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È cominciato il "meltdown" dei mercati, mentre si imballa la politica delle banche centrali

20 giugno 2013 (MoviSol) - L'espansione di liquidità delle banche centrali ha raggiunto un punto di non ritorno. Un passo in avanti o indietro avranno lo stesso effetto, quello di accelerare il collasso.

I primi segni del "meltdown" si sono avuti quando i buoni del Tesoro USA hanno subìto il più grande "aumento dello spread", diremmo noi, in un mese. Alla fine di maggio i titoli decennali del Tesoro americano si piazzavano al 2,20%, contro l'1,60% di inizio mese. I tassi del debito USA hanno un'influenza sul costo del denaro in genere.

Allo stesso tempo, l'intero mercato obbligazionario si è letteralmente prosciugato. La settimana scorsa sono state scambiati 3,2 miliardi di dollari di obbligazioni societarie, il 90% in meno della media settimanale di circa 23,2 miliardi.

I flussi di capitale si stanno invertendo a livello globale. Una vasta porzione della liquidità generata dalle banche centrali si è riversata nei cosiddetti mercati emergenti per estrarre profitto a breve termine. Dopo il 2008, i flussi finanziari in quei paesi sono raddoppiati, passando da 4 a 8 trilioni di dollari. Ora, nel timore che la liquidità a buon mercato stia per finire, tutti questi capitali potrebbero prendere la fuga.

Queste cosiddette "turbolenze" sono amplificate dall'effetto delle scommesse "derivate". Similmente a quando iniziò il crollo del 2007, gli hedge funds e le grandi banche che giocano con i derivati stanno puntando sul crollo. Ad esempio, Goldman Sachs ha consigliato i suoi clienti di scommettere contro i titoli di stato USA all'inizio di maggio.

Siamo esattamente nella situazione descritta da Lyndon LaRouche e da questa newsletter con la famosa funzione tipica del collasso, o "Tripla Curva" (http://larouchepac.com/node/12131). Siamo entrati nella regione in cui il tasso di crescita degli aggregati finanziari non solo è sceso al di sotto del tasso di crescita della liquidità monetaria, ma ha iniziato a scendere rapidamente verso il basso. In questa nuova geometria, massicce iniezioni di liquidità (Quantitative Easing e altro) non solo non riescono a rifinanziare gli aggregati finanziari, ma in realtà ne accelerano l'evaporazione, mentre distruggono ulteriori porzioni di economia fisica.

Si può fare il paragone con un consumatore di eroina, che è talmente dipendente dall'aumento di QE degli ultimi anni da nemmeno voler sentir parlare dell'idea che la dose possa mancare, non vuol sentir parlare di "riduzione" del QE. I mercati globali sono oggi affetti da sindrome di astinenza da junkie e si contorcono selvaggiamente anche se l'eroina continua ad arrivare.

Negli ambienti finanziari qualcuno chiede che la dose aumenti. "Il 19 giugno, Bernanke deve sottolineare che 'la politica rimarrà accomodante'", ha scritto Bloomberg il 16 giugno. Altri invece invocano il "tacchino freddo", e cioè l'uscita dal QE.

In queste circostanze, LaRouche ha commentato che l'impero ha in mente qualcosa di diverso e sta consapevolmente muovendo dei passi che ben presto si tradurranno in "sterminio della popolazione" in molte nazioni. Questo è il significato dell'attuale sforzo per creare e rendere operativo a breve termine il cosiddetto sistema di "risoluzione bancaria trans-frontaliero". I risparmi delle famiglie saranno immolati nel futile tentativo di fermare l'inarrestabile meltdown del sistema, mentre la liquidità creata elettronicamente esploderà nell'iperinflazione. Ci si può aspettare l'inferno se non viene prima realizzata la riforma Glass-Steagall, la separazione bancaria su cui questa newsletter martella da tempo.




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