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La truffa dell'etanolo

15 maggio 2006 (MoviSol) – Da un po' di tempo a questa parte negli USA si moltiplicano gli intereventi a favore di una presunta alternativa al petrolio e al gas naturale. Questa alternativa sarebbe rappresentata dall'etanolo, ovvero l'alcool ottenuto dalla lavorazione (fermentazione) di biomasse di vario genere, in particolare mais.

Da un punto di vista scientifico ed economico, ciò rappresenta innanzitutto una distrazione dalle vere urgenze nel settore automobilistico (necessità di reimpiegare la capacità produttiva perduta del settore nella realizzazione di progetti infrastrutturali) e nel campo energetico, rappresentate dalla necessità di nuovi impianti nucleari di ultima generazione e dalla ricerca nel campo della fusione nucleare. In secondo luogo si tratta di una vera e propria bufala in quanto stiamo parlando di tecnologie a perdita netta di energia nell'intero ciclo produttivo.

Purtroppo però, negli ultimi tempi personalità come Bill Ford, presidente della Ford Motors, General Motors e Chrysler (in passato anche autore di una interessante presa di posizione sulla necessità di reimpiegare la capacità produttiva perduta del settore auto USA), hanno dato vita ad una Apollo Alliance, un progetto per la promozione di queste anti-tecnologie finanziata dalla fondazione Rockefeller Financial Services e la Ford Foundation, in combutta con altre iniziative come la Alliance for Climate Protection di Al Gore ed altre organizzazioni neo-con come la Set America Free coalition.

Quest'ultima organizzazione conta su personaggi molto vicini all'attuale amministrazione USA come l'ex direttore della CIA James Woolsey, Daniel Pipes e Meyrav Wurmser. Dietro questa propaganda c'è anche l'Institute for American Future, finanziata da Soros.

Pertanto gli stesi falchi che premono sull'acceleratore della guerra (anche nucleare) e promuovono l'apartheid tecnologico nei confronti dei paesi in via di sviluppo, in casa promuovono il ritorno ad una società di tipo feudale a bassa tecnologia.

Il seguente articolo tratto dalla rivista Executive Intelligence Review, fornisce alcuni dati scientifici che mostrano la falsità della presunta svolta “alcoolistica.”


EIR 12 maggio 2006



L'Etanolo assorbe più energia di quella che produce

Di Marjorie Mazel Hecht


La verità sull'etanolo, il meraviglioso carburante che si vorrebbe il sostituto della dipendenza degli USA dal “petrolio straniero”, è che occorre più energia per produrlo, di quanta il carburante di etanolo risultante possa fornire. Inoltre, per rimpiazzare il petrolio importato con l'etanolo, occorrerebbe coprire più della metà della superficie terrestre degli Stati Uniti con colture di mais o altre biomasse.

Uno degli argomenti più forti contro l'uso dell'etanolo viene dal professor David Pimentel della Cornell University, un difensore di vecchia data della “bassa tecnologia”. Questi, insieme ad un suo collega, Tad W. Patzek, professore di ingegneria civile e ambientale, presso l'Università della California a Berkeley, ha condotto una dettagliata analisi sui rapporti tra input e guadagno di energia nella produzione di etanolo da mais, “switchgrass” (una specie di foraggio nativo del Nord America - ndr) e biomasse di legno. Le loro scoperte, pubblicate su Natural Resources Research (Vol. 14, No. 1, marzo 2005, pagg. 65-76), sono:

o L'etanolo dal mais richiede il 29% in più di energia da carburante fossile rispetto al carburante prodotto;
o L'etanolo da “switchgrass” richiede il 45% in più di energia da carburante fossile rispetto al carburante prodotto;
o L'etanolo dalle biomasse di legno richiede il 57% in più di energia da carburante fossile rispetto al carburante prodotto.

Pimentel e Patzek hanno considerato l'energia usata per produrre il mais, il che include la produzione di pesticidi e fertilizzanti, macchine agricole, irrigazione e trasporto, più l'energia necessaria per distillare l'etanolo.

Come ha detto Pimentel al servizio stampa della Cornell University nel luglio 2005, “Non c'è proprio nessun beneficio nell'usare biomasse per il carburante liquido. Queste strategie non sono sostenibili...La produzione di etanolo richiede un largo uso di energia fossile, e perciò contribuisce all'importazione di petrolio e gas naturale e al deficit USA.”

Pimentel ha calcolato che occorrono circa 131.000 BTU (Unità Termiche Britanniche) per fare un gallone di etanolo (circa 4 litri- ndr), ma un gallone di etanolo ha un valore energetico di sole 77.000 BTU, una perdita netta di 54.000 BTU per gallone.

Pimentel e Patzek non hanno incluso nei loro calcoli il costo dei sussidi federali e statali che sono elargiti alle grandi aziende produttrici di energia da biomasse. Da notare che Pimentel sostiene l'uso di biomasse solo per il riscaldamento domestico e non per la produzione di carburante liquido.

Non è tutto

Ma non è tutto. Anche gli entusiasti della produzione di etanolo, come l'ex direttore della CIA James Woolsey, notano che il maggiore ostacolo alla sostituzione della benzina con l'etanolo è il suo “alto costo di produzione” e il fatto che richieda “ampi sussidi.” Woolsey ed altri puntano sulla nuova ricerca in ingegneria genetica che dovrebbe sviluppare speciali microbi per far fermentare il mais e le altre biomasse. Ma a Woosley e soci sfugge l'elefante dell'etanolo che siede in mezzo ai loro argomenti: l'uso del suolo.

Il dottor Howard Hayden, professore emerito dell'università del Connecticut ed editore della newsletter The Energy Advocate, nota in un articolo sul numero di primavera 2006 della rivista 21st Century Science & Technology, che “per produrre etanolo per tanta energia quanta ne usiamo per i trasporti, richiederebbe 1,1 miliardi di acri dedicati alla produzione di mais ad alto rendimento, con tutte le cose che gli ambientalisti odiano: fertilizzanti, irrigazione, e pesticidi. Ciò equivale a circa 1,8 milioni di miglia quadrate, circa il 51% della superficie terrestre dei 50 stati.”

Questo enorme utilizzo del suolo non preoccupa le molte aziende che sono intossicate dalla prospettiva dei sussidi governativi per distillare alcool come carburante. Il Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti ha annunciato ad aprile che un'azienda della Florida, la Progress Energy Florida, ha firmato un contratto venticinquennale per comprare energia da un impianto a “biomassa erbacea”da 130 megawatt nella Florida centrale, il quale riceverà un sussidio governativo per i prossimi dieci anni.

In Georgia, un'altra azienda di energia alternativa, la Earth Resources, progetta un impianto energetico a escrementi di pollo (tecnologia per la quale è stata finanziata con un milione di dollari dal Ministero dell'Agricoltura USA). Altre compagnie stanno aprendo la strada all'uso di letame di vacca con sussidio governativo.

In California, lo stato da lungo tempo leader in schemi energetici anti-economia-fisica, il Governatore Arnold Schwarzenegger ha firmato da poco un ordine esecutivo che stabilisce il traguardo di produrre il 20% dei 900 milioni di galloni di bio-carburante consumati in un anno nello stato all'interno dello stato stesso entro il 2010, arrivando al 40% entro il 2020 e al 75% per il 2050. L'ordine richiede inoltre che le biomasse forniscano il 20% dell'elettricità generata per andare incontro alle richieste di energia rinnovabile dello stato - un vero perdente di energia.

Allo stesso tempo, gruppi ambientalisti della California citano un rapporto dell'Università della California che dimostra come l'uso di etanolo risulterebbe in una più alta concentrazione di inquinanti tossici nell'aria.

L'odierna spinta verso l'etanolo deriva direttamente dalla controcultura, inflitta agli USA circa trent'anni fa, con la promozione di una società post-industriale e l'abbandono della scienza e della tecnologia. La realtà e l'economia fisica sono divenute irrilevanti e, come nella “Neolingua” del romanzo 1984 di Orwell, “più” è diventato “meno”. Da qui la popolarità dell'etanolo e il non-sviluppo di tecnologie avanzate (fissione e fusione nucleare) che possano fornire energia ad una società industriale.


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