Mappa del sito

Newsletter

Il CD di Solidarietà

© Copyright

Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà
MoviSol.org
Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

   

La presidente argentina riafferma la politica nazionale di crescita, in stile Roosevelt

25 maggio 2012 (MoviSol) - Quanto il governo della presidente argentina Cristina Fernandez de Kirchner ha ri-nazionalizzato la compagnia petrolifera YPF in aprile, assumendo il controllo del 51% delle azioni detenute dalla spagnola Repsol, l'Europa ha reagito con orrore. I membri del Parlamento Europeo hanno definito la decisione "un attacco all'esercizio della libera impresa", il ministro degli Esteri britannico William Hague ha espresso "profonda preoccupazione" e la Spagna ha minacciato rappresaglie nei confronti dell'Argentina, mentre il ministro del Commercio spagnolo ha annunciato che avrebbe sfidato la decisione al G-20.

Il motivo di tanta furia è stato indicato sul Guardian da Richard Drayton, docente di storia imperiale al Kings College a Londra. Il petrolio e i profitti, ha scritto, non sono la principale questione in ballo, ma semmai il fatto che l'Argentina abbia interrotto "la catena di cartolarizzazione legata al mondo reale per il petrolio da una parte, e le banche d'affari a Londra e New York, che detengono swap ed altri titoli derivati sulla Repsol e sul debito della YPF, dall'altra".

Quanto al vertice G-20 in giugno, i leader finanziari si sono rifiutati di mettere all'ordine del giorno la questione YPF, dichiarando che "non è il luogo per un dibattito bilaterale". Inoltre i paesi del BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa) hanno deciso di difendere l'Argentina. Hanno invitato l'Argentina a co-sponsorizzare la dichiarazione sulla questione dell'occupazione, della crescita economica e del commercio internazionale che verrà discussa a tale vertice, in cui si dichiara che il libero scambio non genera da solo la crescita economica, lo sviluppo e l'inclusione sociale, ma occorrono altre politiche che promuovano gli investimenti nel capitale umano e nelle infrastrutture.

Ciononostante, Europa e Stati Uniti, che stanno sprofondando nella bancarotta, si permettono ancora di dare lezioni alle economie in crescita del mondo (quando non le minacciano di guerra). Un dato parla chiaro: mentre la disoccupazione giovanile in Spagna è arrivata al 50%, in Argentina c'è una crescita del 8% ed alti livelli di occupazione, anche nel settore ad alta specializzazione. Quindi, stando ai consolati spagnoli in Argentina, 1.200 spagnoli emigrano in Argentina ogni mese, molti di loro sono ingegneri, architetti o esperti informatici che trovano lavoro. Questo non sorprende, considerando che il governo argentino promuove la scienza e la tecnologia, che Cristina Fernandez ha definito "una politica di stato" da non abbandonare mai.

Dal 2003, quando fu eletto presidente suo marito Nestor Kirchner, gli investimenti argentini nell'istruzione sono triplicati, e il bilancio per la scienza e la tecnologia è aumentato del 937%! C'è stato un aumento del 66% nelle risorse umane dedicate alla scienza ed un aumento del 67% nelle infrastrutture scientifiche, e il numero di ricercatori è aumento del 72%.

Sono stati rimpatriati 890 scienziati, e questo dato salirà a 1000 entro la fine dell'anno, quasi il 40% tornano in Argentina dagli Stati Uniti, dove la scienza muore a causa delle condizioni politiche attuali.

Cristina Fernandez ha chiarito, come fece il suo defunto marito, che la politica che ha adottato è quella di Roosevelt. In un discorso del 16 maggio di fronte agli studenti, ha ribadito che l'Argentina ha adottato il modello di ripresa economica degli anni Trenta negli Stati Uniti sotto Franklin Roosevelt, per evitare che il paese diventasse "un'altra perla nella corona britannica".

Sostieni il Movimento di Lyndon LaRouche in Italia


[inizio pagina]