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Il collasso dell'Eurozona porta all'emigrazione di massa

1 settembre 2012 (MoviSol) - Come si legge sul numero doppio (nn. 32-33) dell'EIR Strategic Alert, la Grecia ha perso quasi un milione di abitanti come risultato diretto dell'emigrazione di massa per sfuggire alla disoccupazione e alla fame. Anche l'Irlanda, il Portogallo e la Spagna subiscono un calo demografico come risultato dell'emigrazione. Gli "esodati" della Troika vanno ad ingrossare le file degli uffici di collocamento ma anche sulle panchine e nelle strade delle metropoli dell'Europa centro-settentrionale.

In Irlanda la lancetta dell'orologio è stata spostata ai tempi dell'emigrazione di massa. Su una popolazione di meno di 4,5 milioni, che cresce al ritmo dello 0,6 per cento annuo, ne emigrano 70 mila all'anno, o l'1,6 per cento. Perché? La prima causa è la disoccupazione, cresciuta dal 4,8 per cento del 2008 al 14,8 per cento del giugno di quest'anno.

Una delle conseguenze più tristi è l'aumento dei suicidi, che hanno raggiunto i 600 all'anno, un aumento drammatico rispetto agli anni precedenti, direttamente attribuibile al crollo economico. In uno studio pubblicato all'inizio dell'anno, la National Suicide Research Foundation ha rilevato che su 190 suicidi nella contea di Cork tra il settembre 2008 e il marzo 2011, un terzo erano giovani precedentemente assunti dall'industria edile, che subì un forte declino nel 2008.

In Portogallo, un paese con quasi 10,8 milioni di abitanti, sono emigrate tra le 100.000 e le 120.000 persone nel 2011. Anche se molte emigrano in altri paesi UE, alcuni, dotati di specializzazione, tra cui ingegneri, programmatori di computer ed accademici, fuggono nelle ex colonie del Mozambico e in Angola, dove i tassi di crescita sono superiori a quelli del Portogallo. Anche i suicidi sono aumentati, soprattutto tra gli anziani ed i disoccupati.

La Spagna, che con 47 milioni di abitanti è più grande di Grecia, Irlanda e Portogallo messe insieme, è ormai in caduta libera, con una disoccupazione arrivata al 24,7% il giugno scorso, rispetto all'8,5% nel 2008. Tra i giovani, il tasso di disoccupazione è del 53%. Nel 2011 sono emigrati 62.000 spagnoli, ma soltanto nei primi 6 mesi di quest'anno ne sono emigrati 40.625, un aumento del 44% rispetto all'anno scorso. Inoltre 228.000 stranieri, molti dei quali lavoravano nel settore dell'edilizia, se ne sono andati, o sono stati costretti a lasciare il paese.

Anche se l'emigrazione era un problema comune di questi paesi dagli anni Cinquanta agli anni Settanta, allora c'era richiesta di manodopera in Europa del Nord, per via del miracolo economico. Ma ora tutta l'Europa soffre di tassi di crescita negativi e di un tasso di disoccupazione medio che supera il 10%.

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