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Separazione bancaria e fine delle sanzioni, o un nuovo crac

di Liliana Gorini, Presidente di MoviSol

 

25 gennaio 2015 (MoviSol) - Nelle ultime settimane è diventato evidente a tutti che il sistema dell'Euro è fallito. La decisione della Svizzera di sganciarsi dall'Euro e di lasciare la barca che affonda indica la gravità della situazione (vedi).

L'unica riforma che rilancerà davvero la crescita è la netta separazione tra banche speculative e banche ordinarie (commerciali), come quella attuata da Franklin Delano Roosevelt nel 1933 con la legge Glass-Steagall. Come ha dichiarato l'economista LaRouche, che guida la campagna per il suo ripristino negli Stati Uniti, "il tentativo di Draghi di salvare una bolla speculativa in bancarotta, con l'ennesimo imbroglio iperinflazionistico della BCE, non farà che accelerare il collasso dell'economia reale nella regione transatlantica".

Anche il discorso sullo stato dell'Unione di Obama rasenta l'assurdo: come Bush dichiarò per la guerra in Iraq, Obama ha annunciato che "la crisi è finita" e che d'ora in poi la classe media, colpita duramente dalla crisi del 2008, pagherà meno tasse e starà bene. I dati che vengono dalla Federal Reserve di Dallas mostrano un quadro ben diverso: si prevede la perdita di altri 140.000 posti di lavoro nel settore energetico del solo Texas, e altri crac bancari legati al crollo del prezzo del petrolio e ai derivati legati al petrolio, con 20.000 miliardi di contratti in derivati che stanno per andare in perdita.

Mentre la senatrice Elizabeth Warren e la congressista Marcy Kaptur si battono per il ripristino della legge Glass-Steagall (vedi), con l'intento di togliere ogni garanzia dello Stato alle banche d'affari, qui da noi il governo Renzi fa esattamente l'opposto.

Ignorando le proposte di legge per la separazione bancaria presentate da senatori e deputati della precedente e dell'attuale legislatura, prende di mira le banche popolari, le uniche che davano ancora crediti a famiglie e imprese. Decreta un altro favore alle “big banks”, incurante della speculazione sulle popolari che ha preceduto il decreto, speculazione che per qualcuno è il frutto di indiscrezioni, ma per i più maliziosi un vero e proprio progetto in stile Britannia.

La crisi del sistema dell'Euro è aggravata dalle sanzioni contro la Russia, promosse da Obama e Merkel in prima persona, e osteggiate finora dalla Francia. Le nostre imprese agricole e industriali hanno perso almeno il 20% di ricavi a causa di queste decisioni, e della conseguente rinuncia della Russia ad alcune nostre esportazioni (dalle pesche alle macchine).

Anche qui, invece di sostenere Parigi per far cessare le sanzioni e attuare invece una nuova politica di cooperazione con Mosca, Roma prende ordini da Berlino insistendo sulla traiettoria dello scontro.

Perfino sulla scelta del nostro nuovo Presidente della Repubblica grava il diktat della Merkel e dell'Unione Europea, che chiedono il proseguimento della "politica delle riforme", ovvero la politica che ha portato la Grecia alla bancarotta e sulla soglia del genocidio.

Non è nemmeno un caso che sia stato fatto il nome di Giuliano Amato, uno dei lucidi promotori dei trattati di Maastricht e di Lisbona, come forma di regresso politico al Medioevo, famigerato dal 1992 per il prelievo forzoso dai conti correnti, misura alla quale l'UE prevede di ricorrere al prossimo crac.

Veramente urgenti, invece, sono un regime di separazione bancaria, fondamento di una revisione in senso creditizio del sistema finanziario internazionale, e la cooperazione tra l'Occidente e i BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa) [vedi].

Il sistema della City di Londra e di Wall Street è irrimediabilmente fallito. La disperazione di quegli ambienti li porta a considerare la guerra come un'opzione per la conservazione di una posizione di relativa egemonia. È invece della massima urgenza un cambio radicale della politica estera, nel senso della cooperazione con i BRICS, che si sono spinti fino a dar vita a banche di diritto pubblico che rispondono al principio hamiltoniano, ovvero che erogano il credito direttamente ai progetti di sviluppo economico, senza la mediazione di altre banche e senza imporre le condizioni e i ricatti del FMI e della Banca Mondiale.

Il punto di partenza è la petizione internazionale dello Schiller Institute affinché Stati Uniti d'America ed Europa rigettino la geopolitica e cooperino coi BRICS. Raccoglie le firme di oltre 200 personalità importanti in tutto il mondo: sono inclusi alcuni ex congressisti, un parlamentare italiano, numerosi giornalisti, artisti e attori famosi (vedi).

Chiediamo anche a voi di far conoscere le nostre proposte, sulla Glass-Steagall e sui BRICS, e di sostenere MoviSol, che in questo momento è l'unico movimento con un programma concreto per fare uscire l'Italia, e il mondo, dalla crisi (vedi).

 

 

 

 

 




 

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Siete stanchi di lamentarvi senza fare altro?

Il crac finanziario da noi previsto, mentre tutti gli altri lo negavano, è arrivato. Oltre ad offrire la giusta chiave di lettura del processo in corso, abbiamo sempre indicato i piani concreti per uscire dalla crisi iniziata nel 1971, con l'abbandono degli accordi di Bretton Woods.

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