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Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà
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In difesa della legge Glass-Steagall: anche Tremonti se la prende con Draghi

5 settembre 2012 (MoviSol) - Alla conferenza stampa della BCE di inizio agosto, incalzato da Claudio Celani sulla separazione tra banche commerciali e banche d’affari, Mario Draghi aveva risposto in modo evasivo e sofista.

La domanda: "Poiché Lei è personalmente associato alla legge che in Italia ha abrogato il vecchio regime di separazione bancaria, col senno di poi, se la sente di unirsi a Sandy Weill, l'architetto dell'abrogazione di Glass-Steagall negli USA, nel dire: 'Abbiamo fatto un errore e dovremmo tornare alla completa separazione tra banche commerciali e banche d'affari'?"

Rispondendo irritato al vicepresidente di MoviSol, Draghi lo aveva accusato di confondere le mele con le pere.

Su questo sito [vedi l'articolo completo] Celani dimostrò di saper distinguere accuratamente, e che, dovendo scegliere, Draghi è proprio una mela - un Malus domestica. Nella sostanza, ribatté:

"Con il processo che va dalla Legge Amato (1992) alla Legge Draghi (1998), si è passati a un regime in cui, abolite le specializzazioni, le banche sono diventate banche universali, e cioè tutte fanno tutto, compresa l'attività di banca d'affari. Il Fondo di Tutela dei depositi si trova così a proteggere banche che mettono a repentaglio i risparmi dei cittadini speculando sui mercati finanziari con la loro divisione investment."

Poche settimane dopo anche Tremonti ha accusato Draghi di aver "rimesso in piedi una pericolosa commistione fra banche ordinarie e banche d'affari".

Stando a quanto riferisce Giorgio Ponziano su Italia Oggi, l'attacco è molto preciso: Draghi architettò "una situazione che già aveva provocato la crisi del '29 senza evidentemente avere insegnato nulla" e ora, in qualità di presidente della Banca Centrale Europea, "è fautore di immissioni di capitali che le banche pagano all'uno percento e poi impiegano al sei percento", anche – naturalmente – nel grande gioco di speculazione sui titoli di Stato.

Tremonti conclude evocando ancora una volta il presidente americano del New Deal: "farei come Roosevelt nel 1933: chiudere le banche e riaprire solo quelle sane, bloccare per legge la speculazione, rilanciare un corposo piano di opere pubbliche".

È così che il dialogo tra Tremonti e il Movimento Solidarietà prosegue, dopo che, alla fine di maggio, l'ex Ministro dell'Economia ha pubblicamente ringraziato il nostro socio Flavio Tabanelli per la segnalazione del suo articolo "Nessun sacrificio! Separare le banche e salvare la scuola":

"Le segnalo che la Gilda degli Insegnanti ieri ha pubblicato un mio articolo, in cui accenno alla previsione della crisi economica formulata da Lyndon LaRouche nei primi anni Settanta, alla proposta di ripristinare i criterii della legge Glass-Steagall, sia in Francia sia in Italia, e agli altri passi da intraprendere (Nuova Bretton Woods, cancellazione dei titoli illegittimi, ecc.) per esprimere la vera prospettiva di ripresa economica globale."

(Vedi la pagina del sito di Tremonti.)

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