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Scuola Quadri in California – 4 agosto 2007

Una risposta di Lyndon LaRouche sulla specificità del metodo di Keplero

DOMANDA:

L'altro giorno abbiamo avuto una piacevole disputa. Spero di riprodurre correttamente entrambe le parti. Stavamo studiando il Capitolo 59 della Astronomia Nova e fummo portati a riconsiderare il Capitolo 57, in cui Keplero si dilunga sulla questione del confronto tra la mente umana e la natura. Ogni volta che riprende questo tipo di indagine, Keplero fa i conti con certe implicazioni di tipo geometrico; in altre parole, è come se, dopo aver dato un occhio alla fisica, può ottenere qualcosa con la geometria.
L'argomento della discordia, tuttavia, è il seguente: Keplero pensava davvero qualcosa come “Deformo questi epicicli, fino ad ottenere delle ellissi”, oppure pensava in altra maniera? In sostanza, Keplero era influenzato dalla cultura predominante? Cioè, anche Keplero era dominato dagli assiomi del moto circolare uniforme e degli epicicli? Oppure, d'altra parte, ebbe un'idea premonitrice della direzione in cui procedere, che lo pose oltre gli aspetti dominanti della cultura del suo tempo, per arrivare alla sua scoperta, in modo che non vi fosse spazio perché gli altri astronomi dicessero “Bel colpo, Keplero; ma, a che servono queste tue orbite? Non sei riuscito a completare l'azione circolare, o l'epiciclo? Usa l'equante.”?


LAROUCHE:

No, Keplero non aveva problemi del genere. Tuttavia, non prendere un suo capitolo alla volta, in sé, per cercare di comprenderlo da un punto di vista particolare. Dovresti ricordare, invece, la caratteristica generale degli scritti di Keplero: è assolutamente degno di nota che egli non si sbarazzi di alcunché; semplicemente, si muove avanti e indietro, per apportare qualcosa di nuovo nel posto in cui era stato prima, e dice, “Ecco qui un'idea migliorata.” Questo è il modo in cui Keplero approccia le cose.

Per quanto riguarda la questione dei moti circolari, dovreste tornare alle fondamenta, che non sono laddove state cercando. Le fondamenta sono - e Keplero lo dice - in Niccolò Cusano. E' quel che Keplero dice sin dall'inizio. E' quel che dice in tutto il suo lavoro.

Ora, la scoperta fondamentale di Cusano fu l'errore di Archimede. Che Archimede si fosse sbagliato sulla questione del cerchio. Questo aspetto è quanto v'è di più cruciale nella fondazione della scienza fisica moderna. Questa è la chiave di tutto il lavoro di Keplero, come anche del lavoro di Leibniz e di altri. E' davvero la fondazione della scienza moderna. E coinvolge il concetto di creatività.

Cusano aveva dimostrato che la quadratura di una funzione [rappresentabile da una] curva nello spazio è prova di incompetenza. In altre parole, non puoi definire ontologicamente la curvatura del cerchio come fece Archimede, nella serie di scritti sulla quadratura di circonferenza e parabola. Questo è ciò che Cusano aveva dimostrato.

Questa differenza, evidenziata da Cusano, fu adottata da Keplero, finendo per costituire le fondamenta della scienza moderna. Ma attenzione, la scienza moderna non si riduce al costruire. Non è semplicemente geometria: è qualcosa di più. Implica qualcosa di ulteriore alla geometria: implica la potenza creativa della mente umana, altrimenti assente negli animali.

La differenza tra Keplero, e tutti gli altri del suo tempo (ad esclusione di pochi amici della stessa convinzione, oggi poco noti), è che Keplero introdusse, in contrasto con Brahe e con Copernico il principio della creatività. I due avevano errato proprio su questo punto. Keplero lo introdusse, dicendo: “Dio è creatore. L'uomo è nella Sua immagine, ed è dunque creativo”. Poi aggiunse il tema della definizione della curvatura del cerchio, senza ricorrere alla quadratura.

Considerate il caso più tardo di Eulero, il quale, dopo un fruttuoso periodo di collaborazione con Jean Bernoulli, degenerò moralmente e intellettualmente, tornando all'idea della quadratura e rifondando il suo procedere sull'errore di Archimede sulle circonferenze e le parabole. Questo regresso divenne un punto chiave dei successivi attacchi all'opera di Leibniz in Europa, specialmente in Francia e in Germania, nel secolo XVIII.

Così, il tema è la creatività; e il suo significato ontologico è che affinché noi possiamo penetrare le leggi dell'universo si richiede che riconosciamo qualcosa che non può essere rappresentato dalla quadratura. Non si può definire un universo curvo a partire da uno rettilineo. Dunque, è questo il modo di vedere le cose. Se spesso nell'educare accade che l'educatore stesso non sappia propriamente che cosa insegna, e faccia ciò che considera essere un semplice appello al senso comune, per tentare di trasmettere una scoperta di principio, noi dovremmo assumere un altro metodo. Un tal uso del senso comune, è proprio ciò che, alla fine, porta gli studenti universitari a pensare come se fossero animali; invece di manifestare la loro umanità, sorbiscono le spiegazioni che vengono loro proposte in una maniera semplicistica e plausibile, piuttosto che guardando ai principi universali davvero coinvolti. L'idea del moto, del movimento della Terra nel Sistema Solare rispetto al Sole e a Marte, che è la prima cosa dimostrata da Keplero nella Astronomia Nova, richiede un tasso di cambiamento del moto stesso, tale da essere consistente con il concetto di proporzionalità tra aree spazzate e tempi impiegati per la funzione ellittica. Il tasso di cambiamento del movimento non può essere ridotto alla forma [tipica] della quadratura. Esso esiste al di fuori di essa.

Così, tutte le spiegazioni geometriche ordinarie, scolastiche o meno, della scoperta di Keplero, non soltanto sono errate, ma assurde nella loro essenza. Tutti i miei lavori sono stati basati, d'altro canto, sul riconoscimento di tale questione. Dal periodo 1946-48 fino al 1953, tutte le mie scoperte fondamentali si sono basate su ciò (anche prima la mia ricerca ne fu influenzata, ma in modo meno consapevole). Ovviamente non sempre dallo stesso punto di vista di Cusano; ma sempre tenendo d'occhio il concetto di creatività. Quindi, sin dagli inizi del mio lavoro del periodo immediatamente successivo alla guerra (1946-47), la prima cosa che confutai fu l'idea di una scienza fisica semplicemente meccanicistica, di una scienza fisica, per preferire un'idea inclusiva dell'universo, in cui il principio della vita e dei processi che la caratterizzano svolga una ruolo qualitativamente distintivo nello spazio delle fasi, in modo da separare i processi biotici da quelli abiotici; questa fu la mia prima preoccupazione. In seguito, nell'oppormi al lavoro di Norbert Wiener, da me conosciuto per essermi trovato in mano una bozza del suo libro più noto (“La Cibernetica. Controllo e comunicazione nell'Animale e nella Macchina”) prima che fosse pubblicato, riconobbi ciò che stavo confutando, ciò che v'era di stupido. Questa fu la mia seconda preoccupazione: come mostrare che la creatività, al pari della vita, è distinta dall'universo visto in maniera meramente meccanicista. E, anche, come mostrare che la creatività umana è distinta dalla vita, così come la osserviamo nelle specie non umane.

Così, troverete che questo concetto di creatività soggiace al lavoro di Pierre de Fermat, uno dei più importanti seguaci di Keplero & C. Essa è la diretta motivazione di tutto il lavoro di Leibniz. Essa è celata nell'opera di Gauss, ma esplicitamente menzionata da Bernhard Riemann, soprattutto nella sua tesi di abilitazione del 1854. E non è un caso che alcuni di noi stiano concentrandosi su Gauss, per cercare di porre in evidenza ciò che vi è nascosto.

Tutta la scienza fisica, come riconobbe e pubblicamente enfatizzò Einstein, verso la fine della sua vita, qualunque forma competente di scienza fisica ha la sua premessa sulla progressione che caratterizza lo sviluppo della scienza moderna, da Keplero a Riemann. Non vi sono aspetti fondamentali della conoscenza scientifica, che non siano racchiusi entro i limiti definiti da questa caratteristica. L'arco che va da Keplero a Riemann è sotteso dalle scoperte e dagli argomenti di Niccolò Cusano. Ma questi argomenti sono il riflesso di ciò che era già stato compreso dai Pitagorici e da Platone; in particolare, delle implicazioni della soluzione al problema della duplicazione del cubo.

V'è stato un lungo periodo della storia umana colorato a tinte fosche, quello dell'Impero Romano, dell'Impero Bizantino, del sistema di Venezia e della cavalleria normanna, ecc. in cui dominò sul piano scientifico l'approccio di Euclide, del quale dobbiamo decidere se fosse un idiota, o un truffatore. Le epoche buie sono tali soprattutto per l'intelletto. All'improvviso, con Cusano e il circolo dei suoi amici rinascimentali, vi fu un ritorno diretto alle vette della Grecia Classica, alle originali scoperte dei Pitagorici e di Platone. Fu questa riscoperta a fondare la scienza europea moderna; furono le persone attorno al Cusano - cioè Leonardo da Vinci, Luca Pacioli e, naturalmente, Keplero, a lanciare esplicitamente questa impresa.

Così, tutta la scienza moderna si basa su questa domanda: l'uomo è un animale? O una macchina? No, l'uomo non è una macchina. Perché v'è un principio alla base della vita, che lo distingue dai processi abiotici. Non è un animale, neanche. Perché, pur essendo entrambe delle creature viventi, e condividendo pertanto lo stesso principio, per l'uomo vige un principio differente, quello della creatività. E' la creatività che definisce la mente dell'uomo, e lo distingue dall'animale. In altre parole, la filosofia della vita sarebbe: “In tempo di carestia, mangia il tuo prossimo.” Ma, noi non lo facciamo, perché l'uomo è differente da un animale, che all'occorrenza può essere nostra preda, se così vogliamo.

Cosi, il punto è questo. Dovete studiare Keplero a partire da questo punto di vista. Così, tutto diventa chiaro. Ma il tema su cui, in fondo, tutto il mio lavoro si concentra, specialmente nell'organizzare politicamente il prossimo, è: come condurre l'altro ad una comprensione della creatività e del suo significato nella pratica, come renderlo chiaro alla gente e riuscire ad organizzare la società attorno a tale principio, perché diventi una società - diciamolo - davvero umanista, contrariamente a quel che è oggi.


Visita il sito del progetto Keplero del movimento giovanile di LaRouche, in lingua inglese

"Kepler Project"


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