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I banchieri centrali a lezione di Glass-Steagall

5 settembre 2012 (MoviSol) - Il consenso per la reintroduzione della separazione bancaria sul modello della legge Glass-Steagall è cresciuto notevolmente nelle ultime settimane, tanto che si può parlare di una vera e propria spaccatura nell'establishment transatlantico. Da una parte il mondo industriale, parte di quello politico e anche bancario che sono a favore, e dall'altra Wall Street, la City di Londra e il governi Obama e Cameron che sono contrari.

Il dibattito è scoppiato anche nella tana del lupo, alla riunione annuale dei banchieri centrali il 31 agosto a Jackson Hole, in Wyoming. A portare l'aglio tra i vampiri è stato nientemeno che un direttore della Banca d'Inghilterra, Andrew Haldane. Nel suo intervento, intitolato "Il cane e il frisbee", Haldane ha letteralmente tessuto le lodi di Glass-Steagall. Come suggerisce il titolo, ha detto che i regolamenti bancari dovrebbero essere semplici come lo è per il cane agguantare un frisbee senza conoscere le leggi della fisica.

"Paragoniamo la risposta legislativa americana alle due grandi crisi del secolo scorso, la Grande Depressione e la Grande Recessione. La singola risposta più importante alla Grande Depressione fu il Glass-Steagall Act del 1933. Di fatto, questa può essere stata la legge più influente del XX secolo. Eppure, era di sole 37 pagine".

Haldane ha paragonato Glass-Steagall alla legge Frank-Dodd del 2010, che consisteva di 848 pagine e potrebbe arrivare a 30,000 quando sarà completata. "Si tratta di circa mille volte il suo parente più stretto, la Glass-Steagall". Per quanto riguarda le regole europee, che ha chiamato "La Torre di Basilea" e che veleggia verso le 60 mila pagine, "farà sembrare la Frank-Dodd un giro di riscaldamento dei muscoli".

Il giorno precedente un altro personaggio autorevole, l'ex presidente della Commissione d'Inchiesta sulla Crisi del Congresso, Phil Angelides, aveva fatto pubblica ammenda su Glass-Steagall. Angelides non era mai stato contrario a Glass-Steagall, anzi; nel suo rapporto aveva chiaramente indicato come lo smantellamento progressivo dei criteri di Glass-Steagall, assieme all'espansione monetaria, aveva causato la crisi. Ma come ha spiegato al blog della Wharton School, aveva finora creduto che i grandi istituti finanziari potessero essere regolati. Ha cambiato idea a seguito di tutte le malefatte scoperte di recente, compresa la truffa del Libor. "Sono giunto alla conclusione che sono too big to fail, too big da gestire e troppo rischiose". Essi "distorcono i mercati e la democrazia". Ha concluso dicendo: "C'è un coro crescente di voci nel settore finanziario che chiede la separazione delle grandi banche… non è più un piccolo movimento".

In Germania, numerosi dirigenti industriali hanno preso pubblicamente posizione a favore della separazione bancaria, tanto che le riviste economiche parlano di "assalto degli industriali alle banche". I politici hanno preso coraggio e si uniscono al coro, come ha fatto per ultimo il leader dei socialdemocratici nello stato dell'Assia, di cui fa parte Francoforte, centro bancario tedesco ed europeo.

In Italia, l'ex ministro dell'Economia Giulio Tremonti ha aggiornato la sua nota battaglia a favore di Glass-Steagall con una bordata contro il "killer" della separazione bancaria in Italia, Mario Draghi. Tremonti ha dichiarato ad una conferenza pubblica a Belluno il 29 agosto che "Draghi In Italia è il padre di una legge bancaria che ha, di fatto, rimesso in piedi una pericolosa commistione fra banche ordinarie e banche d'affari, una situazione che già aveva provocato la crisi del '29 senza evidentemente avere insegnato nulla, mentre in Europa è fautore di immissioni di capitali che le banche pagano all'1% e poi impiegano al 6%".

L'attacco di Tremonti a Draghi segue quello dell'EIR all'ultima conferenza stampa della BCE (cfr. EIR Strategic Alert 34/12 e, più estesamente, "A lezione di sofismo da Draghi").

Toccando il tema di cui molti parlano, e cioè del suo rientro in politica a capo di una nuova formazione, Tremonti non ha smentito, e ha detto di avere già il programma: "Farei come Roosevelt nel 1933: chiudere le banche e riaprire solo quelle sane, bloccare per legge la speculazione, rilanciare un corposo piano di opere pubbliche"

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