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La realtà sfida Hollande: battersi o tradire il popolo?

25 maggio 2012 (MoviSol) - Prima di essere eletto Presidente della Francia, François Hollande ha destato grandi speranze in tutta Europa con la sua campagna contro l’austerità draconiana che ha mandato in rovina quasi tutti i paesi europei, ed a favore della crescita, considerate condizione sine qua non per sistemare i conti.

L’ Economist di Londra e molti banchieri intenti a salvare il sistema attuale hanno descritto il programma di Hollande per aumentare i salari minimi e alcune pensioni, e la sua promessa di riassumere oltre 50.000 insegnanti, una prova evidente del fatto che “la Francia” sarebbe in uno stato di diniego. Sono gli stessi che promuovono il “fascismo finanziario dal volto umano” come quello di Mario Monti. Alcuni hanno addirittura proposto che l’ex governatore della BCE Jean-Claude Trichet o il capo del WTO Pascal Lamy (che, dopo tutto, è un socialista) diventi ministro del Bilancio del nuovo governo.

Questo non è accaduto. Hollande ha corso il rischio di “spaventare” i mercati nominando Bernard Cazeneuve ministro degli Affari Europei e l’ex primo ministro e ministro delle Finanze Laurent Fabius come ministro degli Esteri, anche se entrambi hanno condotto una campagna contro la Costituzione UE durante il referendum del 2005. Tuttavia, Fabius ora si dice a favore del consolidamento dell’integrazione europea e della “governance economica”.

Ad un incontro privato con Angela Merkel e col Presidente Obama ed altri leader al vertice G8 Hollande ha ottenuto che il comunicato finale contenesse la parola “crescita”. Tuttavia, le misure presentate dalla sua equipe, come i project-bonds emessi dalle Banche Europee di Investimento a istituti di credito sovrani che possano poi concederli in prestito a industrie produttive, o la tassa sulle transazioni finanziarie, l’uso illimitato dei fondi strutturali UE, gli Eurobonds per i salvataggi ed un ruolo più ampio della BCE, non solo sono incompetenti, ma non tengono conto della vera natura dell’attuale collasso finanziario sistemico.

L’agenda presentata da Hollande, che cerca sempre il consenso tra tutti gli attori, nel migliore dei casi è al di fuori del contesto temporale degli avvenimenti attuali. Invece di chiedere che vengano cancellate intere sezioni del debito impagabile del gioco d’azzardo finanziario, al G8 ha chiesto che le banche spagnole vengano ricapitalizzate.

Quello che c’è di positive, per il momento, è la determinazione di Hollande ad imporre la separazione bancaria in qualche forma. Secondo La Tribune, questa riforma verrà discussa e votata al Parlamento entro il 3 luglio. Uno dei consiglieri, l’economista Karine Berger, ha detto che la riforma non sarà quella finta di Volcker o Vickers, ma specifica per il sistema bancario francese.

Il Presidente francese non ha ancora capito pienamente, ma la realtà lo costringerà presto a farlo, che deve scegliere tra la “Bastiglia” (il popolo) e l’Europa (i mercati). Lo aiuteranno a capirlo i 78 candidati di Solidarité et Progrés, presentati dall’ex candidato alla presidenza Jacques Cheminade alle elezioni politiche del 17 giugno.

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