Mappa del sito

Newsletter

Il CD di Solidarietà

© Copyright

Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà
MoviSol.org
Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

   

La campagna elettorale americana, una inquietante fuga dalla realtà

6 settembre 2012 (MoviSol) - La Convention repubblicana della settimana scorsa avrà magari evitato l'uragano Isaac, ma non ha evitato l'inevitabile fallimento che pende sul candidato prescelto, Mitt Romney. L'idea della Convention era di renderlo "più gradevole", visto che i superpagati consulenti sono giunti alla conclusione che il suo problema è che manca di "tatto" e che le sue enormi ricchezze lo rendono antipatico per "l'uomo comune", e quindi difficile da vendere come candidato presidenziale.

Anche se è vero che Romney è rigido e manca di empatia per l'americano medio che soffre delle conseguenze della prolungata crisi economica e finanziaria, non è questo il problema. Il suo problema è che non ha imparato niente dagli ultimi dieci anni, e promuove la stessa politica imposta da George Bush Jr. e Barack Obama, ovvero la politica che ci ha portati in questa crisi esistenziale.

Basti un esempio. Romney si candida contro un presidente il cui bilancio politico è pessimo, eppure i sondaggi indicano ancora un testa a testa, come è possibile?

In quasi quattro anni di mandato, Obama non ha mantenuto nemmeno una delle sue promesse più importanti. Per citarne due, aveva detto che avrebbe messo fine alle lunghe guerre dell'era di Bush, e avrebbe creato posti di lavoro per i disoccupati creati dalla bolla immobiliare e dal crollo del sistema bancario che si verificarono tra il luglio 2007 e la sua inaugurazione nel gennaio 2009.

Sulla prima promessa, gli Stati Uniti non solo sono ancora impegnati in una guerra senza speranze in Afghanistan, ma Obama minaccia di provocarne altre, per imporre un cambiamento di regime in Siria come fece in Libia e sostenere il folle Nethanyahu in un attacco contro l'Iran. Queste guerre non solo non sono necessarie, ma portano a uno scontro con la Russia. Romney, così come ha illustrato al suo discorso alla Convention, accusa Obama di non essere abbastanza "duro" con la Russia! Romney, come Obama, è pronto a portare la nazione in una direzione che conduce alla distruzione termonucleare!

Quanto ai posti di lavoro, Obama ha rifiutato piani per creare posti di lavoro veri, proseguendo la politica di Bush di salvataggi bancari per le banche "too big to fail". Tramite il ministro del Tesoro Geithner e della Giustizia Holder, ha bloccato tutte le inchieste e i processi per frode nei confronti degli istituti finanziari che hanno provocato la crisi, consentendo loro di continuare con le loro irresponsabili speculazioni e con la corruzione generale che ha provocato la crisi. E' intervenuto personalmente per bloccare l'approvazione di una nuova legge Glass-Steagall, che avrebbe messo fine ai salvataggi bancari.

Per impedire che le banche dichiarassero il fallimento, Obama ha tagliato i fondi agli enti locali, all'assistenza sanitaria Medicare, e minaccia di tagliare anche la previdenza sociale, mentre la sua riforma sanitaria, l'unica legge che sia riuscito a far approvare al Congresso, arricchisce le compagnie assicurative ed elimina procedure mediche salva-vita per "ridurre la spesa" condannando gli anziani e gli indigenti alla categoria di bocche inutili da sfamare che possono anche morire.

Quanto ai posti di lavoro, la disoccupazione reale resta quasi al 20%, con nessuna prospettiva di miglioramento, e molti dei posti di lavoro creati sono a basso salario o part time.

Ciò in cui Romney differisce da Obama sono altre riduzioni delle tasse, soprattutto per i ricchi, e tagli al bilancio ancora più pesanti. Come Obama, egli si oppone alla separazione bancaria (Glass-Steagall), considerandola troppo statalista, il che indica che anche lui proteggerà i predatori di Wall Street.

La questione reale, posta dai candidati larouchiani, è come mai gli americani tollerino ciarlatani simili come candidati presidenziali, quando nessuno dei due propone una vera soluzione alla crisi? I sondaggi mostrano che la maggioranza degli elettori non vorrebbe nessuno dei due, il che indica la possibilità che Obama possa ancora essere destituito alla Convention democratica di questa settimana o prima delle elezioni.

In questo contesto, la mossa del repubblicano Walter Jones, che ha scritto una lettera a Obama ricordandogli che c'è una sua proposta di legge per l'impeachment nel caso che osi entrare in guerra senza autorizzazione del Congresso, potrebbe raccogliere sostegni trasversali. "Mentre salgono le tensioni e la retorica in Siria e Iran, il potere di dichiarare guerra rimane nelle mani del Congresso", scrive Jones. "Nessuna risoluzione delle Nazioni Unite o della NATO può sovrastare il potere attentamente attribuito ai rappresentanti del popolo americano".

Sostieni il Movimento di Lyndon LaRouche in Italia


[inizio pagina]