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Gli ecologisti contro la tecnologia di dissalazione dell'acqua

24 giugno 2007 (MoviSol) - Dal sito www.larouchepac.com traduciamo un commento del 19 giugno 2007.

Con una delle sue campagne più stupide, il WWF ha pubblicato un rapporto in cui si attaccano le tecnologie di dissalazione perché “potenziali minacce all’ambiente, che potrebbero anche aggravare i cambiamenti climatici”. Anziché affidarsi a tali tecnologie, i popoli delle regioni aride dovrebbero “affidarsi ancor più al riciclo e alla conservazione dell’acqua”, ed evitare l’“errata tentazione” della dissalazione.

Come per ogni altra tecnologia, il WWF esprime il suo biasimo con una lista di lamentazioni; tuttavia, dietro l’accusa per cui la dissalazione dell’acqua di mare potrebbe “mettere a repentaglio la vita marina” è chiaramente presente il solito timore che questa tecnologia possa permettere un incremento del potenziale demografico umano nelle regioni in cui esso è, per il momento, limitato dalla siccità o comunque da scarsezze idriche.

Il gruppo maltusiano avverte anche che “la dissalazione si sta profilando come uno dei principali moventi per [la ripresa della tecnologia del] nucleare, in modo particolare in Asia, nel Medio Oriente, e nel Nord Africa”. Quindi, fornisce un elenco delle molte nazioni che hanno espresso interesse per la dissalazione ad energia nucleare, ma omette la ragione fondamentale di una tale considerazione: si tratta del sistema più efficiente, meno dispendioso e meno inquinante che si conosca.

Che altro ci si può aspettare da una lobby fondata dal principe Filippo d’Edimburgo e dal principe Bernardo d’Olanda?

Ad integrazione, aggiungiamo un nostro commento

Anche Sergio Ferraris, della sezione italiana di Green Cross (fondata nel 1992 da Mikhail Gorbaciov), commentando una proposta di Carlo Rubbia, si spinge a ricordare due “svantaggi” della tecnologia di dissalazione: sarebbe troppo costosa in termini energetici e sarebbe necessario smaltire i sali estratti dall’acqua di mare. Il primo è veramente uno svantaggio, se si rimane all’interno di questo livello tecnologico, senza passare cioè a quello definito dai processi nucleari; il secondo “problema” non lo è affatto, in quanto i sali ricavati dall’acqua di mare sono impiegabili in numerosi processi industriali e nella produzione di fertilizzanti (vedi il concetto di NUPLEX, e il costante riferimento di Lyndon LaRouche ai grandi progetti contro la crisi idrica mondiale).

Vedi l’articolo di Sergio Ferraris:

http://www.greencrossitalia.it/ita/news/energia/news_007_e.htm


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