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Nicola Oliva: una battaglia di civiltà per il credito

27 ottobre 2013 (MoviSol) - Riprendiamo tra le nostre pagine l'articolo de Il Tirreno di Prato sulla riflessione dal titolo "Un altro suicidio" pubblicata il 26 ottobre da Nicola Oliva, consigliere comunale di quella città.

«Ancora un altro uomo ha deciso di farla finita. Che riposi in pace. E' un altro morto ammazzato dalla crisi economica», comincia così il commento del consigliere comunale a Prato del Pd, Nicola Oliva riferendosi all’uomo di 53 anni che, dopo aver perso il lavoro, si è allontanato da casa ed è stato trovato morto suicida a Legri dopo due giorni di ricerche. «A grandi linee, la perdita del posto di lavoro per tante persone e la desertificazione industriale sono legati a due fattori: il crollo del mercato, a causa della crisi e della globalizzazione che spinge la produzione verso zone con lavoro a basso costo, e l’impossibilità di trovare fiducia da parte del sistema creditizio - scrive Oliva - Ma il sistema protegge e salva le grandi banche, le grandi società (sempre meno produttive) che gestiscono la globalizzazione. Per i liberisti questa è la nuova realtà, i piccoli che non sono competitivi non potranno farcela: o si arrendono alle nuove condizioni di mercato, o soccombono».

«Quindi, che cosa si fa?», si chiede il consigliere comunale del Partito democratico. «Ingaggiamo la battaglia di civiltà per il credito. Dobbiamo ristabilire la legge ora che siamo dinanzi al trionfo dell’arbìtrio: i mercati degli speculatori di professione, banche e fondi di investimento si muovono contro i popoli e le democrazie - scrive ancora Oliva - L’alternativa è il ritorno ad un sistema in cui si investe nell’economia reale, non per fare i soldi facili, ma per dare lavoro, per costruire il futuro. Significa privilegiare chi produce qualcosa, chi contribuisce al mantenimento e al progresso fisico della nazione. Occorre un sistema bancario che investa proprio laddove ce n’è bisogno. Altrimenti, chi ha bisogno di soldi non li può avere, chi non ne ha bisogno sì; questa è la situazione attuale. Occorre separare le banche, rimuovere la parte speculativa e sostenere le banche ordinarie, attraverso una riforma Glass-Steagall».

«Il Parlamento deve discutere e votare questa legge - conclude Oliva - In tanti non aspettiamo altro che vedere i nostri parlamentari battersi per un cambiamento importante di questo tipo, e saremo al loro fianco per sostenerli».




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