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LaRouche alla Rice: “devi dire a Bush che mandare truppe USA in Libano è un disastro garantito”

28 luglio 2006 – Dopo il fiasco della Conferenza di Roma sul Libano, negli Stati Uniti si acuiscono le pressioni affinché si spedisca un contingente militare, dai 10 ai 30 mila soldati, con l'obiettivo di assicurare la pace sul confine tra Israele e Libano. Non soltanto la cosa, così com'è concepita, non può funzionare, ma si tratta di uno sforzo che, anche se si limitasse ad una sola divisione di 10 mila elementi, condurrebbe ad una fase di snervamento fatale le già “sovrestese” capacità militari USA, fin troppo provate in Iraq e Afghanistan. Per questo, ha osservato LaRouche, Condi Rice dovrebbe dire a Bush: “No. Mr. President, don't go there”.
Negli USA alcuni esperti riferiscono alla rivista EIR che al premier israeliano Olmert e al ministro della difesa Peretz sono state dette delle menzogne, allo stesso modo in cui i neo-cons mentirono a Bush ed al Senato per trascinare gli USA nella guerra in Iraq. Ad Olmert ed a Peretz hanno promesso che le capacità militari di Hezbollah sarebbero ridimensionate dal 40 al 60 per cento come conseguenza di una o due settimane di incursioni aeree e operazioni chirurgiche di commando a terra. Non c'era niente di più distante dalla realtà. Adesso questa realtà comincia ad affacciarsi alla mente dei politici israeliani più accorti.

Commentando il comportamento del Senato USA Lyndon LaRouche ha aggiunto che questa volta ha strafatto: si è comportato persino peggio di quando dette carta bianca ai neocons per la guerra in Iraq. Allora almeno ci fu qualche obiezione e in risposta ricevettero menzogne. Di seguito un approfondimento su questo tema tratto dalla rivista EIR.

[Executive Intelligence Review N. 30, 28 luglio 2006]


Israele alle porte di Mosca

Jeffrey Steinberg

Nel weekend dal 17 al 18 giugno scorsi, il Vice Presidente USA Dick Cheney si è riunito con l'ex Primo Ministro israeliano nonché capo del partito Likud Benjamin Netanyahu e l'ex ministro israeliano Natan Sharansky, in una conferenza a Beaver Creek (Colorado), ospitata dall'American Enterprise Institute (AEI). Mentre il contenuto esatto delle discussioni non è stato mai reso pubblico, Netanyahu ha reso noto che sarebbe tornato immediatamente in Israele per incontrare il Primo Ministro Ehud Olmert e il suo gruppo di lavoro di ex Primi Ministri (che comprende l'attuale Vice Primo Ministro Shimon Peres e l'ex Premier laburista Ehud Barak) per trasmettere gli ordini di Cheney.

Sharansky, da parte sua, dal Colorado si è recato a Washington e Philadephia, per tenere una serie di comizi, presso la Hertitage Foundation e il Middle East Forum, in cui si è scagliato contro l'amministrazione Bush per aver abbandonato il proprio impegno per la “democrazia” in Medio Oriente, una frase che nel codice cifrato dei neoconservatori sta per un violento “cambio di regime” in Siria, Iran, Arabia Saudita e Egitto, sul modello del documento del 1996 «A Clean Break» [stralci del documento], il loro progetto per una dominazione congiunta di Washington e Tel Aviv nella regione. Le mosse di Sharansky sono state immediatamente seguite da una serie di articoli da parte di fanatici neoconservatori come Richard Perle, Lawrence Kudlow e Michael Rubin, tutti contro il Presidente Bush e il Segretario di Stato Condoleeza Rice, per essersi dichiarati, anche solo a parole, per una soluzione alla cosiddetta crisi iraniana.

La riunione di Beaver Creek non è stata altro che un canale di comunicazione da Washington a Tel Aviv, per indicare che è arrivato il momento di far saltare in aria tutta l'Asia Sud-Occidentale, attraverso una serie di provocazioni da lungo tempo programmate. Ma, mentre Dick Cheney fa con entusiasmo la parte del caporale in questa chiamata alle armi, la decisione di lanciare l'attuale massacro contro il Libano è venuta da circoli finanziari privati che vantano collegamenti con l'Internazionale Sinarchista molto più alti di quanti ne abbia il Vice Presidente ultrà.

Lyndon LaRouche ha posto la questione in questi termini: “Questa è la guerra di Felix Rahatyn”, riferendosi all'ex banchiere della Lazard, che ha giocato un ruolo chiave nello smantellamento sistematico della base industriale ad alta tecnologia degli USA negli ultimi trent'anni, e che annovera il padrino dell'amministrazione Bush-Cheney, George Shultz, tra i suoi più intimi collaboratori sinarchisti.

Un importante finanziere europeo consultato dall'EIR ha condiviso l'affermazione di LaRouche secondo cui l'attuale catastrofe in Asia Sud-Occidentale è parte di una insurrezione globale sinarchista, tesa a provocare una serie di guerre senza via d'uscita per trascinare sempre più l'intero pianeta in una Guerra dei Trent'Anni. “L'invasione israeliana del Libano,” ha detto la fonte, “avviene proprio nel momento in cui l'Afghanistan sta precipitando nel caos e all'Iraq non manca molto. Si aggiunga il fatto che il sistema finanziario mondiale sta traballando sull'orlo del collasso e si avrà una situazione che non ha precedenti nella storia moderna.” Si sommino: la recente serie di attentati a Mumbay (Bombay), India; le nuove destabilizzazioni alla porte della Russia, estese all'Europa Centrale (ci si riferisce agli scontri al confine tra Georgia e Ossezia del Sud e alle recenti richieste del Presidente georgiano Saakashvili ai Russi di rimuovere il contingente di pace - ndt); le esplosioni di violenza nelle principali città brasiliane, e lo schema globale delle provocazioni diventa chiarissimo.

La missione suicida degli israeliani

Come ha sottolineato LaRouche, le azioni israeliane, ordinate da Washington, non sono funzionali agli interessi di nessuno stato nazionale sul pianeta. Sicuramente non servono agli interessi nazionali di Israele, che è stato fatto marciare verso l'autodistruzione.

Un importante ambasciatore americano in pensione ha paragonato l'incursione in Libano con le disastrose sconfitte che sia Napoleone che Hitler subirono alle porte di Mosca. “La sovraestensione strategica è suicida,” ha commentato la fonte, “e Israele si trova proprio in tale sovraestensione”, si è cioè imbarcato in un'impresa per cui non dispone di forze sufficienti.

Un ufficiale USA che vanta decenni di esperienza nella regione ha aggiunto che l'amministrazione Bush-Cheney è intrappolata nelle proprie illusioni su Hezbollah. “Non riescono ad accettare l'idea che Hezbollah sia un vero movimento politico, con una massiccia base di sostegno.” La fonte ha continuato, “Guardate ora al caos che si scatenerà, dal Libano in tutto il Medio Oriente. Colpirà presto le Americhe. Questo è qualcosa di simile alla Guerra dei Trent'Anni.”

Il Colonnello in congedo Patrick Lang, ex direttore dell'intelligence militare USA per il Vicino Oriente, ha detto a Wolf Blitzer della CNN, il 20 luglio, che l'attacco israeliano sul Libano “per me non ha alcun senso. Come sapete, io ho lavorato in tutti questi paesi e in particolare con l'IDF (l'esercito israeliano - ndt), e seguo da sempre tutto molto attentamente. E quello che stanno facendo per me non ha alcun senso, perché, come ha detto un maggiore dell'aviazione israeliana, è impossibile andare in giro dappertutto a dare la caccia a tutti i lanciatori di razzi. Hezbollah è un esercito di guerriglia numeroso, ben organizzato e disciplinato. Hanno riserve nel profondo della popolazione sciita del Libano. Si tratta di una base che stanno organizzando da cinque-sei anni. Ovunque vi sono trappole per i tank, strutture per imboscate e tante altre cose del genere.”

“E' un posto terribile per combattere,” ha continuato. “E l'idea che si possa stanare gente come quella, che è fatta di fanatici islamici, e costringerla a mollare e scappare con la forza aerea e l'artiglieria e qualche limitata operazione di terra, semplicemente non funziona.” Lang ha detto alla CNN che Israele può fermare il bombardamento di obiettivi israeliani da parte di Hezbollah solo “facendo arretrare la loro linea di fuoco. L'unico modo per fare ciò, secondo me, è con truppe di terra. Ora, io so che l'IDF non vuole occupare parte del Libano di nuovo, ma si sono messi in una posizione in cui può non esserci nessuna altra scelta… . L'altra questione, cioè pretendere di far sì che il governo libanese sia qualcosa che non è, un governo unito che abbia un esercito vero, invece di un simbolo di unità nazionale, e che agisca contro Hezbollah, semplicemente non funzionerà. I Libanesi non hanno i requisiti per farlo.”

La disperazione dei banchieri sinarchisti

Dal punto di vista dei circoli finanziari privati di Londra, Parigi e New York, che costituiscono lo zoccolo duro della Sinarchia internazionale, una Guerra dei Trent'Anni globale, come quella che Israele sta innescando con la folle incursione in Libano, è semplicemente quello che il medico ha prescritto. Per mesi, anticipando il collasso del loro sistema finanziario mondiale, le più grandi istituzioni finanziarie hanno cercato di sbarazzarsi della loro carta finanziaria, prossima a non valere più nulla, per investire nelle commodities, innescando una spirale iperinflazionistica nei prezzi di petrolio, oro, rame e altre materie prime, portando l'intero sistema finanziario globale post-Bretton Woods sull'orlo del collasso.

Nello stesso tempo - come segnalato dalla mossa di Nissan-Renault su General Motors - questi stessi circoli finanziari, rappresentati da Rohatyn e dalla Lazard, si stanno muovendo per consolidare il loro controllo sulle più grandi società industriali rimaste dell'Occidente. Essi stanno cercando di creare lo stesso tipo di cartelli industriali internazionali che promossero fascismo e nazismo nel periodo tra il 1922 e il 1945. Inoltre, come ha messo in evidenza Lyndon LaRouche nella webcast del 20 luglio scorso, questi finanzieri vogliono distruggere le stesse fondamenta del sistema dello stato nazionale. Creando corporation internazionali, al di fuori della giurisdizione delle nazioni sovrane, e stabilendo la loro presa sulla capacità industriale globale e sulle merci strategiche, essi intendono imporre, attraverso la globalizzazione, una “soluzione finale” all'odiato sistema dello stato nazionale, specialmente agli Stati Uniti della Costituzione del 1789.

Il 14 luglio, uno dei più importanti giornali sinarchisti britannici, il Daily Telegraph, ha pubblicato un articolo straordinariamente sincero del responsabile della pagina economica Edmund Conway intitolato «Gli USA 'potrebbero andare in bancarotta'». Conway descriveva un recente studio commissionato dalla Federal Reserve di St. Louis al prof. Laurence Kotlikoff, che scriveva, “Per parafrasare il dizionario Inglese Oxford [nella definizione “bankrupt”], gli USA sono alla fine delle proprie risorse, esauriti, spogliati, svuotati, deprivati, bisognosi, o rovinati come conseguenza del mancato pagamento dei propri creditori?” La sua risposta era “sì.” Basandosi sugli obblighi esistenti verso le attuali e le immediate future generazioni, Kotlikoff prevede un ammanco fiscale del Governo Federale degli USA pari ad una cifra senza precedenti come 69.500 miliardi di dollari.

Il nocciolo duro dei finanzieri sinarchisti vede in queste circostanze un'opportunità storica di distruggere le stesse fondamenta del sistema dello stato nazionale, scatenando guerre interminabili nella maggior parte del pianeta.

È in questo contesto che diversi diplomatici e funzionari di intelligence intervistati dall'EIR concludevano che l'attacco suicida al Libano è il preludio di una più vasta guerra regionale, da scatenare attraverso un attacco militare USA all'Iran da tempo atteso, un attacco promosso da Dick Cheney e che sostituisce il cuore vero e proprio del piano “Clean Break” al quale i neoconservatori hanno dedicato ogni loro energia negli ultimi dieci anni.

In quella che potrebbe diventare una delle più grandi gaffe giornalistiche della storia, alla fine di giugno, la rivista Times proclamava “La fine della diplomazia del Cowboy.” Un ex funzionario di alto livello dell'intelligence, ha bollato come “pia follia” l'idea che l'amministrazione Bush abbia abbandonato i propri piani per una guerra in Iran. “Cheney sta guadagnando tempo, aspettando che gli sforzi diplomatici di Condi Rice falliscano. Allora avrà la sua guerra.” Un altro ambasciatore USA, che ha servito nel Golfo Persico per molti anni, è stato ancora più netto. “La cosiddetta offerta all'Iran era l'equivalente di una richiesta di resa incondizionata, e non è mai stata concepita per ottenere una soluzione diplomatica.” Commentando la valutazione di Lyndon LaRouche che le catastrofi all'orizzonte potrebbero rivelarsi l'unico argomento capace di costringere i politici ad effettuare una svolta assiomatica fondamentale, l'ex ambasciatore ha notato che “LaRouche ha ragione, ma non voglio neanche pensare che si vada verso una Grande Depressione e la Quarta Guerra Mondiale, prima che i leader mondiali rinsaviscano.”

 

 

Il piano “Clean Break”
chiedeva l'invasione nel 1996


Allo scopo di fugare ogni dubbio sulla natura premeditata dell'attacco israeliano al Libano, di seguito riportiamo qualche stralcio di «A Clean Break: A New Strategy for Securing the Realm» (Un taglio netto: una nuova strategia per garantire la sicurezza al regno). Il documento fu redatto nel 1996 per il leader del Likud Benjamin Netanyahu, che allora subentrava nell'incarico di Primo Ministro, da una squadra guidata da neoconservatori americani come Richard Perle, personaggi che hanno ricoperto incarichi nell'amministrazione Bush come Douglass Feith e David Wurmser, e il rappresentante dell'Hudson Institute, Meyrav Wurmser.

[...] Israele ha l'opportunità di operare un taglio netto; può forzare un processo di pace e una strategia basati su fondamenta intellettualmente nuove, che restituisca alla nazione l'iniziativa fornendole l'opportunità di usare ogni possibile energia nella ricostruzione del Sionismo, il punto di partenza del quale deve essere una riforma economica. Per mettere al sicuro le strade e i confini della nazione nell'immediato futuro, Israele può:

o Lavorare strettamente con Turchia e Giordania per contenere, destabilizzare e respingere alcune delle minacce più pericolose [per Israele]. Ciò implica un taglio netto dallo slogan “pace complessiva” [...]
o Cambiare la natura delle proprie relazioni con i Palestinesi, compreso rivendicare il diritto di intervento militare (hot-pursuit) per l'auto-difesa in tutte le aree palestinesi e sostenere alternative alla presa esclusiva di Arafat sulla società palestinese.
La Siria sfida Israele sul suolo libanese. Un approccio efficace, con cui l'America può simpatizzare, sarebbe se Israele prendesse l'iniziativa strategica lungo i propri confini settentrionali sfidando Hezbollah, Siria e Iran, quali principali agenti di aggressione in Libano, e questo comprende:[...]
o Stabilire il precedente che il territorio siriano non è immune da attacchi dal territorio libanese da parte di forze israeliane.
o Colpire obiettivi militari siriani in Libano, e qualora questo dovesse dimostrarsi insufficiente, colpire obiettivi selezionati direttamente in territorio siriano... Abbandonare lo slogan “pace complessiva” e passare a contenere la Siria, attirando l'attenzione sul suo programma di armi di distruzione di massa e respingendo accordi “pace in cambio di terra” sulle Alture del Golan [...] . Concentrarsi sulla rimozione di Saddam Hussein dal potere in Iraq - un importante obiettivo strategico di per sé - come mezzo per tarpare le ambizioni regionali siriane [...]
Prima di tutto, lo sforzo di Israele per garantire la sicurezza delle sue strade e deiconfini può richiedere l'intervento militare in aree controllate dai Palestinesi, una pratica giustificabile con la quale gli Americani possono simpatizzare [...] . [Torna all’articolo]

Sul "clean Break” vedi anche:

Siria, Iran, Egitto rischiano l’irachizzazione

I piani di pace di LaRouche per il Sud Ovest Asiatico sono riferiti negli altri articoli di questa sezione "Medio Oriente", in particolare:
LaRouche: ripristinare la costituzione dell'Iraq


La dottrina LaRouche per l’Asia Sudoccidentale (nella sezione strategia)