Paradiso
Leonardo Soldi

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