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Droni d'attacco ora anche per la Bundeswehr?

1 febbraio 2013 (MoviSol) - In Germania è in corso un dibattito sull'acquisto e l'uso di droni armati per l'esercito tedesco, oggetto di critiche da parte dall'opposizione che ha espresso timori nel contesto dell'uso eccessivo di droni da parte dell'amministrazione Obama. La Germania ha usato in passato droni non armati per missioni di ricognizione in Afghanistan, ma attualmente il governo, come affermato in risposta ad un'interrogazione parlamentare di Die Linke, sta considerando l'acquisto di droni "Predator" o "Reaper" dagli Stati Uniti. La Germania finanzia anche lo sviluppo di un suo proprio modello col programma "Talarion" presso il produttore europeo di aerei EADS.

La questione da porre, a parte i dubbi etici, è: queste armi "post-moderne" sono davvero efficaci? Basti guardare il programma americano per uccidere i "terroristi" coi droni, incrementato dal Presidente Obama ben oltre ciò che era stato fatto dall'amministrazione Bush-Cheney. In effetti, Obama tiene meeting regolari ogni martedì per decidere chi uccidere coi droni, inclusi i cittadini americani. E nonostante le polemiche suscitate, ha dato il via ad un'altra escalation in gennaio.

Prevale il mito, anche in Germania, che gli attacchi coi droni siano "chirurgicamente precisi " ed uccidano solo terroristi ed estremisti che starebbero preparando attacchi di terra. Stando a Michael Boyle, membro della squadra di antiterrorismo di Obama durante la campagna presidenziale del 2008, pochissimi "bersagli di alto valore" sono stati colpiti dai droni. In compenso sono stati uccisi centinaia se non migliaia di civili, inclusi bambini, principalmente in Pakistan, Yemen e Somalia. In base alla politica attuale, chiunque venga visto nelle vicinanze di un sospetto di terrorismo viene considerato un terrorista o un complice, e quindi un potenziale bersaglio dei droni.

Dal punto di vista di una sana pianificazione militare, la potenza aerea concepita come "Wunderwaffe" (arma miracolosa) è sempre stata una chimera. Viene considerata "pulita" in quanto non implica truppe di terra o perdite nel proprio campo, ma nessuna guerra è mai stata vinta con la potenza aerea, ed ancor meno la pace, che dovrebbe essere il vero obiettivo di una giusta guerra. L'esempio dei cosiddetti "bombardamenti di precisione " in Iraq è indicativo. La guerra è continuata per anni, nonostante i bombardamenti aerei di precisione.

Oggi la furia di Obama è diventata il principale meccanismo di reclutamento di Al Qaeda, perché aumenta l'anti-americanismo. Come ha scritto il 10 gennaio Simon Jenkins sul quotidiano londinese Guardian, "a parte l'etica e il diritto, ritengo che sia impossibile vedere quali contributi diano queste armi alla vittoria delle guerre", aggiungendo che uccidere i leader avversari significa solo indurre altri a sostituirli e cercare vendetta.

Michael Boyle, citato sopra, è giunto alla stessa conclusione in un articolo su International Affairs di gennaio. Ad esempio in Pakistan il numero di morti causati dai droni, che sarebbero finora 3.000, principalmente civili, ha aumentato l'odio verso gli Stati Uniti e verso il governo pakistano, ed ha infoltito i ranghi dei loro nemici, inclusi i Talebani. Ma come ha rivelato recentemente il Washington Post, la Casa Bianca sta per autorizzare la CIA a continuare con gli attacchi in Pakistan senza restrizioni.

Il problema è così grave che lo Special Rapporteur dell'ONU sui diritti umani, Ben Emmerson, ha annunciato l'ottobre scorso un'inchiesta sull'uso dei droni americani per uccisioni mirate in Pakistan, Yemen ed altrove. Emmerson ha raccolto una squadra di investigatori che indagheranno anche sulle operazioni dei droni britannici in Afghanistan e da parte di Israele nei territori palestinesi.

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