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Cheminade sulla crisi di governo francese

5 settembre 2014 (MoviSol) - Il secondo governo formatosi sotto François Hollande, dopo della disfatta socialista alle elezioni municipali del marzo scorso, è durato meno di cinque mesi, a causa della resistenza contro la politica di austerità dell'UE.

Hollande, il cui tasso di approvazione è ad un abissale 17%, ha rinominato Manuel Valls, che gode del 36% di approvazione ed è soprannominato "Manuel Blair". Hollande ha temerariamente affermato di non voler assolutamente cambiare la politica di austerità e di non tollerare opposizioni.

Arnaud Montebourg, il ministro dell'Economia e della Ricostruzione Produttiva che guidava la fronda contro l'austerità, è stato epurato assieme ad altri "ribelli" nel governo. Egli è stato sostituito da un giovane banchiere, Emmanuel Macron, che era segretario generale di Hollande all'Eliseo fino a pochi mesi fa, così confermando l'orientamento monetarista del governo.

Come ha dichiarato Jacques Cheminade il 27 agosto, Hollande e Valls hanno completamente "capitolato all'oligarchia finanziaria". Ma neppure i frondisti hanno sfidato le fondamenta della politica, chiedendo solo di mitigarne l'asprezza. Ad esempio, essi propongono di aumentare il potere d'acquisto delle famiglie da 5 a 16,5 miliardi di euro, e di ridurre il sollievo fiscale alle imprese da 41 a 22,5 miliardi.

Così, ha scritto Cheminade, "i seguaci della supply-side economics contrastano i seguaci della domanda, ma entrambi rimangono entro lo schema liberista dell'offerta e della domanda, senza considerare la produzione reale e i bisogni del lavoro umano".

"Qual è la via d'uscita da questo sistema, o piuttosto la via verso il futuro? Uscire dalla Nato, dall'Euro e dall'Unione Europea", ha continuato Cheminade. "Non per ritirarsi entro confini nazionali ma per unirsi al nuovo mondo definito dai BRICS… un mondo che, sulla base di una politica del credito pubblico produttivo, sviluppi la fusione nucleare, l'energia del domani, e tutte le tecnologie ad essa collegate, dalla robotica alle bio e nanotecnologie, alle tecnologie digitali a cui il nostro paese può molto contribuire. Questo è urgente, perché la seconda fase della grande crisi finanziaria sarà collegata al pericolo di guerra".




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