Supernovak e buchi neri
Il prof. Michael Novak è il portabandiera del cattolicesimo neo-conservatore. Vuole sovvertire la Dottrina Sociale della Chiesa con il liberismo. Produce le "pelli dagnello" che i lupi di Wall Street indossano quando vanno a caccia in America Latina e nellEuropa centro-orientale.
Da una ventina danni il teologo e politologo americano Michael Novak propone il suo "capitalismo democratico" come il sistema politico ed economico più compatibile con il cristianesimo e soprattutto con il cattolicesimo. La sua versione di neo-liberismo conservatore trova seguito soprattutto in America Latina, dove Novak viaggia da anni molto di frequente per curare un suo vivaio di giovani neo-liberisti rampanti: i nomi più prestigiosi sono quello di Hernando de Soto, il peruviano che teorizza sulleconomia sommersa, e dellargentino Gustavo Béliz. In Italia è considerato un luminare dagli ambienti di Buttiglione e dalla componente liberista di Forza Italia.
Novak si presentò al mondo cattolico come un acceso avversario della teologia della liberazione, perché di stampo chiaramente marxista, e si dedicò a convincere i cattolici ad accettare il "capitalismo di mercato", una sua versione "in clergyman" del liberismo disumano della Mont Pelerin Society. Lui ed i suoi seguaci sono soprattutto impegnati a fare lesegesi alle encicliche papali per scorgervi ripetuti abbracci alla loro versione di "capitalismo di mercato". Evidentemente ignorano in blocco le ferme e frequenti condanne del papa per i meccanismi perversi del debito e della monopolizzazione con i quali vengono saccheggiati e rovinati i paesi in via di sviluppo.
In un commento allenciclica Centesimus Annus apparso sulla National Review (pubblicazione diretta da William Buckley, ammiratore di Adam Smith) Novak ha scritto: "Nel Concilio Vaticano II Roma ha accettato lidea americana di libertà religiosa, nella Centesimus Annus ha assimilato lidea americana di libertà economica". Sembra unosservazione innocua, ma per libertà economica americana lui non intende il Sistema Americano di Economia Politica che ha fatto degli USA un gigante economico, i cui ultimi esponenti furono F.D. Rooselvelt e Kennedy, ma il contrario: larciliberismo esercitato dalloligarchia britannica attraverso le succursali americane e attraverso il thatcherismo instauratosi soprattutto negli anni di Reagan e Bush. Questo è evidente quando Novak fa propria la distinzione di Max Weber tra "capitalismo patrimoniale" e "capitalismo razionale". Col primo, nellinterpretazione novakiana di Weber, si vuole intendere soprattutto il dirigismo statalista, poi denigrato come capitalismo che risponde alle leve della politica o di unautorità morale, accusato di essere uno strumento di dispotiche volontà partitiche. Il secondo invece sarebbe un capitalismo asettico e algido, un meccanismo dorologio che risponde solo alle leggi della meccanica del mercato: domanda e offerta, meritocrazia, responsabilità ecc., obbedisce solo ad una concreta logica autonoma, spersonalizzata, che si può prestare al bene come al male, ma starebbe lì con la stessa ineludibilità della legge di gravità. La distinzione serve per dire che quei pasticcioni degli statalisti commettono loltraggio di infilare le loro dita dirigistiche nel delicato meccanismo per far segnare allorologio lora che essi vogliono. Guai a chi prova a dire che, invece, è proprio quella "logica asettica" ad essere stata inventata e gestita da unoligarchia finanziaria.
Contro il capitalismo dei padri fondatori Novak si schiera quando afferma: "Il capitalismo inizia quando il diritto allattività personale è protetto e promosso, quando le attività economiche sono liberate dalloppressione dello stato, e quando la causa della ricchezza, la creatività e limmaginazione di ciascun cittadino, può contare sulla libertà a cui ha diritto". ( "This Hemisphere of Liberty, a Philosophy of the Americas"). Suona quasi decente, ma proviamo ad accettare, per assurdo, la proposizione centrale che lo stato dovrebbe essere liquidato perché opprime la produzione: chi dovrebbe garantire la libertà ai cittadini e chi dovrebbe istruire i giovani alla creatività ed allimmaginazione? I grandi monopoli di Wall Street o gli aguzzini delle Maquiladoras? Il dirigismo di Roosevelt, ad esempio, promosse in primo luogo la produzione e quindi la libertà imprenditoriale dei cittadini e listruzione dei giovani. Più che con i veri padri fondatori, sinceramente preoccupati del bene comune, Novak si schiera apertamente con le crudeltà di gente come Andrew Carnegie di cui fa lapologia. Novak ammette che Carnegie sfruttò in maniera disumana gli operai delle sue acciaierie, ma poi, ritiratosi in pensione con 480 milioni di dollari in banca, il coccodrillo "self-made man" ebbe tutto lagio di pentirsi cristianamente, ci assicura Novak.
In quale squadra gioca
Nella sostanza Novak è un propagandista delle teorie di Adam Smith, attrezzatosi per "vendere" nel mondo cattolico tradizionalista, manipolando cinicamente convinzioni e sentimenti con larte dei sofismi.
Verso la metà degli anni Settanta Novak si schierò con lallora emergente movimento "neo-conservatore" sul quale, negli anni successivi, sorse negli USA Project Democray, lapparato a cui si deve la destabilizzazione dei paesi del Terzo Mondo che non erano disposti a "lasciarsi democratizzare" dalla cabala di Bush e Oliver North, e oggi da quella di Brzezinski, Madeleine Albright e Susan Rice.
Dal 1978 Novak opera dallalto dellAmerican Enterprise Institute (AEI), un centro studi di Washington che mette a punto il grosso della propaganda per il liberismo e la privatizzazione negli Stati Uniti.
I datori di lavoro di Novak, i direttori dellAEI, sono alcuni dei bei nomi dellestablishment bancario internazionale. Tra questi: William Butcher, ex direttore della Chase Manhattan Bank, Robert Greenhill, presidente della Morgan Stanley & Co. Walter B. Wriston, ex presidente della Citicorp e George R. Roberts della Kohlberg Kravis & Co.
La lista dei collaboratori di Novak alla AEI e delle loro malefatte sarebbe lunga. Citiamo solo Samuel Huntington, lideologo di Project Democracy. Nel 1975 scrisse, per la Commissione Trilaterale, il trattato "La crisi della democrazia" in cui teorizzava la necessità di limitare la democrazia perché si stava rivelando un ostacolo all imposizione dellausterità feroce richiesta dalla situazione. Più recentemente questo scribacchino di Brzezinski è tornato alla notorietà con un trattato sui "conflitti di razze e religioni" che dovrebbero finire per dominare il mondo attuale. Prevede un ritorno alle crociate con lo scontro tra Cristianesimo e Islam, un conflitto con cui i suoi datori di lavoro si ripromettono di impedire lintegrazione economica del continente eurasiatico.
Novak inoltre è un esponente dellInstitute on Religion and Democracy che è finanziato da molte delle stesse fondazioni che pagano lAEI, tra queste la Smith-Richardson e la Mellon Scaife.
Gli sponsor di Novak nel firmamento conservatore USA sono William Simon, ex segretario del Tesoro USA e pezzo da novanta della Mont Pelerin, e Peter Grace. Nel 1982 questultimo fondò lAmerican Catholic Committee come contropolo a quella che fu giudicata una svolta a sinistra del consiglio episcopale USA. Questo gruppo fece di Novak il proprio portavoce, tanto da essere chiamato il "Novak Club", a cui aderiva tra gli altri anche lex segretario di Stato Alexander Haig. In quel contesto a Novak fu commissionata la teorizzazione di un liberismo allaroma di sacrestia da rifilare ai paesi dellAmerica Latina.
A tale proposito Novak tenne nel 1984 dei seminari privati allAEI in cui si discussero le forme più idonee alla diffusione del verbo liberista in due grandi aree del mondo che stavano andando incontro a trasformazioni rapide e fondamentali e su cui loligarchia finanziaria non voleva assolutamente perdere il controllo: lAmerica Latina e lEuropa orientale. Si tratta di due grandi sfere culturali cattoliche, naturalmente contrarie alle pratiche liberiste di stampo calvinista che implicano usura e sfruttamento.
Come andò? In un intervista pubblicata nel 1989 J. Peter Grace disse che Novak è "una delle persone più in gamba dAmerica". "Tenga presente che Michael Novak è un socialista convertito. Non cè niente di meglio di uno convertitosi dal socialismo. Era stato attivo nel partito, era dentro a tutte quelle cose, ma improvvisamente ha detto Ehi!, amici, questa non è la strada giusta. Ha scritto uno degli articoli migliori sulla teologia della liberazione ..."
Il paladino delle "strutture di peccato"
Se si prescinde dalla retorica cattolica diligentemente appresa negli anni del seminario, le teorie di Novak sono una mistura di Aristotele e Adam Smith. A questultimo riconosce grande ispirazione filosofica ed economica.
Come Aristotele e Adam Smith, Novak nega esplicitamente la possibilità di costituire un sistema politico ed economico esplicitamente fondato sul bene, sulla ricerca del bene comune. Uneconomia cristiana, secondo Novak, non è possibile e con essa non è quindi possibile una società veramente cristiana. "Nessun ordine umano intelligente ... può essere gestito secondo i consigli del cristianesimo ... Uneconomia basata sulle coscienze di alcuni offenderebbe le coscienze degli altri. Uneconomia libera non può ... essere uneconomia cristiana. Cercare di gestire uneconomia secondo i più alti principi cristiani significa certamente distruggere sia leconomia che la reputazione del Cristianesimo" (M. Novak, Lo spirito del capitalismo democratico, 1982).
"Se si vuole costruire una repubblica che duri, essa deve essere costruita per i peccatori, perché i peccatori sono la maggioranza, costituiscono virtualmente ununanimità morale", ha detto Novak in un discorso tenuto a Cracovia nel 1994, riprendendo il tema dal suo libro "This Hemisphere of Liberty: A Philosophy of the Americas" del 1990 in cui dice: "Costruire uneconomia per i santi ovunque sulla terra è inutile. Ce ne sono troppo pochi. La sola possibilità realistica è costruire una economia per i peccatori la sola maggioranza morale".
Sono affermazioni che poggiano su una cosa molto sudicia: un sillogismo aristotelico. Il fatto che siamo tutti peccatori è inteso come riconoscimento del fatto che la natura umana sia cattiva e ce la dobbiamo tenere. In realtà, ammettere i propri limiti dovrebbe essere solo il punto di partenza di un processo di perfezionamento. Dovrebbe essere inteso come il riconoscimento dellignoranza di un bambino al primo giorno di scuola, ovvero linizio di un processo di conoscenza allinsegna dellentusiasmo creativo piuttosto che della colpa. Nonostante le imperfezioni della situazione contingente, la natura umana ha la potenzialità di ricoprire un ruolo creativo nelleconomia delluniverso, e con questo affermarsi come "imago viva Dei". Invece, ammessa linutilità di combattere contro il male, perché esso è qui per restare, Novak afferma, nei fatti, che il Cristianesimo non ha nessuna presa sulle leggi del mondo concreto e dovrebbe limitarsi ad influire sulleconomia "dal di fuori", influenzando le coscienze, come se quelle leggi delleconomia fossero state emanate da un altro "Ente perfettissimo
".
Libertà e liberismo
Laltro sillogismo alla radice di queste teorie parte dallassioma che la dignità umana si fonda in primo luogo sulla libertà dellindividuo considerato in sé. Tutto ciò che limita questa sua libertà va contro i fondamenti del cristianesimo, dicono. Quindi, lo Stato Nazionale, innanzitutto, e legualitarismo di sinistra sono messi tout-court sullo stesso piatto della bilancia come quelle forze che osteggiano o limitano la libertà individuale. In economia questo pone lovvio problema morale: dovè che la libertà delluno finisce per essere loppressione dellaltro? Quando si cerca di mettere a fuoco questa fatidica linea di demarcazione i teo-conservatori alzano la cortina fumogena della "realtà dei mercati" le cui leggi "autonome" non rispondono alla morale cristiana. Quello che conta, nel giochetto di prestigio, è che i cattolici accettino lassioma che la "libertà individuale" sia sacra in sé, e di conseguenza finiscano per accettare che in suo nome siano commessi anche degli abusi, quando i termini dellabuso finiscono risucchiati e legittimizzati dalla spietata oggettività duna sfera economica che fa legge a sé. La situazione è quella di Alice che insegue il coniglio, sinfila nel buco e, "pop", di là cè il paese delle meraviglie: un altro mondo con unaltra logica. Chi crede che nei buchi ci sono altri mondi nutrirà chissà quanta ammirazione per chi anche senza tutta linnocenza di Alice si destreggia agevolmente tra il di quà e il di là, con una sorta di doppia cittadinanza, come fa il prof. Novak, anzi, Supernovak.
Negli ambienti novakiani la definizione di economia è questa: "la scienza economica implica uneconomia, o mercati, che possono essere compresi come la totalità delle strutture, istituzioni, e modi di comportamento che si sviluppano in maniera più o meno non pianificata dallo scambio dei beni e servizi in cui sono impegnati degli individui liberi. Inoltre, gli economisti sono interessati alle questioni della produzione, capitale, distribuzione e consumo". "Le curve della domanda e dellofferta, lutilità marginale ed altri principi economici sono veri indipendentemente dai loro rapporti con i principi morali cristiani. Non cerchiamo la riformulazione delleconomia nellimmagine della teologia morale. Né cerchiamo di ridurre la teologia morale allanalisi di mercato. La disciplina che noi cerchiamo è una sintesi della scienza delleconomia liberista e la scienza della teologia morale fondata su unaltropologia personalista. Desideriamo mantenere la giusta autonomia di ambedue le discipline mentre ricerchiamo di sviluppare una scienza che possa utilizzare appieno le comprensioni di ambedue." (Gregory M.A. Gronbacher dellActon Istitute enfasi aggiunte).
La definizione è insidiosa. Nelleconomia vengono qui distinti due livelli, il libero scambio dei mercati, che viene prima, produzione e consumo che vengono dopo, in posizione subalterna. Se si cerca di mettere in discussione i due livelli, allora i neo-liberisti lanciano accuse di neo-keynesianismo, ovvero di voler mettere avanti consumo e produzione e di relegare in secondo piano il mercato. Così si scivola nellabusato scenario di "destra" e "sinistra".
Lerrore di tutte due le posizioni sta nel fatto che si accampano leggi aprioristiche che non presuppongono un "perché" cè uneconomia, che dovrebbe essere invece il punto di partenza di un approccio effettivamente scientifico. È lidea dello "scopo" che favorisce lincontro tra scienza e religione, mentre nella definizione di Grombacher è evidente che si sta questuando solo una "giustificazione" dellautonomia del liberismo presso lalta autorità della teologia morale.
Questidea di "scopo" è così introdotta da Lyndon LaRouche nella prefazione del suo libro "La scienza delleconomia cristiana": "Come vedremo in seguito, lEconomia Fisica è la scienza del cambiamento riuscito. Studia come lesistenza nel tempo di una società si fonda sul successo nel generare, trasmettere e assimilare efficientemente dei progressi scientifici fondamentali. Il progresso effettivo viene misurato dal tasso di crescita della densità demografica relativa della società considerata nel suo complesso. Questo costituisce una misurazione empirica sia della giustezza del modo in cui la società cambia il modo di ragionare, che, di conseguenza, della giustezza del principio di cambiamento adottato a tale scopo".
Dalla teoria alla pratica
Negli anni del Concilio Vaticano II Novak prese le distanze dagli insegnamenti della chiesa, soprattutto in materia di contraccezione. Sin dallinizio questa polemica, allora diffusa, fu una manovra politicamente mirante a contrastare la politica della Chiesa a favore dello sviluppo demografico. Negli ambienti cattolici erano evidenti le difficoltà a riconciliare lingiunzione divina "crescete e moltiplicatevi" con quelle che passavano per leggi delleconomia, e ci si limitava ad esortare i cristiani a restare sulla retta via con i precetti.
Lallineamento di Novak con le teorie malthusiane è enunciato in "Lo spirito del Capitalismo Democratico", opera in cui afferma tra laltro che la povertà dellAmerica Latina, rispetto alla ricchezza degli Stati Uniti, sarebbe dovuta alleccesso di natalità in quei paesi cattolici.
"Nel calcolare il reddito medio procapite, laspetto demografico è importante per tre ragioni. Primo, ogni nuovo nato riduce il reddito procapite medio. Secondo, mentre aumentano le schiere di quelli al di sotto dei 18 anni, in proporzione diminuisce il numero dei lavoratori produttivi. Terzo, il rapido aumento della popolazione significa che molti genitori hanno optato per una famiglia numerosa per vari motivi. È una scelta ammirevole. Però, in certi e non in tutti i casi, comporta dei costi economici. Chi fa questa scelta non può poi accusare altri per le sue conseguenze. Dal 1940 la popolazione degli Stati Uniti è cresciuta di 90 milioni, quella dellAmerica Latina di 210 milioni". Evidentemente tra la legge divina del "crescete e moltiplicatevi" e quella terrena dei "costi" Novak ci vede troppa ruggine.
A questo proposito è opportuno ricorda come nel 1994, in vista della conferenza sulla popolazione che nel settembre di quellanno lONU tenne al Cairo, linternazionale malthusiana dette battaglia aperta per ottenere che in quella sede si approvasse un sistema di "quote di natalità" che ciascun paese sarebbe stato tenuto a rispettare. Giovanni Paolo II allora simpegnò molto personalmente contro quella che sarebbe stata una vera e propria usurpazione della legge naturale da parte dei burocrati dellONU e a lui si affiancarono diverse autorità islamiche e il movimento di Lyndon LaRouche che tra laltro diffuse una chiara confutazione delle teorie neo-manthusiane sul "problema demografico", spiegando che la crescita demografica non è un handicap economico, ma è piuttosto un potenziale umano che rappresenta la prima misura delle prospettive di sviluppo di uneconomia, quando questa è libera dalle catene del monetarismo. Una parte del mondo cattolico, soprattutto americano, reagì molto tiepidamente e in tanti casi anche con ostilità allautorevole presa di posizione personale del Papa. Non sarà stato tutto merito di Novak, ma quelle diserzioni in campo cattolico permisero a lui ed ai suoi boss di misurare lo spazio di manovra.
Laffermazione di Novak sul danno arrecato dai nuovi nati ad uneconomia è confutata, ad esempio, dallattuale situazione in Italia: il problema reale della piramide demografica oggi è lesatto contrario di quello prospettato da Novak. Il problema è costituito dalla percentuale eccessiva degli anziani rispetto al totale della forza lavoro, e soprattutto rispetto alla forza lavoro che è produttivamente impiegata. Questo è colpa di quel dogma malthusiano, predicato da Novak, che ha imposto la riduzione della natalità in epoca post-sessantottina. In secondo luogo, sullimmediato, il problema dei giovani non sta nel loro numero, ma dallimpossibilità di inserimento nel mondo produttivo come conseguenza di una fallimentare gestione monetarista delleconomia mondiale, quella gestione che Novak subdolamente difende quando dice: "Chi fa questa scelta non può poi accusare altri per le sue conseguenze".
Uneconomia per i peccatori
Quando parla di una economia adeguata ai peccatori Novak si riferisce ai suoi datori di lavoro, Walter Wriston e Peter Grace, e a quelli della stessa cerchia oligarchica. Non si riferisce invece a Clinton, per il quale intonò un solenne "Dies Irae" in occasione dellaffare Lewinsky.
Novak non solleva mai il problema del ruolo che il FMI svolge nel settore in via di sviluppo, il problema del debito e, quando proprio vi è costretto, Novak prospetta le stesse "soluzioni" richieste dal cartello dei creditori, in barba agli appelli del Vaticano e del Papa per alleviare lo sfruttamento che il meccanismo del debito impone a intere popolazioni.
In una conferenza del 1989, ad esempio, dribblò una domanda sul debito dellAmerica Latina rispondendo che "ben più grave della crisi del debito è lenorme fuga di capitali, dei profitti raccolti dai latinoamericani e investiti allestero". Passando poi alle soluzioni propone le stesse misure neo-colonialistiche richieste dalloligarchia anglo-americana: onorare i debiti cedendo i diritti sovrani sui patrimoni naturali, così come propone Henry Kissinger dagli anni Settanta, e poi "la ristrutturazione dei sistemi economici dellAmerica Latina" attraverso "lapertura allattivismo economico degli informali (leggi economia sommersa Ndr)."
Novak propone ripetutamente che le economie, soprattutto dellAmerica Latina, debbano sbarazzarsi di ciò che rimane del "mercantilismo" e dello "statismo", termini denigratori con cui si vuole intendere il sano dirigismo, per sostituirli con il laissez-faire dell"economia underground", il sommerso senza regole di sorta che, secondo lui, avrebbe la virtù di "promuovere la gente dal basso" (a proposito di bassezze si calcolino in questa "promozione" le schiere di giovani che la "libera impresa informale" ha inquadrato nello sfruttamento minorile, nel traffico di droga e nella prostituzione di massa sia nellEst Europa che in America Latina).
In una conferenza tenuta a Bogotà nel 1989 Novak escluse categoricamente la prospettiva di costruire "grandi stabilimenti manifatturieri" in America Latina dicendo che "la chiave dello sviluppo ... sta solo nella crescita più rapida possibile del settore del piccolo commercio. ... Limpresa inizia dal basso e va verso lalto". Questo capitalismo della miseria è anche la bandiera dellIstitute on Religion and Democracy che fa riferimento a Novak. Il portavoce dellIRD Larry Adams afferma che il suo istituto promuove "lo sviluppo sostenibile" uneufemismo della "crescita zero" e le "micro-imprese" come soluzione di problemi economici dellAmerica Latina e dellEuropa orientale. Adams ha detto che lIRD ha svolto una serie di campagne per indurre le organizzazioni cattoliche che raccolgono fondi per lAmerica Latina e per lEuropa orientale a rinunciare al finanziamento di "grandi progetti infrastrutturali per finanziare invece quelle che noi chiamiamo le micro-imprese". Le micro imprese sono i negozietti dei fiorai, il tassista proprietario della sua auto, ecc. Così, dice, leconomia è "giusta", perché la proprietà diffusa rappresenta una tendenza anti-monopolista. È difficile capire come le micro-imprese possano costruire acquedotti per lirrigazione e luso domestico, ferrovie e autostrade, le centrali elettriche e tutto ciò che serve come base indispensabile per le attività di una sana imprenditoria agro-industriale, tanto nei paesi avanzati, ma soprattutto in quelli in via di sviluppo o di ricostruzione. Certo è che i monopoli, soprattutto bancari e finanziari, si arricchirebbero proprio sulle "micro-imprese" che per loro natura sono isolate e indifese.
"Micro-impresa" e "sommerso" per i neo-conservatori diventano addirittura il modello che vorrebbero imporre al più universale dei valori cristiani: "lagape come qualità di interazione umana è possibile solo tra persone o gruppi molto ristretti. Il carattere dei rapporti dei gruppi più grandi può solo raramente essere descritto dalla mutualità ma è più verosimilmente un equilibrio delle forze", scrive Robert Benne collega di Novak nella direzione dellInstitute on Religion and Democracy nel suo "The Ethic of Democratic Capitalism". Siamo insomma ad un cristianesimo carbonaro che sarrabatta tra le pieghe degli equilibri metternichiani. Di nuovo la dicotomia delle "due divinità", o di "un dentro e un fuori" che ha una lunga storia.
Quando si parla di peoples capitalism, di progetti di sviluppo delle comunità si cerca soltanto di manipolare delle esigenze reali. Resta il fatto che la realtà non si determina nelleconomia di quartiere, ma è determinata dalla globalizzazione schiacciasassi. Le teorie novakiane sollevano il problema delle comunità locali solo per rivendicare la loro autonomia da quello stato nazionale che è invece lunica istituzione con le carte in regola per difendere le piccole attività dalla globalizzazione liberista.
Secondo Novak "la giustizia sociale è, essenzialmente, lazione del libero associazionismo". Cioè gli individui sovrani hanno il diritto di coalizzarsi essenzialmente contro eventuali soprusi e storture dellapparato burocratico dello stato. "Pertanto la giustizia sociale non prevede necessariamente il rafforzamento della presenza statale, ma, piuttosto, lo sviluppo della società civile". Giustizia sociale, associativismo e società civile sono tutti "eteri" postulati per riempire il vuoto creato dallabolizione del concetto di Stato Nazionale, presentato come limitatore e non come promotore della libertà individuale.
Adam Smith
Per promuovere le tesi di Michael Novak, esposte nel libro "This Hemisphere of Liberty, a Philosophy of the Americas", a cui abbiamo sin ora accennato, la società Mont Pelerin ha organizzato allinizio del 1996 unimportante conferenza a Cancún in Messico, in cui Novak è stato lattrazione principale in qualità di leader della fazione cattolica della Mont Pelerin.
La Mont Pelerin è unorganizzazione internazionale arciliberista e controlla tutta una pletora di altre organizzazioni liberal-conservatrici soprattutto in America. Il santo protettore comune della galassia conservatrice è Adam Smith per il quale Novak si profonde in riverenze. "Smith merita davvero di essere definito il padre dellidea di sviluppo delleconomia internazionale", dice Novak, e consiglia ai paesi in via di sviluppo di sottoporre le loro economie ai suoi dogmi, come fece ufficialmente nel marzo 1981 in veste di emissario dellamministrazione Reagan presso la Commissione sui diritti umani dellONU.
Le lodi per Adam Smith abbondano in ogni opera importante di Novak, che lo presenta come lispiratore dei Padri Fondatori degli Stati Uniti e la molla della prosperità economica degli Stati Uniti.
Questa è una delle menzogne più spudorate spacciate da Novak. Adam Smith era un agente pagato, un dipendente della Compagnia delle Indie Orientali britannica. I Padri Fondatori combatterono la Rivoluzione Americana proprio contro limperialismo britannico che aveva issato la bandiera del libero mercato di Adam Smith (vedi nota 1). Inoltre gli Stati Uniti sono diventati una potenza economica non prestando ascolto a Smith, ma attraverso politiche dirigistiche, soprattutto quella della Banca Nazionale di Alexander Hamilton. In questo dirigismo invece Novak addita la radice di ogni rovina economica quando si rivolge ai pii credenti dei paesi in via di sviluppo.
Quella di Adam Smith è una teoria che nega esattamente ciò che il cristianesimo intende elevare ed esaltare nelluomo, la capacità di amare concretamente il prossimo e il creato come espressione di amore verso Dio. Nel trattato " Teoria dei sentimenti morali", scritto nel 1759, Smith dice:
"Lamministrazione del grande sistema delluniverso ... la cura per la felicità universale di tutti gli esseri razionali e sensibili, è un compito di Dio e non delluomo ... Fame, sete, la passione che unisce i due sessi, la ricerca del piacere e la paura del dolore ci spingono a ricorrere a quei mezzi che sono fine a se stessi, senza preoccuparci di come essi tendono a quei fini benefici che tramite essi il grande Direttore della natura si riserva di produrre."
Questa tesi è ripresa da Novak in "Free Persons and the Common Good" del 1989, in cui sostiene che, data la complessità del mondo in cui oggi viviamo, è impossibile sapere quale possa essere davvero il bene comune, pertanto la soluzione è pensare a curare gli affari propri e in qualche modo questo sarà di beneficio a tutti.
Data la negazione a priori di una intelligibilità dei rapporti tra luomo, Dio e luniverso, da questa "morale" deriva una "scuola economica" che non può aver niente a che fare con la scienza delle leggi delluniverso e della sfera umana. Al posto di leggi universali che debbono essere scoperte facendo leva su una capacità creativa umana, che a sua volta dipende da una crescita delleconomia, il mondo di Smith è fatto di "mercati" sui quali una "mano invisibile" fa le sommatorie degli "appetiti e repulsioni", in quella che è una lettura asettica della legge della giungla.
Novak ovviamente non si schiera per la legge della giungla, propone i check and balances, controlli e bilanciamenti che dovrebbero essere esercitati appunto dalletica cristiana, dalle garanzie costituzionali ecc. su quella che è la logica disumana del modello imperialista britannico, mascherato da capitalismo. Tentare di frenare gli istinti scatenati dalle "leggi di mercato" sarebbe quindi lunica possibilità fallita in partenza che il cristianesimo avrebbe di intervenire nella realtà economica. Sembra che Novak voglia raccontare come si inducono iene, coccodrilli, tigri e boa constrictor a fare i bravi in salotto.
La Mont Pelerin
Questo raggruppamento dei seguaci più fanatici di Adam Smith inizialmente era quasi una setta segreta. Fu formalmente fondata nel 1947 da 38 economisti riunitisi a Mont Pelerin in Svizzera sotto la direzione dalleconomista della scuola austriaca Friedrich von Hayeck di cui Novak è un ammiratore. (Vedi scheda sulla scuola viennese).
Lo scopo della Mont Pelerin era quello di cercare di eliminare quei metodi di economia dirigistica grazie ai quali il Presidente Franklin D. Rooselvelt, scomparso da appena due anni, era riuscito a sconfiggere il nazismo e portare gli USA ed il resto del mondo fuori dalla depressione. Gli slogan usati erano "neo-liberalismo", e "neo-conservatorismo", che a metà degli anni Novanta matureranno nella Rivoluzione Conservatrice.
Molti dei primi aderenti alla Mont Pelerin Society erano contemporaneamente membri della Unione Pan-Europea, unassociazione di oligarchi fondata negli anni Venti dal conte Richard Coudenhove-Kalergi che si riproponeva di costituire una "Europa delle regioni", una confederazione feudalista di piccole enclavi etniche, che avrebbe dovuto soppiantare lEuropa degli Stati Nazionali.
La Mont Pelerin propone le forme più darwiniste di liberismo: dalla libertà di spaccio degli stupefacenti ad ogni altro traffico illecito, al lavoro schiavistico. Il tutto sotto la bandiera del Laissez-faire.
La proliferazione delle tante associazioni esentasse della Mont Pelerin a cui si deve la propaganda della Rivoluzione Conservatrice è dovuta soprattutto allattivismo di un inglese, Antony Fisher, leaureato a Eton e Cambridge. Fu cooptato nella Mont Pelerin nel 1954 e ne fondò la prima succursale a Londra nel 1955, sotto il nome di Institute of Economic Affairs (IEA). Nellimpresa lo aiutarono von Hayek, che allora si trovava a Chicago, e Ralph Harris, uno dei leader della Società di Eugenetica Britannica, fautrice delle stesse teorie che portarono alle leggi razziali di Adolf Hitler.
Quando ottenne lincarico di Primo ministro nel 1979, Margaret Thatcher manifestò tutta la sua gratitudine allapparato dellIEA nominando Antony Fisher lord a vita e conferì unonorificenza cavalleresca a Ralph Harris. Tra le operazioni più riuscite di Fisher si annovera la rimessa a nuovo della Heritage Foundation, dopo averla condotta nellorbita della Mont Pelerin. La Heritage ebbe un ruolo fondamentale nellelezione di Ronald Reagan alla presidenza nel 1980. Per loccasione, al timone della Heritage si piazzarono due britannici, sir Keith Joseph, hayekiano, e Stuart Butler, della Società Fabiana.
Con lesplicito sostegno di von Hayek, di Milton Friedman e della Thatcher, Fisher avviò una strategia della IEA tesa a cancellare limmagine "estremista" del liberismo per farne la "nuova ortodossia". Oggi sono 108 i centri studi affiliati alla IEA diffusi un po in tutto il mondo. Citiamo solo il Cato Institute, che si atteggia a moralizzatore delleconomia. Il 5 ottobre 1999, nel suo Friedrich von Hayek Auditorium di Washington, il Cato ha tenuto una conferenza per la liberalizzazione della droga. Non ha proposto solo la depenalizzazione delle droghe cosiddette leggere, ma anche di LSD, cocaina, eroina e anfetamine, perché ogni limitazione a qualsiasi tipo di traffico va contro la "libertà dei mercati" e quindi degli individui. Con simili argomenti la regina Vittoria mandò le sue cannoniere a combattere la Guerra dellOppio contro la Cina nella metà del XIX secolo. Nel 1992 Michael Novak ha ottenuto il "Premio Anthony Fisher per lo spirito del capitalismo democratico".
Sporco profondo
La teorizzazione delleconomia "informale", il sommerso, è opera del conte Max von Thurn und Taxis, tesoriere della Mont Pelerin, che trattò questo tema nel convegno che la Mont Pelerin tenne in Texas nel 1980: "Che cosa dobbiamo intendere per economia sommersa? Il nome suggerisce attività criminali come il traffico dei narcotici, gioco dazzardo, estorsioni e rapine. Queste attività fanno certamente parte delleconomia sommersa", e cosa dire delle transazioni finanziarie non registrate, la speculazione rampante, fuori da ogni controllo?: "Queste transazioni sono state chiamate libere non soltanto perché sono esentasse, ma sono anche libere dalle regole e restrizioni dei governi e di tutte le prassi burocratiche necessarie". Questa è la libera impresa nella sua forma pura, dice il titolato mitteleuropeo. Secondo le sue stime essa ammonterebbe al 7,5% in Inghilterra, si aggirerebbe tra il 5 ed il 25% negli USA e tra il 10 ed il 30% in Italia, dove il massimo esperto delleconomia sommersa è uno dei due soli aderenti italiani alla Mont Pelerin, lex ministro Antonio Martino, laltro è leconomista Sergio Ricossa.
Illustrando i vantaggi del sommerso von Thurn scrive: "Un pool flessibile di forza lavoro può essere usato o meno, a seconda delle esigenze delle attività, indisturbate dalle leggi che proteggono i lavoratori", "salari e condizioni di lavoro ... che vengono liberamente negoziate", la mancanza di regolamentazione è tale per cui "chi ha un lavoro regolare trova nel sommerso gli incentivi per attività che sarebbero altrimenti frustrate dalle tasse". Per far sentire bene tutti questi vantaggi, von Thurn raccomanda che si aboliscano o riducano i salari minimi, consentire o aumentare il lavoro giovanile: "I salari minimi ai livelli attuali in molti paesi rendono difficile se non impossibile occupare i giovani impreparati nelleconomia di superficie. Non hanno altra alternativa oltre alloffrire i loro servizi nel sommerso".
Listituzionalizzazione delleconomia nera in Russia è stato il compito più importante al quale la Mont Pelerin si è dedicata dopo il 1992. I parlamentari americani della Rivoluzione Conservatrice capeggiati da Newt Gingrich, che furono eletti in massa nel 1996, dicevano ai colleghi russi di non preoccuparsi, il boom della criminalità a cui essi stavano assistendo nel loro paese rappresentava soltanto un fenomeno secondario della fase di crescita, essa viene attraversata da qualsiasi economia "liberista". Un personaggio come Edward Luttwak, del centro di Georgetown per gli Studi Strategici e Internazionali è tanto entusiasta di questa politica del sommerso in Russia, da arrivare a proporre il Nobel per i fautori del modello russo.
Allinizio del 1996 lord Harris of High Cross, il luminare della Mont Pelerin che dirige la succursale inglese dellIEA e accanito fautore della droga libera in Inghilterra, si esibì in lodi sperticate per un gruppo di mafiosi russi, il raggruppamento attorno a Gaidar, che lui aveva personalmente coltivato nei suoi uffici dellIEA a Londra. Tra i suoi rampolli spiccava anche Igor Kagalowsky, il funzionario del FMI a Mosca famoso per gestire le enormi transazioni illecite effettuate dalla mafia russa attraverso la Bank of New York.
Odore di satanismo
Sul sito di Forza Italia, Flavio Felice spiega che Novak "fa propria la dottrina del libero mercato nella versione di uno dei suoi maggiori teorici, von Hayek, il quale ha sottolineato la vicinanza delle sue posizioni alla tradizione del pensiero occidentale ed in particolar modo a quella cattolica".
Si tratta di un "vicinato" un pochino importuno dato che il 23 marzo 1966 Friedrich von Hayek tenne una conferenza alla British Academy sullopera di Bernard Mandeville (1670-1733), un satanista nel quale il fondatore della Mont Pelerin ravvisò il "master mind" che inventò la psicologia moderna. Secondo von Hayek, il pensiero di Mandeville è allorigine dellopera di Adam Smith, David Hume, Charles Darwin, Jeremy Bentham ed altri. Sempre secondo von Hayek, fu proprio Mandeville ad ispirare la dottrina del libero mercato di Adam Smith. Chi è questo personaggio allorigine di quasi tutta la più nota produzione intellettuale anglosassone?
La conferenza di Von Hayek si rifaceva essenzialmente alla biografia di Mandeville scritta da F.B. Kaye che dal 1924 appare in ogni edizione de "La favola delle api, ossia, vizi privati, pubblici vantaggi", una composizione in rime sciolte che portò alla notorietà questo medico anglo-olandese. (vedi nota 2)
Lopera di Kaye, la sua tesi di laurea presentata a Yale nel 1917, dimostra approfonditamente come oltre ad essere lautore del "sistema etico", sviluppato da Adam Smith nella sua "Teoria dei sentimenti morali", a cui sopra si è fatto riferimento, Mandeville è anche il precursore delle "teorie" economiche sviluppate da Smith ne "La ricchezza delle nazioni". Kaye illustra inoltre in maniera molto convincente come Mandeville abbia avuto un peso decisivo anche nella nascita dellIlluminismo.
La tesi di fondo dellopera più nota di Mandeville, "La favola delle api", è che alla fonte del benessere e del progresso ci sono soltanto legoismo e le passioni, come dirà più compostamente anche Smith, mentre le virtù e laltruismo non esistono, sono finzioni ipocrite che soffocano ogni stimolo al progresso. Qui lassioma di partenza, che luomo è per sua natura malvagio, è enunciato senza troppe cerimonie con un ghigno satanico.
In un trattatello successivo, "Inchiesta sulle origini dei valori morali", si legge: "Una delle ragioni principali per cui così poca gente capisce se stessa è che la maggior parte degli scrittori insegna agli uomini ciò che essi debbono essere, e quasi mai si curano di dir loro quello che davvero sono ... Io credo che luomo ... sia un miscuglio di varie passioni che tutte assieme, quando sono provocate, lo governano di volta in volta, che egli lo desideri o meno. Mostrare come queste qualificazioni, di cui tutti noi pretendiamo di vergognarci, sono le grandi basi di una società fiorente, è stato largomento della poesia di cui sopra".
"Tutti gli animali senza istruzione sono solo solleciti a compiacere se stessi, e naturalmente seguono le migliori delle proprie inclinazioni, senza considerazione per il bene o il male che il proprio compiacimento può causare ad altri". Questa è la filosofia di fondo di tutti i ciarlatani della Compagnia delle Indie Orientali britannica: Hume, Bentham, Smith ed altri.
Mandeville arriva a ridefinire i peccati capitali come semplici "appetiti" che tutto muovono, e con essi ridefinisce le rispettive virtù:
A grandi sciami si accalcavano attorno al fecondo alveare,...
A milioni singegnavano per provvedere a vanità e passioni vicendevoli...
Così ogni parte era ripiena di Vizio, e nonostante ciò il tutto intero era un paradiso,
Adulati nella pace e temuti nella guerra
Erano stimatissimi dagli stranieri ...
Tali erano le benedizioni di quello stato;
I loro crimini cospiravano per fare la loro grandezza
E la Virtù, che dalla politica aveva appreso i mille infidi trucchi,
Fece, grazie alla loro felice influenza, amicizia con il Vizio: e da allora
Il peggio di tutta la moltitudine
Ha fatto qualcosa per il bene comune.
Mandeville dichiara che lonestà e la virtù debbono essere aborrite, perché altrimenti la società (leggi oligarchia) rischia la distruzione. Rischia la rovina economica perché la fonte di ogni ricchezza è il furto. Il profitto deriva solo dalla ruffianeria e dallestorsione, e può aumentare solo aumentando la degradazione umana.
"La ricchezza più sicura consiste in una moltitudine di lavoratori poveri ... Per rendere la società felice e la gente tranquilla nelle circostanze più difficili, occorre che la maggior parte di essa sia ignorante e povera ...
"Recarsi a scuola piuttosto che a lavorare è indolenza, e più a lungo i ragazzi continuano una vita così facile meno saranno capaci del lavoro duro, sia per la forza che per linclinazione. Le persone che debbono lavorare fino alla fine dei giorni loro nella stanchezza e nel dolore, prima vi sono sottoposti e più docilmente vi si sottometteranno per sempre".
Resta da chiedersi se tra leconomia di Mandeville e quella dei "peccatori" e delle miserevoli "micro-imprese" proposta da Novak, ci sia una differenza che vada oltre i soavi luoghi comuni del perbenismo di quest'ultimo.
NOTE
1. Nella sua opera La ricchezza delle nazioni, a proposito delle colonie inglesi che diventeranno Stati Uniti, Adam Smith scrive:
"La causa principale del progresso delle nostre colonie americane ... è che tutti i loro capitali sono stati investiti nellagricoltura. Non hanno manifatture ... Lesportazione e il commercio costiero sono condotti in massima parte con il capitale di mercanti residenti in Gran Bretagna. Anche i magazzini e i negozi ... appartengono in molti casi a residenti in madrepatria ... Se gli Americani con ogni tipo di combinazione e violenza sospendessero limportazione di manufatti europei, e costituissero un monopolio per i loro concittadini capaci di produrre quei beni, divergendo una buona parte del loro capitale a tale scopo, essi ritarderebbero piuttosto che accelerare laumento del valore del loro prodotto annuo, e ostacolerebbero invece di promuovere il progresso del loro paese verso la vera ricchezza e grandezza...".
Proprio questa fu la battaglia decisiva vinta dai Padri Fondatori che hanno fatto degli USA la prima potenza industriale del mondo.
2. Trasferitosi a Londra dallOlanda nel 1791 Bernard Mandeville diventò ben presto uno dei fondatori di un culto satanico noto come Hell Fire Clubs. Nel British Museum sono conservate le prove del fatto che Mandeville era un protetto di sir Hans Sloane, medico di corte, e del conte di Macclesfield, lord Cancelliere. Ci sono anche le prove del fatto che era un grande azionista della South Sea Company, la più grande truffa speculativa del XVIII secolo.
La South Sea Company fu unimpresa costituita nel 1711 affinché assorbisse parte del debito pubblico inglese non garantito e lo garantisse con le prospettive dei profitti dei traffici inglesi con le colonie spagnole, nelle Indie occidentali e nel Sud America. Sotto la direzione di John Blunt la South Sea Company cominciò ad emettere obbligazioni a tutto spiano, tanto che nel giro di un decennio aveva quintuplicato il debito pubblico che possedeva, raggiungendo i 50 milioni di sterline. Quando si diffuse la voce che la compagnia arrotondava gli incassi con la tratta degli schiavi, nuove orde di speculatori si precipitarono ad acquistarne i titoli le cui quotazioni passarono dalle 128 alle 1100 sterline tra il gennaio e lagosto 1720. La tecnica speculativa comprendeva la creazione di nuove compagnie che non avevano alcuna base per creare ricchezza, ma servivano ad alimentare la frenesia degli investitori.
La bolla speculativa scoppiò il 18 agosto 1720 e la chiusura avvenne a settembre. Grandi fortune furono cancellate di colpo e lInghilterra piombò insieme alle sue colonie in una recessione, mentre gli architetti della bolla sopravvissero e riuscirono ad assicurarsi il controllo delle finanze nazionali capeggiati dal Primo Ministro Robert Walpole, del quale il Mandeville espone il vero modo di pensare. Questo raggruppamento di potere è anche noto agli storici come "Venetian Party".