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La Dichiarazione Universale
d'Indipendenza delle Nazioni Europee

25 gennaio 2014 (MoviSol) - La dichiarazione che segue è stata scritta al fine di fornire una base concettuale per mobilitare tutte le forze che, in questa grave crisi per la civiltà, desiderano forgiare il futuro dell'Europa come una comunità di principio tra repubbliche sovrane, ed agire di concerto per gli scopi comuni del genere umano.

 

La Dichiarazione Universale d'Indipendenza delle Nazioni Europee

Di fronte all'evidenza che non solo l'Eurozona ma l'intero sistema transatlantico sta per disintegrarsi, l'interrogativo da porsi è se ci sarà un crollo disordinato o se si verificherà un'uscita ordinata dall'UE e dalla moneta unica, in modo da poter avviare le misure necessarie al superamento della crisi.

Ogni essere pensante è in grado di capire che rischiamo una catastrofe della civiltà di dimensioni senza precedenti, ma ciò che più spaventa è che solo pochi hanno il coraggio di chiamare il pericolo per nome: e cioè dire che ci stiamo avviando verso un collasso del sistema che può condurre ad una guerra mondiale, che stavolta sarà termonucleare e potrebbe estinguere la civiltà. La scacchiera per una guerra mondiale è già disposta: lo scoppio del caos economico innescherebbe, con sicurezza quasi assoluta, una reazione a catena che porterebbe all'uso del potenziale militare delle nazioni, sufficiente ad annientare la vita sul pianeta.

L'interrogativo è dunque da dove trae origine questa immane discrepanza tra l'evidente pericolo per la vita dei popoli e la desolante assenza di ogni tentativo per sventarlo?

Le nazioni europee sono attualmente prigioniere di una struttura sovrannazionale che danneggia i loro interessi esistenziali, nega le loro migliori tradizioni culturali e le priva del proprio futuro. Questa struttura rappresenta la versione moderna di una delle due tendenze che da oltre tremila anni si contendono la supremazia in Europa: da una parte il sistema oligarchico in cui una minoranza elitaria cerca di affermare i propri privilegi contro la maggioranza della popolazione; dall'altra, il principio repubblicano, che mira al massimo sviluppo delle capacità creative dei cittadini e che nella storia fu per la prima volta codificato da Solone, il saggio legislatore di Atene. Nella politica dell'Unione Europea questo principio non solo è totalmente assente, ma ogni sua minima manifestazione viene aspramente contrastata.

Zeus e Prometeo, personaggi della mitologia greca, rappresentano metafore adeguate per queste due tendenze viste come forze della storia. Zeus, il signore dell'Olimpo che disprezza i comuni mortali, rappresenta il modello oligarchico che attribuisce valore solo ai privilegi delle elite al potere e nega ogni diritto agli esseri umani. Friedrich Schiller descrisse, nel suo scritto "La legislazione di Solone e Licurgo", la Sparta di Licurgo come il prototipo dello stato oligarchico in cui tutto è subordinato agli interessi dell'elite dominante, che può a piacimento anche uccidere gli schiavi, gli eloti, qualora lo ritenga opportuno.

Prometeo è l'amico dell'uomo, colui che sfidò Zeus per regalare all'uomo il fuoco con cui l'umanità ha potuto progredire e migliorare le proprie condizioni di vita. L'elemento prometeico nell'uomo è la forza creativa, la scintilla divina della scoperta di nuova conoscenza che rende l'uomo veramente libero, e gli permette di sconfiggere l'oppressione del sistema oligarchico. E come nella tragedia di Eschilo Zeus punisce Prometeo per aver donato il fuoco all'uomo, incatenandolo ad una roccia per l'eternità, così l'oligarchia odia e teme la forza creativa dell'uomo libero, perché essa significa la fine ed il superamento del controllo oligarchico.

Con la lotta del Cristianesimo contro l'Impero Romano, il potenziale dell'uomo e il suo diritto alla compiuta elevazione dell'individuo come immagine del Creatore fu messo su un piano completamente nuovo e superiore. L'Impero Romano e i suoi Cesari sono da allora il modello delle strutture imperiali e oligarchiche, i cui protagonisti puntano a distrarre il popolo comune con panem et circenses e mantenerlo in uno stato in cui esso accetta la propria schiavitù.

Il significato storico del Cristianesimo fu, in linea di principio, quello di superare questo sistema dell'Impero. Con la persona di Gesù Cristo fu stabilita la facoltà dell'uomo di essere "capax dei", e cioè di partecipare alla divinità e alle sue illimitate capacità creative. Questo significò una rottura radicale con i miti pre-cristiani e con una concezione ciclica della natura, del ripetitivo nascere e morire, del ritorno dell'eternamente uguale, della Madre Terra (Gaia), per cui il nascere e il tramontare sono parte costitutiva e immutabile della natura. Con Cristo e l'esistenza del Cristianesimo veniva ora perlomeno offerta la possibilità di libertà interiore e dello sviluppo della personalità creativa. I signori dell'Impero riconobbero le implicazioni esplosive per il loro sistema e reagirono con la persecuzione dei cristiani.

Ma fu solo col XV secolo che il contributo rivoluzionario di Niccolò Cusano, col suo nuovo metodo scientifico, permise di superare il pensiero deduttivo dei Peripatetici e della Scolastica. Non solo ciò, ma questo metodo superiore di pensiero creativo gli consentì di gettare le basi sia delle scienze naturali moderne che del sistema rappresentativo degli stati nazionali sovrani. In tal modo, fu affermata esplicitamente per la prima volta la possibilità di partecipare al governo e dunque la forma di realizzazione politica dei diritti umani, in precedenza definita dal Cristianesimo ma fino ad allora schiacciata dalle strutture oligarchiche dominanti.

È uno squarcio affascinante nella libertà e necessità della storia quello che ci permette di osservare come il pensiero cusaniano, in principio già repubblicano, portò in due modi alla costruzione di un nuovo mondo in America. Da una parte esso influenzò, tramite Paolo dal Pozzo Toscanelli, le rotte oceaniche di Cristoforo Colombo e contribuì in tal modo alla scoperta della "nuova isola", a ridosso del continente americano. Ma esso fu applicato anche – per la prima volta – nel XVII secolo nella Colonia della Massachusetts Bay e poi naturalmente nella guerra d'Indipendenza americana contro l'Impero Britannico e l'emanazione della Costituzione americana. Friedrich Schiller ha immortalato questa preveggenza nella sua meravigliosa poesia "Colombo", dove ha scritto:

«Al Genio è legata la Natura da vincolo eterno,
Ciò che quegli promette, ella compie di certo»

La Costituzione americana rappresenta ancora oggi uno spartiacque nella storia dell'umanità, nonostante i ripetuti e continui tentativi dell'Impero Britannico di ribaltare l'indipendenza americana conquistando l'establishment statunitense al modello di dominio imperiale sulla base del cosiddetto rapporto preferenziale angloamericano. Grandi presidenti come John Quincy Adams, Abraham Lincoln, Franklin D. Roosevelt e John F. Kennedy hanno provveduto a far sempre rivivere lo spirito dell'indipendenza Americana.

In Europa invece non si è mai riusciti a superare il sistema oligarchico.

La speranza delle forze repubblicane europee che la Rivoluzione Francese replicasse l'esperienza americana si dissolse con l'ascesa del Terrore e della successiva politica imperiale di Napoleone, che rappresentò una nuova edizione dell'Impero Romano. Il periodo della Restaurazione avviato con il Congresso di Vienna neutralizzò il breve successo dello spirito repubblicano che si era affermato con la politica dei riformisti prussiani e con le guerre di liberazione contro Napoleone.

In molte nazioni europee, dopo la Rivoluzione Americana, ci sono state brevi fasi in cui le virtù repubblicane e il bene comune hanno conquistato l'egemonia - come ad esempio nel periodo delle riforme di Carlo III in Spagna (già Carlo VII a Napoli, che crearono lavoro produttivo, istruzione universale, sviluppo industriale e scientifico; la breve fase in cui i riformisti prussiani furono al governo e durante la quale ad esempio fu introdotto il sistema scolastico di Wilhelm von Humboldt, finora ineguagliato; l'industrializzazione del Piemonte e la liberazione dell'Italia dal giogo austriaco da parte di Camillo Cavour; le riforme industriali e sociali sotto Bismarck, imitate dall'Italia con la svolta protezionistica nel 1878; il tentativo eroico di Jean Jaures, assassinato due giorni prima dello scoppio della prima guerra mondiale, di fermare la dinamica del conflitto; la Quinta Repubblica di De Gaulle, che definì non solo il principio di sovranità ma anche la missione nazionale della Francia; il periodo di Adenauer in Germania, che riorientò il paese verso i principii cristiani dopo gli orrori del nazismo; il miracolo economico italiano guidato dal gruppo dirigente democristiano di cui Enrico Mattei è figura emblematica e indimenticabile, che non solo trasformò l'Italia in un paese industriale moderno sollevando le masse dalla povertà atavica, ma guidò anche la lotta per l'indipendenza del terzo mondo.

Se ciò è vero, tuttavia non si è mai riusciti a liberarsi dal giogo oligarchico, raffigurato non solo dalle otto dinastie monarchiche ancora regnanti e dagli innumerevoli aristocratici, ma soprattutto nascosto nelle istituzioni sovrannazionali.

Dagli accordi di Maastricht e l'Unione Monetaria imposta alla Germania come prezzo per la riunificazione, fino al Trattato di Lisbona e al pianificato completamento del processo di integrazione europea , è subentrato uno sviluppo che annulla ogni progresso, pur relativo e temporaneo, precedentemente conseguito. L'UE del Trattato di Lisbona è diventato il modello ideale del sistema oligarchico, in cui il principio di Zeus possiede il monopolio del potere.

La tolleranza – se si eccettua una protesta simbolica – della sorveglianza totale dei cittadini europei da parte della NSA americana e del GCHQ britannico, come pure il pianificato inasprimento della politica imperiale per mezzo del Partenariato Transatlantico per il Commercio e gli Investimenti (TTIP), l'annunciato esproprio dei cittadini con il bail-in (prelievo forzoso) e la totale assenza di un impulso europeo per la pace nel mondo rendono la permanenza nell'UE inaccettabile sulla base del mero interesse alla sopravvivenza.

I motivi per un'uscita dall'UE seguendo l'insegnamento della Dichiarazione d'Indipendenza Americana

Nessuno ha mai chiesto ai popoli europei se fossero pronti a trasferire porzioni sempre maggiori di sovranità all'Unione Europea. Invece di informare compiutamente e profondamente i cittadini sulle implicazioni e gli obiettivi dell'integrazione europea, già i negoziati per l'avvio dell'Unione Europea furono caratterizzati da perfidi inganni, minacce e perfino condotte criminali. Le uniche nazioni che successivamente poterono esprimere la propria volontà sul tema della Costituzione europea, Francia e Olanda, votarono contro, senza che ciò avesse un effetto sulle decisioni. Due anni dopo i capi di stato e di governo firmarono lo stesso testo, cambiato solo per il cinque per cento, col nome di "Trattato" (il Trattato di Lisbona), perché un trattato, a differenza di una Costituzione, non prevede l'obbligo di referendum. Qualsiasi dibattito pubblico che portasse a modifiche nel sistema giuridico codificato dal trattato fu espressamente bandito.

Ben consapevoli delle profonde cicatrici lasciate dalle guerre mondiali del XX secolo, sembrò opportuno ai sostenitori dell'integrazione europea di usare come argomento principale che l'integrazione fosse necessaria per garantire la pace in Europa.

Le intenzioni degli architetti di questa Unione erano in realtà ben diverse. È dimostrato che da tempo ci si adoperava per eliminare la partecipazione al governo dei popoli sovrani e sostituirla con strutture neofeudali, entro le quali i diritti inalienabili dell'uomo sarebbero stati soppressi e sacrificati ai privilegi di un piccolo strato oligarchico. Inoltre non si può più negare che questi inganni hanno necessariamente danneggiato le relazioni pacifiche pre-esistenti e creato grande animosità tra i popoli d'Europa, come non mai si era visto dal 1945.

L'altro argomento usato è quello secondo cui non ci sarebbe alternativa all'UE in un mondo globalizzato perché solo un'Europa unita sarebbe sufficientemente forte da affrontare le tempeste future. Ma così scriveva Robert Cooper, uno dei principali strateghi dell'UE: "La forma di espansione imperiale che consente il massimo allargamento è quella dell'Unione Europea" e "la risposta post-moderna europea alle minacce consiste nel costante allargamento del sistema di un impero cooperativo".

Ma proprio questa espansione imperiale dell'UE verso l'est, motivata geopoliticamente, è ciò che minaccia la pace in Europa e oltre l'Europa: è il motore delle tempeste. L'Europa non è diventata più forte con questa espansione, ma più militarizzata, e grazie alla commistione con una NATO anch'essa in espansione, viene sempre più vista come una minaccia dalle altre grandi potenze, contribuendo ad alimentare il pericolo di guerra.

Per mantenere la "stabilità del sistema finanziario" i cittadini delle nazioni europee vengono costretti ad accettare sacrifici sempre più pesanti, ma ormai è stato raggiunto il punto in cui non è più tollerabile la sottomissione alla struttura sovrannazionale dell'UE. La storia della politica della Troika è fatta di violazioni di diritti umani, distruzione della democrazia, negazione della libertà di parola e incitazione alla violenza, allo scopo di imporre una tirannia su questi stati. Ma soprattutto la politica della Troika viola il quinto comandamento ("non uccidere"), e la sua conseguenza è l'aumento voluto del tasso di mortalità, per il quale esiste una parola dolorosamente nota a tutti in Europa: genocidio.

L'UE ha abusato del proprio potere ponendosi al servizio del sistema finanziario globale che ha creato ed accumulato montagne di debiti che rendono impossibile la produzione reale di beni necessari all'esistenza umana, e questo al fine di moltiplicare le ricchezze di pochi, sapendo che tali ricchezze costeranno la vita alla stragrande maggioranza degli esseri umani.

Queste istituzioni hanno promosso la totale insolvenza del sistema finanziario e di fronte al collasso imminente del sistema finanziario pianificano di imporre alla popolazione altri salvataggi bancari, la moltiplicazione iperinflazionistica del denaro e persino il prelievo forzoso sui conti correnti, il cosiddetto bail-in. Se a queste istituzioni verrà concesso di imporre i propri piani, le conseguenze saranno il caos e la morte di milioni di persone.

Èdunque subentrata una situazione in cui sono stati commessi crimini contro i popoli dell'Europa, e vengono pianificati crimini anche peggiori, per cui non è più possibile restare in queste istituzioni, per la propria sicurezza.

A dimostrazione di ciò elenchiamo i seguenti fatti:

Gli architetti ed esecutori dell'UE hanno nascosto consapevolmente ai popoli europei le proprie vere intenzioni e hanno fatto ricorso a dei trucchi, ben sapendo che in un dibattito nei parlamenti e nei media i loro piani sarebbero stati respinti.

Hanno intenzionalmente nascosto il fatto che le competenze centrali degli stati sovrani sono state progressivamente cedute agli organismi sovrannazionali e che sarebbe stato ceduto anche il resto.

Hanno modificato le leggi talmente a favore dell'ideologia oligarchica che la tirannia dei mercati, la speculazione sfrenata e l'avidità sono diventate decisive, così che la ricchezza è sempre più finita nelle tasche di pochi.

Hanno eretto un sistema in cui i pilastri irrinunciabili per lo sviluppo dell'economia reale sono stati progressivamente fatti crollare. Le forniture di energia elettrica e acqua, essenziali per le generazioni future, vengono messe in pericolo da mirate politiche dell'UE. Lo stesso dicasi per gli investimenti nei settori cruciali delle infrastrutture e dell'agricoltura.

Hanno eretto un sistema che produce una crescente redistribuzione dai poveri ai ricchi, minaccia le fondamenta del sistema sociale, riduce l'assistenza medica e toglie le difese ai deboli.

Hanno eretto un sistema che in alcuni paesi d'Europa non offre lavoro né prospettive alla metà dei giovani, privandoli della speranza nel futuro.

Hanno eretto un sistema che non rispetta più i diritti inalienabili dell'uomo, calpesta il diritto alla felicità e abdica al più elementare dovere dello stato, quello di vegliare sulla difesa del Bene Comune.

Hanno eretto un sistema che minaccia la libertà, perché in alcuni paesi si parla già di punire i critici di questa politica con misure amministrative e penali. Minaccia la libertà anche perché ha permesso la sorveglianza dei cittadini da parte di potenze straniere e vi ha addirittura partecipato.

Hanno eretto un sistema che ha completamente abbandonato l'obbiettivo, originalmente definito, di sviluppare l'Africa, e che con una politica monetarista e cosiddetta 'sostenibile' impedisce lo sviluppo di questo continente, contribuendo all'esacerbazione del problema dell'immigrazione.

Noi dunque, Rappresentanti di diverse nazioni europee, facciamo appello al Supremo Giudice del mondo per la rettitudine delle nostre intenzioni, solennemente pubblichiamo e dichiariamo, che queste nazioni d'Europa sono Stati Liberi e Indipendenti; che sono sciolte da ogni fedeltà alla burocrazia dell'UE; e che in qualità di Stati Liberi e Indipendenti, essi hanno pieno potere di rifiutare la guerra come risolutore dei conflitti, di stringere la pace e concludere alleanze, e fare ogni altro Atto e Cosa che gli Stati Indipendenti possono fare di diritto. E a sostegno di questa Dichiarazione, ci basiamo sui diritti umani fondati nel diritto naturale e sull'ordine creativo come identità dell'umanità quale unica specie creativa.

L'alternativa

In generale bisogna rispettare il principio giuridico pacta sunt servanda, ma di fronte alla situazione sempre più minacciosa esistenzialmente, e che ha condotto agli inganni di cui sopra, vale l'Articolo 62 della Convenzione di Vienna sul Diritto dei Trattati, che prevede il diritto di recesso da tali trattati qualora subentrino condizioni che non erano state previste alla firma del trattato stesso. E nel paragrafo 50 del Trattato di Lisbona si afferma: “Ciascun stato membro può decidere, conformemente alle proprie norme costituzionali, di recedere dall'Unione.“

Se tutti gli stati membri dell'UE recedono dall'UE ripristinando la propria piena sovranità, questo non significa che cadono nel nazionalismo sciovinistico, ma che si sentono vincolati piuttosto ad una alleanza di stati costituzionali pienamente sovrani dediti ad espletare i compiti del genere umano.

Nell'era delle armi termonucleari assicurare la pace è il compito principale. Dobbiamo far sì che la guerra cessi di essere il mezzo per la risoluzione dei conflitti, dando vita nell'immediato futuro ad una alleanza di stati sovrani vincolata dal comune interesse al Bene Comune. Valgono qui in assoluto i principii della Pace di Westfalia, del Diritto internazionale dei Popoli e della Carta dell'ONU.

Ci impegniamo a creare un ordine economico e finanziario che ponga fine alle inutili sofferenze di milioni di persone al mondo causate dalle carestie e dalle epidemie, creando un sistema creditizio per finanziare investimenti a lungo termine che determinino condizioni dignitose per tutti gli esseri umani su questo pianeta.

Ci impegniamo altresì a difendere il genere umano da altri pericoli, come i meteoriti, gli asteroidi e le comete. Nostro fine sarà anche sconfiggere le piaghe del terrorismo e della produzione e traffico di droga, così come eliminare il traffico di esseri umani in tutte le forme.

Una priorità saranno le scoperte scientifiche in quei campi che promuovono la crescita reciproca e consentono al genere umano di raggiungere un livello superiore, come ad esempio la fusione nucleare, l'esplorazione e la medicina spaziali.

Siamo determinati, grazie a questi miglioramenti, a creare un nuovo paradigma dando il via ad una nuova era nella storia umana. Questo nuovo Rinascimento darà nuova vita alla cultura classica delle nostre nazioni, dando così il via alla nuova era prometeica della Ragione.

 

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