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Chi uccise Diana? Il film proibito in Gran Bretagna

9 maggio 2014 (MoviSol) - Il docu-film prodotto da Keith Allen e presentato al Festival del Film di Cannes del 2011, che punta il dito sulla famiglia reale britannica, è tuttora proibito in Gran Bretagna. Per alcuni giorni alla fine di aprile è stato disponibile su Youtube, ma la mano dei Windsor è riuscita a oscurarlo nuovamente.

Il film denuncia il ruolo del Principe Filippo nell'insabbiamento dell'inchiesta sulla morte di Diana, e nel tratteggiare il profilo del principe consorte, dà grande risalto alla frase resa famosa dall'EIR, in cui sua Altezza Reale dichiara che se potesse, si reincarnerebbe in un virus letale, in modo da contribuire alla riduzione demografica. Allen fornisce un esauriente background sui precedenti nazisti di Filippo, compresa una foto del 1937 in cui lo si vede marciare nel corteo funebre di suo cognato, un alto funzionario del partito nazista.

Il produttore Keith Allen aveva un informatore tra i giornalisti accreditati presso la Royal Inquest, e ha potuto dimostrare che i media hanno soppresso tutte le informazioni cruciali sul procedimento, durante il quale diversi testimoni sono stati costretti ad ammettere, nel contro-interrogatorio, che numerose prove sono state occultate. Il film mostra anche la complicità delle autorità francesi nell'insabbiamento.

I più non sanno che il verdetto ufficiale della Royal Inquest nel 2008 fu non "incidente", ma "omicidio illecito" (unlawful killing), che si applica nell'ordinamento britannico nel caso di un decesso dovuto a omicidio o strage i cui autori sono ignoti.

Tra le prove occultate spicca una lettera di Diana ad un caro amico, scritta nell'ottobre 1993, in cui la principessa scriveva che suo marito stava tramando per farla uccidere in un incidente automobilistico, manomettendo i freni o qualcos'altro. Come minimo, la polizia avrebbe dovuto interrogare il Principe Carlo. "Se Diana si fosse chiamata Smith invece di Windsor, ciò sarebbe sicuramente avvenuto. E invece, nessuno è stato interrogato forse proprio perché si chiamava Windsor", racconta un testimone. Ad un certo punto, quando cominciò a frequentare Dodi al Fayed, Diana ricevette una telefonata minacciosa da una voce che riconobbe essere quella di Filippo. Ella fu anche minacciata da diversi membri del governo a causa del suo attivismo a favore del trattato per bandire le mine anti-uomo, su cui aveva ottenuto il sostegno del Presidente Clinton.

Ci sono ancora cause penali in Gran Bretagna e in Francia intentate da Mohammed Al-Fayed, il padre di Dodi, che viene intervistato nel film e asserisce di non aver mai cessato di credere che fu il Principe Filippo a ordinare l'assassinio di Diana.




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