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[Solidarietà, anno X n. 2, luglio 2002]


Il nucleare? Una questione esclusivamente politica

Come l’associazione nucleare brasiliana ha sconfitto Greenpeace

L’ngegnere Guilherme Camargo, direttore dell’Associazione Brasiliana per l’Energia Nucleare (ABEN) è stato intervistato dalla rivista tedesca Fusion in occasione del Congresso dell’ABEN, tenutosi il 20 ottobre 2000. La ABEN è considerata una delle associazioni del settore nucleare più attive sulla scena internazionale ed il suo Congresso tecnico è stato riconosciuto uno degli appuntamenti più importanti di questo genere dal rappresentante dell’International Atomic Energy Agency (IAEA)che ha parlato al Congresso.

Nell’intervista a Fusion, Camargo ricorda come il progetto nucleare brasiliano Angra, che oggi conta quattro centrali, nacque dalla collaborazione del suo paese con la Germania. Negli anni Ottanta il progetto nucleare brasiliano attraversò un periodo molto difficile quando, oltre alle gravi difficoltà finanziarie dovute alla crisi del debito che colpì i paesi latinoamericani, “subì una campagna terribile che fu direttamente coordinata dal Dipartimento di Stato USA – ne abbiamo le prove – contro l’accordo nucleare raggiunto da Germania e Brasile”.

“Cominciò con un articolo su Der Spiegel ... un rapporto molto negativo, tanto che fu costituita una Commissione parlamentare d’inchiesta. ... I programmi nucleari in Brasile ne furono travolti. Per farla breve, nel 1993 in Brasile fu fondato Greenpeace, con uffici a São Paulo e a Rio, e quello stesso anno su tutti i giornali e i mass media imperversò una campagna denigratoria mirante a porre fine al programma nucleare. I politici non osavano più aprir bocca sul nucleare. Si tenevano alla larga da noi, non volevano farsi vedere con persone presentate come folli assassini. A ciò si aggiunse anche un incidente a Gonia, nel 1987, dove la popolazione fu inavvertitamente esposta alle radiazioni di attrezzature radiologiche mediche fuori servizio. Servì come pretesto per rilanciare la campagna antinucleare, la situazione si fece davvero terribile ...

“Insieme ad alcuni colleghi dell’ABEN presentai alla direzione delle principali imprese e istituzioni del settore nucleare un piano strategico per ribaltare in poco tempo quella situazione. ... Consultammo professionisti affermati nel mondo dei media, per vedere se potevano dire le cose come stavano a proposito del nucleare ... ci spiegarono che «un cane che morde una bambina non fa notizia, se volete finire in prima pagina la bambina deve mordere il cane!».

“Riflettendo su questa lezione venni a conoscenza del giornalista islandese Magnus Gudmundsson, di cui riferiva la Executive Intelligence Review. Era l’autore di un film su Greenpeace davvero molto critico, che aveva sollevato molto scalpore nei paesi scandinavi. Anche se si era principalmente occupato delle storie sulla pesca e sulle balene, aveva raccolto molte prove davvero pungenti. ... Ottenemmo da lui tutte le videoregistrazioni ... «questa è la bambina che morde il cane!» dissi ai miei colleghi.”

Camargo spiega che riuscì a convincere il direttore di Veja, il principale settimanale brasiliano, ad incontrare Gudmundsson, invitandolo in Brasile per una serie di iniziative pubbliche ben organizzate, interviste, ricevimenti, il tutto con una massiccia copertura massmediale. Gli espedienti non proprio ortodossi di Greenpeace e le storie dei conti segreti del suo ex leader McTaggert finirono in piazza. La sua strategia, dice Camargo, non fu quella di mettere avanti la questione del nucleare, ma semplicemente di screditare le forze impegnate a calunniare il nucleare poiché: “Fin dall’inizio lo scopo di Greenpeace in Brasile era l’attacco frontale contro il settore nucleare. Partirono con l’intenzione di raccogliere 500 mila firme sotto la petizione per chiudere l’impianto Angra 1 e sospendere la costruzione di Angra 2. All’epoca il Presidente del Brasile era Itamar Franco. Era stato il presidente della Commissione d’Inchiesta parlamentare sull’accordo tedesco-brasiliano ed era decisamente contrario al nucleare, ... all’inizio della sua presidenza aveva ricevuto l’intera direzione di Greenpeace ... ma dopo le bordate della stampa si è rifiutato di accogliere la petizione. Invece di mezzo milione di firme ne raccolsero 30 mila, il 90% tra ragazzini di 15 e 16 anni! ... Respinti dal Presidente andarono alla Camera dei Rappresentanti, ma lo stesso giorno noi presentammo le prove del fatto che le firme erano state raccolte tra gli studenti, anche dai professori. Di fronte a questo fatto i parlamentari hanno scaricato Greenpeace ... Il giorno successivo il suo presidente è stato licenziato e due mesi dopo Greenpeace ammetteva alla stampa che le sue entrate erano scese al 10 percento o meno rispetto all’anno precedente! ... Adesso il Brasile è l’unico paese in cui Greenpeace nemmeno s’azzarda a parlare di energia nucleare.

“I colleghi mi dicevano: «Ma che cosa fai? Sei qui per prendertela con Greenpeace o per difendere il nucleare?»... poi hanno capito che non è questione di star li a spiegare come funzionano gli impianti di sicurezza d’una centrale, e che la probabilità d’incidente è di 10 alla meno chessoio, le solite sciocchezze difensive che quelli del nucleare fanno un po’ in ogni paese. ...

“La lotta reale non ha niente a che fare con le questioni tecniche, è esclusivamente politica, ed è guerra emotiva e psicologica. In effetti abbiamo fatto ricorso alla stessa tattica che gli antinucleari hanno usato contro di noi. ...

“Leggo la Executive Intelligence Review (EIR)dal 1988, da quando presiedo l’ABEN, e sono in contatto con Lorenzo Carrasco, che rappresenta l’EIR a Rio. Le loro informazioni mi sono servite moltissimo ... Certamente abbiamo dovuto fare gli approfondimenti per conto nostro, ma le indicazioni provenienti dall’EIR sono state decisive.

“L’EIR presenta una prospettiva molto ampia, che è filosofica, storica e strategica, sull’intero sviluppo delle NGO contro i paesi in via di sviluppo e su chi c’è veramente dietro ... ho letto i principali libri sul tema ecologico pubblicati dall’EIR in tedesco ed in inglese. ...

“Così abbiamo potuto dimostrare come, ad esempio, il principe Carlo d’Inghilterra figura in una commissione ad alto livello di Greenpeace, o che il principe Filippo d’Edimburgo è di fatto il padrone del WWF – le due istituzioni sono quindi molto ben collegate. ... Potemmo riferire le accuse di corruzione dentro Greenpeace, e Greenpeace non ha potuto dir niente, non ha potuto smentire, anche nei tribunali scandinavi Greenpeace ha finito per perdere tutte le sue cause.

“Abbiamo poi allargato il discorso oltre Greenpeace, coinvolgendo tutta la serie delle NGO e l’influsso che hanno in Brasile, tanto che dopo essere stato eletto Presidente, Fernando Henrique Cardoso disse che NGO in effetti sta per «Organizzazioni Neo Governative». Le principali testate hanno pubblicato miei articoli sull’argomento, e ci sono state altre denunce sui finanziamenti incontrollabili delle NGO. ... I gruppi locali in Brasile sono finanziati al 100% dai gruppi internazionali, come il WWF, che è oggi la più importante NGO del Brasile. Non soltanto nel mondo ambientalista: il WWF vuole funzionare da governo parallelo. Siamo stati i primi a denunciare questa campagna del WWF e ci siamo preparati ad uno scontro ben più impegnativo e pericoloso".

L'articolo è pubblicato nel numero del luglio 2002 di Solidarietà, il bollettino d'informazione del Movimento Solidarietà che i non iscritti possono richiedere telefonicamente agli uffici di Milano: 02/2613058 – 02/26110612


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