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Prestiti tossici: Solidarité et Progrès difende gli enti locali

25 ottobre 2013 (MoviSol) - Solidarité et Progrès ha lanciato una campagna nazionale sul proprio sito esortando i cittadini a mandare un messaggio al proprio rappresentante in Parlamento, chiedendogli/le di votare contro l'Articolo 60 della riforma finanziaria del 2014, riguardante i cosiddetti "prestiti tossici", e cioè i derivati venduti agli enti locali. La riforma sarà messa ai voti in novembre. Nei primi giorni la campagna ha avuto grande successo, e furoreggia sui social networks, con grande costernazione del governo francese, che sperava di farla approvare alla chetichella. S&P gli ha messo i bastoni tra le ruote.

L'Articolo 60 concede di fatto l'amnistia alle banche che hanno concesso prestiti strutturati (tossici) agli enti locali, sapendo di compiere un illecito. Quasi 1500 enti locali ed enti pubblici (comuni, ospedali, strutture pubbliche) vengono strangolati da interessi sempre più alti su questi prestiti. Quasi tutti avevano interessi bassi all'inizio, ma erano collegati al franco svizzero o altri fattori variabili, così che gli interessi sono schizzati in alto dopo pochi anni. Alcuni enti locali hanno citato in giudizio le banche Dexia, Crédit Agricole, Société Générale, Royal Bank of Scotland, Deutsche Bank e via dicendo affermando che tali banche li hanno ingannati deliberatamente, non spiegando le implicazioni dei prestiti.

Ora l'Articolo 60 creerebbe un fondo di 100 milioni di Euro (il 50% da fondi dello stato, il 50% da una tassa sulle banche) per aiutare le "vittime" a ripagare il debito. Ma in cambio degli aiuti, gli enti locali devono prima firmare un accordo relativo a tutti i prestiti strutturati e tossici che hanno contratto in cui rinunciano al diritto di citare in giudizio le banche!

Un motivo per cui François Hollande e il governo stanno promuovendo questo sporco accordo è che il principale prestatore agli enti locali è la banca Dexia, che è stata di fatto nazionalizzata. Quando quest'ultima si rivolge alle altre banche per il proprio credito, le viene detto di assicurarsi che non ci sia alcun procedimento legale nei suoi confronti.

E come se non bastasse, la riforma finanziaria convalida retroattivamente tutti i contratti sottoscritti con le banche che non hanno dichiarato il tasso di interesse effettivo, ma solo il tasso iniziale, molto basso. Questo contraddice espressamente la sentenza del Tribunale di Nanterre del febbraio scorso, che aveva invalidato i prestiti tossici concessi al Dipartimento di Seine Saint-Denis. Da allora, sono triplicate le denunce contro la Dexia. Ora il governo intende ricattare gli enti locali per indurli a rinunciare al procedimento legale.

È istruttivo come sia evoluta questa crisi particolare. In passato, i comuni finanziavano i propri investimenti infrastrutturali con una banca pubblica, chiamata CAECL. Quest'ultima fu privatizzata nel 1987 e divenne la CLF (Credito Locale di Francia), e continuò a concedere prestiti ai comuni. Poi, nel 1996, la CLF divenne Dexia Francia, e la Banca di Credito Comunale del Belgio divenne Dexia Belgio. A quel punto la Dexia iniziò una campagna aggressiva di vendita di nuovi prestiti agli stessi enti locali o per strutturare quelli già esistenti, collegandoli ad altri prodotti.

Questa truffa rende evidente perché debba essere creato un sistema di credito pubblico per finanziare le esigenze degli enti locali, ospedali, scuole e via dicendo. Non è possibile che gli enti locali, ed il governo nazionale, debbano rivolgersi al "mercato" (alle banche d'affari) per ottenere i crediti di cui hanno bisogno.

La capitolazione del governo socialista su questo tema cruciale, dopo aver finto di volere la separazione bancaria e poi essersi rifiutato di aiutare le industrie in difficoltà, sta seminando il malcontento nella base. E il leader del Fronte Nazionale, Marine LePen, approfitta del malcontento per raggiungere livelli di popolarità senza precedenti.

 

Candidature di Solidarité et Progrès
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