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Stati Uniti: La Camera dei Rappresentanti decide di rinviare le vacanze

10 agosto 2012 (MoviSol) - Quello che normalmente è un voto di routine per il rinvio dei lavori parlamentari durante la pausa estiva si è trasformato in un segnale del fatto che con l'aggravarsi della crisi gli "affari correnti" e il "business as usual" sono inaccettabili per la maggioranza della Camera dei Rappresentanti a Washington. 78 repubblicani e 187 democratici hanno votato contro la chiusura della Camera fino al 4 settembre. Mentre i media mentivano, annunciando che il Congresso è chiuso o ignorando il voto e offrendo una miriade di ragioni per farlo, la questione cruciale del voto è chiara: la maggioranza dei membri della Camera si rendono conto del fatto che la nazione vive una crisi esistenziale e che la popolazione arrabbiata dà la colpa a loro perché non intraprendono i passi necessari.

Ha contribuito a farlo capire la mobilitazione degli attivisti di LaRouchePAC che per due settimane hanno condotto un blitz delle istituzioni di governo a Washington. La mobilitazione di LPAC si è concentrata su due compiti principali. Prima di tutto i giovani larouchiani hanno preteso che il Congresso prenda misure immediate sulla crisi economica ed il collasso finanziario, approvando il disegno di legge HR 1489 che chiede il ripristino della legge Glass-Steagall sulla separazione tra banche commerciali e banche d'affari, e metterebbe fine ai salvataggi bancari, abolendo l'obbligo dello stato di garantire centinaia di trilioni di dollari di debito puramente speculativo e senza valore da parte delle banche. Insieme alla Glass-Steagall è necessario il ritorno ad un sistema creditizio nazionale, a partire dal ritorno alla Banca Nazionale degli Stati Uniti, che avrebbe come primo compito il finanziamento del progetto per la North American Water and Power Alliance (NAWAPA XXI). NAWAPA creerebbe oltre sei milioni di posti di lavoro con il più grande progetto infrastrutturale nella storia degli USA e riavvierebbe il potenziale industriale, soprattutto nel settore delle macchine utensili.

La campagna internazionale per la Glass-Steagall ha ricevuto un'enorme spinta nelle ultime due settimane col voltafaccia di Sanford Weill, il banchiere di Citicorp che ha ammesso che è necessario il ripristino di Glass-Steagall, dopo aver svolto un ruolo determinante nel farla abrogare nel 1999 (cfr. EIR Strategic Alert 31/12). Gli editoriali dei principali quotidiani al mondo, incluso il Financial Times, il New York Times e il Los Angeles Times, ma anche il settimanale tedesco Der Spiegel, ammettono l'urgenza della Glass-Steagall. La conversione di Weill sulla via di Damasco, in particolare, ha avuto un enorme impatto ed è stata citata da numerose audizioni al Congresso da sostenitori del DDL H.R. 1489, ma anche nel corso di numerose discussioni animate nei corridoi del Congresso e di incontri tra i congressisti e gli attivisti di LPAC.

Un'altra spinta per la Glass-Steagall viene dallo scandalo Libor e da quello sul riciclaggio dei soldi sporchi della droga da parte della HSBC. Anche questi scandali spingono il Congresso a prendere misure contro le attività criminali di molte banche e istituti finanziari che sono al centro della crisi finanziaria globale. Questo include azioni contro l'amministrazione Obama che ha insabbiato tutte queste attività criminali (come risulta dal ruolo di Geithner nello scandalo Libor) e ne ha sostenuto attivamente la continuazione.

La seconda questione sollevata durante la mobilitazione di LPAC è l'intensificazione del pericolo di una terza guerra mondiale, dovuto all'escalation della politica di cambiamento di regime dell'amministrazione Obama, a partire dalla Siria, e la sua insistenza a mantenere "sul tavolo" la questione di un attacco preventivo contro l'Iran. Molti congressisti hanno espresso la loro preoccupazione che se il Congresso va in vacanza e si verifica lo scenario dei "cannoni d'agosto", niente tratterrà un Obama sempre più disperato dal varcare la soglia di un attacco termonucleare contro Russia e Cina.

Nonostante gli sforzi dei militanti di LPAC e la doccia fredda di realtà che viene dal collasso dell'Euro, dal crollo della produzione alimentare per via della siccità e dall'intensificarsi dei combattimenti in Siria (e l'ammissione da parte dell'amministrazione Obama di aver dato sostegno ai ribelli) il Congresso non si è finora mosso.

Il voto della Camera dei Rappresentanti contro la chiusura estiva è quindi un riconoscimento del fatto che i parlamentari non sono stati in grado di reagire alla crisi e sono pronti a riunirsi in sedute di emergenza. Lyndon LaRouche ha confermato che la mobilitazione di LPAC continuerà ed aumenterà, sia a Washington che nelle sedi locali da cui provengono i congressisti. La capacità degli USA di sopravvivere all'intrecciarsi di queste crisi dipenderà da se o no il Congresso tornerà a Washington in agosto.

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