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Il momento della verità per Obama

14 maggio 2014 (MoviSol) - Mentre i media occidentali fanno a gara nella propaganda anti-Putin, i fatti parlano chiaro: il conflitto sull'Ucraina con la Russia scaturisce esclusivamente dagli USA e dai paesi Nato. Questi continuano a sostenere il governo instauratosi illegalmente a Kiev, a minacciare la Russia di ulteriori sanzioni e a schierare ulteriori forze militari in Europa orientale.

Tuttavia, Lyndon LaRouche ha definito la crisi ucraina "un clamore diversivo". In un recente scritto, l'economista e leader politico americano ha affermato che "questione della guerra oggi si colloca (…) nelle intenzioni del vero e proprio impero britannico della Regina Elisabetta e di suo figlio e putativo erede Carlo, di scatenare una guerra globale, termonucleare, contro la civiltà". Questa spinta verso una guerra mondiale "è il prodotto di un super-impero in rapida decadenza, che governa anche Wall Street" (vedi).

Il Presidente Obama è la chiave per questa spinta di guerra, perché una minaccia non è credibile senza gli Stati Uniti.

La messa in stato di accusa (impeachment) di Obama è un'opzione molto più "realistica" di quanto si pensi. Oltre all'opposizione crescente alla sua politica di guerra verso la Russia e la Cina, Obama è sotto attacco anche su altri fianchi. Lo sviluppo più importante è stato il voto con cui l'8 maggio la Camera dei Rappresentanti ha deciso di istituire una commissione speciale d'inchiesta per indagare sulle circostanze degli attacchi terroristici a Bengasi l'11 settembre 2012 (cfr. EIR Strategic Alert 19/2014). Tra gli altri reati che potrebbero portare all'incriminazione ci sono il suo programma della "kill list" che ha comportato l'uccisione di almeno quattro cittadini americani senza giusto processo, l'illegale guerra contro la Libia per rovesciare e giustiziare Gheddafi senza autorizzazione del Congresso, la sua copertura del ruolo saudita nell'undici settembre e la sua dichiarazione che implicava l'uso dittatoriale dei poteri esecutivi nel discorso sullo stato dell'Unione 2014.

Infatti, la Casa Bianca ha sistematicamente aggirato il Congresso in diretta violazione della Costituzione USA. Questa politica, a sua volta, è stata plasmata da "una banda di streghe" (LaRouche) che lo hanno fatto nel peggior modo concepibile. Stiamo parlando del consigliere per la Sicurezza Nazionale Susan Rice, del consigliere della Casa Bianca Valerie Jarrett, del vicesegretario di Stato Victoria Nuland, dell'ambasciatrice all'ONU Samantha Power e, naturalmente della First Lady Michelle Obama.

Rice e Power sono note interventiste "umanitarie" che condividono la concezione blairiana di un sistema imperiale post-Westfaliano. La Nuland, che da almeno un anno tira i fili della campagna contro Vladimir Putin e la Russia, è un'infiltrata neocon, consorte di Robert Kagan e ha lavorato per l'allora Vicepresidente Dick Cheney.

In breve. Il Presidente è entrato nella zona impeachment. Se si giungerà alla messa in stato d'accusa o alle sue dimissioni non è certo, ma le probabilità sono aumentate esponenzialmente negli ultimi giorni.




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