Mappa del sito

Newsletter

Il CD di Solidarietà

© Copyright

Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà
MoviSol.org
Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

   

Sblocca Italia Pd: Per Davvero!

8 giugno 2014 (MoviSol) - Gli ultimi dati Istat sulla disoccupazione (aumentata di un altro 0,8%) confermano ciò che una lettura onesta della storia dell'economia dovrebbe aver posto definitivamente tra il novero delle cose da non fare se veramente si vuole migliorare la produttività, l'occupazione, le finanze pubbliche: adottare misure di deregulation o come suol dirsi oggi con formula accattivante, "togliere lacci e lacciuoli". Se con tale formula si intendesse deburocratizzare i processi, non si potrebbe non essere di questo "partito", ma la realtà è tutta lì a dirci che negli ultimi anni, in Italia, in Europa ed in Occidente, mentre da un lato si sono deregolamentati interi settori ed il mercato del lavoro, dall'altro si è inflazionato di burocrazia ogni processo economico.

Durante gli anni '60 e '70, nei paesi industrializzati si è registrata una crescita media pro capite annua del 3,2%. Questi sono stati anni caratterizzati da forte spesa pubblica e dirigismo statale. Poi a partire dagli anni '80, con il ritorno alle politiche neo-liberiste - in realtà una ripetizione delle follie già compiute tra fine '800 e primi '900 - la crescita pro capite annua è passata al 2,1%. Con l'estremizzazione di queste politiche siamo arrivati a segnare crescite zero e addirittura vere e proprie decrescite.

Nei paesi europei, dall'entrata nel regime del Trattato di Maastricht, debito pubblico e disoccupazione sono aumentati ovunque, con maggiori difficoltà per quelli facenti parte dell'Eurozona. Così dal 1996 ad oggi, il rapporto debito pubblico/pil nell'Unione europea è passato dal 69,9% all'87,4%. Anche la Germania, sotto questo tentativo di omogeneizzazione artificiale delle economie nazionali, ha visto peggiorare questo rapporto: dal 58,5% al 78,4% (addirittura ben di più rispetto alla media, ed i dati sarebbero ancora più neri se nell'ultimo triennio non avesse riguadagnato 4,1 punti!). Chi ha fatto peggio di tutti è stata la Grecia, ma non da subito, bensì da quando la Troika ha deciso di prendersi “cura” di lei, con un'estremizzazione senza precedenti delle politiche di privatizzazione e liberalizzazione dell'economia greca, di modo da consentirne il saccheggio da parte dei creditori stranieri - a questo servono le liberalizzazioni! Così in Grecia, dall'avvento della crisi, il rapporto debito pubblico/pil è passato dal 107,4% al 175,1%! Anche in Italia, le cure liberiste particolarmente amate dal Governo Monti (e mantenute sotto Letta) hanno portato in soli due anni il rapporto dal 120,7% al 132,6% (nello stesso biennio l'aumento medio europeo è stato del 4,7%).

Nei Paesi in via di sviluppo durante gli anni '60 e '70 di politiche “sbagliate” di protezionismo ed intervento statale, la crescita media pro capite annua è stata del 3%. A partire dagli anni '80, in seguito all'adozione delle politiche neoliberiste, essa invece è scesa all'1,7% (ma questo dato sarebbe ancor più nero al netto di Cina ed India che non hanno mai voluto indossare la camicia di forza cara ad Adam Smith e Milton Friedman).

In Africa la situazione grida ancor maggiore vendetta: da una crescita media pro capite dell'1-2% degli anni '60-'70 si è passati direttamente al declino degli standard di vita a partire degli anni '80, quando l'ideologia liberista praticata dal Fmi e dalla Banca Mondiale si è impossessata del futuro di questo continente.

E allora, come può meravigliare che con interventi legislativi che sono l'esasperazione del liberismo economico, alla luce di demagogici e dannosi “la gente faccia quel che gli pare” (il Salva Italia, il Cresci Italia, la riforma Fornero, e il promesso Sblocca Italia) la disoccupazione cresca piuttosto che diminuire, assestando il nuovo record del 13,6%?

Dove, diversamente, la situazione deve esser sbloccata? Gli interventi dovrebbero essere molteplici e tutti diametralmente opposti a ciò che si sta facendo. L'economia produttiva dovrebbe esser maggiormente protetta dalla concorrenza esterna e dai capitali esteri di ventura; la spesa pubblica strategica dovrebbe aumentare invece che diminuire. Ma c'è un problema di fondo: senza credito l'economia non può ripartire. Così, l'economia oggi non riparte perché il credito è intrappolato nella grande "opportunità" speculativa offerta dai prodotti della finanza derivata e più generalmente dalle transazioni finanziarie. Il venir meno dello standard Glass-Steagall nel sistema occidentale (che in Italia era declinato in "specializzazione" bancaria) consente che le banche universali, o big banks, possano utilizzare i soldi dei risparmiatori o quelli pubblici prestatigli per salvarle dal default, per immetterli nel ciclo delle mere transazioni speculative piuttosto che in quello dell'economia reale. Oggi infatti, a distanza di sette anni dal pieno manifestarsi della crisi finanziaria, l'esposizione in finanza derivata delle banche è aumentata invece che diminuita. Prima della crisi, le otto principali banche USA avevano attivi di bilancio pari al 59% del PIL. Oggi le stesse banche hanno attivi pari al 65% del PIL. Nel 2008, il valore nozionale dei derivati contratti dalle tre principali banche era di circa 47 mila miliardi di dollari. Oggi le stesse banche hanno superato i 60 mila miliardi (dati di fine 2013). Si tratta dell'aumento di un terzo dai livelli pre-crisi. Secondo la Banca per i Regolamenti Internazionali di Basilea, nonostante che il circuito del credito verso l'economia reale sia bloccato, i debiti verso le banche sono saliti del 33% dal 2007 e oggi ammontano a 100 mila miliardi di dollari. I titoli spazzatura sono più che raddoppiati e nel 2013 ammontavano a 378 miliardi di dollari.

In sostanza i topi hanno continuato a ballare perché la politica non ha fatto ciò che dovrebbe fare.

Cosa allora deve veramente sbloccare lo "Sblocca Italia" che a breve ci verrà proposto? Il circuito del credito! Tra Camera e Senato vi sono almeno 12 disegni di legge che ripristinano lo standard Glass-Steagall. Con l'adozione di esso, le banche commerciali sarebbero costrette a prestare i loro denari a chi fa impresa perché non potrebbero usarlo altrimenti. L'attivismo del nuovo Governo Renzi sta paradossalmente bloccando questa che dovrebbe essere la riforma principe per far ripartire l'economia italiana (e mondiale). La si faccia in Italia, venga messa al primo punto del semestre europeo, venga fatto asse con la senatrice Warren negli States e con i tanti del Pd statunitense che ne sono a favore. Questo vorrebbe dire ripercorrere le gesta di chi, come Franklin Delano Roosevelt, nel 1933 fece veramente ripartire l'economia americana e rappresentò un modello per la futura rinascita post-bellica europea. Adam Smith è stato un crudele scherzo della storia; lo si metta nel cassetto dei ricordi come si è fatto con cannibalismo, schiavitù e intolleranze religiose, piuttosto che riproporlo con decreti vari...

Claudio Giudici




Sostieni il Movimento di Lyndon LaRouche in Italia


[inizio pagina]