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La "Soluzione Mahathir" alla crisi del rublo

22 dicembre 2014 (MoviSol) - Alla tradizionale conferenza annuale per la stampa, il Presidente russo Vladimir Putin ha parlato a 1200 giornalisti russi e stranieri, dedicando oltre tre ore e mezzo alle loro domande. Reduce di alcune discussioni, la notte precedente, con il Presidente francese François Hollande, il Cancelliere tedesco Angela Merkel e il Presidente ucraino Porošenko sul piano di pace in Ucraina orientale e sulla ripresa dei dialoghi a Minsk, Putin ha parlato come il capo di uno Stato minacciato dalla guerra: ha detto chiaro e tondo che la Russia non sta semplicemente subendo una "vendetta" o una "punizione" per i fatti della Crimea, ma che le fazioni occidentali hanno preso di mira la Russia sin dal momento in cui crollarono l'Unione Sovietica e il Patto di Varsavia. Per il Presidente russo fu la prima guerra in Cecenia a segnare l'inizio delle ostilità.

Putin non ha torto, ha commentato il 19 dicembre il politico americano Lyndon LaRouche, parlando con alcuni collaboratori. Benché il leader russo non abbia ancora seguito il consiglio di LaRouche, pubblicato all'inizio della settimana e che ora circola anche in lingua russa, di imporre controlli sui capitali e controlli sui cambi, adottando così la "soluzione Mahathir" che nel 1998 salvò la Malesia dal crollo delle cosiddette Tigri Asiatiche, egli è assolutamente consapevole che l'attacco alla Russia ha l'obiettivo di un cambiamento di regime. Da aprile scorso, quando Putin e altri funzionari russi e bielorussi dissero ai convenuti alla Conferenza di Mosca sulla Sicurezza Internazionale che le "rivoluzioni colorate" e le "sanzioni" sono una nuova forma di guerra, la Russia è stata molto chiara sullo stato della guerra. Non si tratta di una nuova Guerra Fredda, ma di una dannata guerra combattuta e che potrebbe degenerare in guerra termonucleare!

 




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