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Obama usa la frode del "Fiscal Cliff" per imporre un’austerità killer

7 dicembre 2012 (MoviSol) - Verso la fine della campagna presidenziale, il Presidente Obama ha dichiarato al Des Moines Register che dopo le elezioni avrebbe imposto tagli alla spesa sociale. Visto che fino ad allora l’aveva negato, il quotidiano ha dato il suo sostegno a Mitt Romney, disturbato dal fatto che Obama stesse nascondendo i suoi veri piani.

Dopo le elezioni Obama ha usato la falsa questione del "fiscal cliff" o baratro fiscale come scusa per promuovere la sua politica. Il fiscal cliff combina un tetto del debito fissato arbitrariamente, che sta per essere raggiunto, con la scadenza dei tagli alle tasse attuati dalla precedente amministrazione Bush, ovvero il 31 dicembre 2012. Se non verrà raggiunto entro allora un accordo sugli aumenti delle tasse e la riduzione della spesa, verranno imposti tagli automatici per evitare il "fiscal cliff", ovvero livelli di debito dello stato che vengono considerati insostenibili. Moody's ed altre agenzie di rating hanno già minacciato di declassare il debito USA se non verrà raggiunto un accordo.

Ora, Obama sostiene nelle sue dichiarazioni pubbliche che vuole mantenere la riduzione delle tasse per la classe media, ed aumentare le imposte per i ricchi al fine di "generare nuove entrate" riducendo così il deficit. Egli sostiene che i repubblicani intendono aumentare le tasse alla classe media di oltre 2.000 dollari per famiglia all’anno, perchè insistono che o si mantiene la riduzione delle tasse dell’era Bush per tutti, o si elimina per tutti.

Ma mentre tutti si concentrano sulle entrate, Obama ha chiarito che è disposto a sostenere pesanti tagli alla spesa pubblica, soprattutto a Medicare e Medicaid, ovvero l’assistenza sanitaria per gli anziani ed indigenti, ma anche alla previdenza sociale per pensionati e disabili, al fine di ridurre il deficit. Questo fa arrabbiare molti democratici che considerano i programmi sociali una parte importante della tradizione legata ai Presidenti Franklin Roosevelt, John Kennedy e Lyndon Johnson.

La vera frode è che tutti questi piani di austerità negli ultimi quarant'anni non hanno affatto portato ad una maggiore solvenza fiscale, ma semmai alla riduzione dell’economia fisica e ad alti tassi di mortalità tra poveri, infermi e anziani, peggiorando la situazione. I programmi di aggiustamento strutturale del Fondo Monetario Internazionale hanno portato solo alla distruzione delle nazioni che li hanno adottati, consentendo al contempo il salvataggio delle banche che detengono il vero debito che affligge le nazioni. Lo stesso vale per i tagli draconiani imposti in Europa: il rimedio uccide il paziente. Anche se molti politici americani sostengono di voler evitare il "modello greco", in realtà stanno andando esattamente in quella direzione.

La cosa peggiore è che con la minaccia del fiscal cliff, tutto il dibattito pubblico si concentra sui tagli, invece che su una politica creditizia nazionale che finanzi grandi progetti infrastrutturali, che aumenterebbero la produzione di ricchezza fisica, l’unica che riduce il deficit. Eppure, ci sono state delle iniziative in questo senso al Congresso, sull’onda dei danni provocati dall’uragano Sandy.

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