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Il "salvataggio" della Spagna, un altro fallimento annunciato

17 giugno 2012 (MoviSol) - Mentre prendeva l'aereo per assistere alla partita di calcio degli Europei, domenica 10 giugno, il Primo ministro spagnolo Mariano Rajoy ha annunciato la prima "vittoria" della Spagna, il prestito di 100 miliardi dell'UE alle banche spagnole.

Il 9 giugno, dopo i colloqui con gli altri 16 ministri finanziari dell'Eurogruppo, il governo di Madrid ha annunciato di voler fare ricorso a 100 miliardi di euro per ricapitalizzare le banche. La cifra esatta, e le condizioni annesse, saranno determinate dalla Commissione Europea assieme alla BCE, l'Autorità Bancaria Europea e il FMI, dopo aver ricevuto la richiesta formale della Spagna.

Il denaro proverrà dall'European Financial Stability Fund (EFSF) o dal non ancora nato European Stability Mechanism (ESM) e sarà elargito al Fondo per la Ristrutturazione Ordinata delle Banche (FROB). Per ora la Spagna non riceve ancora niente.

Comunque, la cifra di 100 miliardi è insignificante se paragonata al buco reale. Il Financial Times ha stimato che per salvare le banche spagnole ci sia bisogno di 475 miliardi di euro. Moody's ha notato che l'accordo provocherà un'altra retrocessione del rating spagnolo.

Ciononostante, l'impero finanziario che fa centro su Londra sta usando il prestito per insistere con la richiesta che le nazioni dell'Eurozona cedano ogni elemento di sovranità rimasto, così che i tecnocrati possano "risolvere" la "crisi bancaria" dissanguando la popolazione, come in Grecia.

L'ha di nuovo fatto capire chiaramente il ministro del Tesoro britannico George Osborne quando, sul Sunday Telegraph del 10 giugno, si è lamentato che la ripresa (sic) britannica viene "soffocata" dai problemi europei, e che "l'Eurozona ha bisogno di seguire la 'logica senza rimorsi' dell'unione monetaria verso una maggiore integrazione fiscale" con "maggiore sostegno da parte delle economie più forti per contribuire all'aggiustamento delle economie più deboli; mettere le risorse in comune… neanche noi ci opporremo ad una maggiore integrazione politica dei paesi dell'Eurozona, compresa l'unione bancaria, se questa è la soluzione". Tuttavia, ha precisato Osborne, "la Gran Bretagna non parteciperà e i contribuenti britannici non sussidieranno le banche dell'Eurozona".

In un'intervista alla rete televisiva ARD il 7 giugno, il cancelliere tedesco Angela Merkel si è detta a favore dell'unione fiscale e "soprattutto" dell'unione politica. "Questo significa che, un passo dopo l'altro, dobbiamo cedere le competenze all'Europa". Sostenendo la necessità che i paesi membri debbano avvicinarsi maggiormente, ha aggiunto: "Non possiamo smettere di avanzare solo perché qualche paese non vuole seguirci".

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