ECONOMIA

Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

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    Sport & Paganità

    Nel 1975 Michael Novak pubblicò un libro intitolato The Joy of Sports, (ripubblicato nel 1993) dove spiega che con l’avvento della televisione in America, lo sport era diventato un fenomeno di massa equivalente ad una religione civile o secolare che domina i popoli. Riportiamo qualche citazione:

    "Studiando le religioni civili, i nostri pensatori hanno troppo trascurato lo sport ... Lo sport è una lingua universale che unisce la nostra nazione, specialmente i suoi uomini. Non tutti i nostri cittadini hanno il dono della fede. Ma anche così la religione è molto estesa, lasciando ampio spazio alle diverse interpretazioni ed al mutuo dissenso. I nostri sport sono delle liturgie, ma non hanno professioni di fede dogmatiche. Non c’è una lunga lista di dottrine da recitare. Noi portiamo gli appetiti del nostro spirito, e molti di essi, non tutti, sono soddisfatti – soddisfatti dalla bellezza, l’eccellenza e la grazia che poche altre istituzioni possono offrire. I nostri sport debbono essere riformati – Ecclesia semper reformanda. ...

    "Le istituzioni dello stato generano una religione civile, e così fanno quelle dello sport. Gli antichi giochi olimpici erano sia festività in onore degli dei sia festività in onore dello stato ... Le cerimonie dello sport combaciano con quelle dello stato da una parte e con quelle delle chiese dall’altra ...

    Novak non si ferma al semplice "simbolismo" nel vedere lo sport come religione ma dice che gli sport "soddisfano i bisogni religiosi" della popolazione, bisogni che le chiese altrimenti non sanno soddisfare e che talvolta neanche intuiscono: "Dico che gli sport trasformano un profondo impulso naturale, che è radicalmente religioso, in un’azione diretta verso l’esterno: un impulso di libertà, di rispetto dei limiti del rito, il gusto del significato simbolico e un’aspirazione alla perfezione...

    "Gli sport assolvono ad una funzione religiosa: appagano un bisogno umano profondo ponendo l’uomo in contatto con certi aspetti della vita del cosmo appena vagamente percepiti, e forniscono un’esperienza di sentimento religioso almeno pagano.

    "Tra i segni della vita contemporanea che indicano Dio, gli sport sono la manifestazione forse più potente ... Gli sport conducono in un senso oscuro e generico di indirizzo verso Dio" [tradotto in corsivo è il termine ‘godward’, coniato dall’autore].

    "Gli sport sono religiosi nel senso che sono istituzioni, discipline e liturgie organizzate: ed ancora nel senso che insegnano le qualità religiose del cuore e dell’anima. In particolare ricreano i simboli del combattimento cosmico in cui la sopravvivenza umana e il coraggio morale non hanno garanzie. In questo senso non sono semplici giochi, diversivi e passatempi ... Perdere simbolizza la morte, e certamente ci si sente quasi morire, ma non è la morte ... Se dai il tuo cuore al rituale i suoi effetti nella vita interiore possono essere enormi".

    Qui è evidente che Novak si rifà a Freud quando parla dei due istinti Eros e Tanatos, dove l’istinto di morte è l’aggressività e la distruttività, due qualità dell’uomo animale che secondo Novak è "gioiosamente" celebrato nello sport. La stessa gioia, si potrebbe osservare, era provata dagli sportivi del Colosseo che facevano il tifo per i leoni che sbranavano i cristiani.

    Novak continua passando a spiegare che il rapporto tra il tifoso fanatico e l’atleta è lo stesso che si instaura tra il fedele ed il sacerdote: "Gli atleti non sono soltanto attori dello spettacolo. Il loro è un ruolo di gran lunga più importante, un ruolo che la gente identifica molto di più con la sacerdotalità. Gli atleti esemplificano qualcosa di significato profondo, sconvolgente... La funzione del sacerdote è l’offerta dei sacrifici. Come nella messa cristiana, nell’atletica il prete è anche la vittima... Talvolta il sacrificio è letterale, ginocchia fracassate ... Altri vivono in lui, di lui, con lui. Lo odiano, lo amano, lo rimproverano, lo glorificano. Ha abbandonato la sua persona per assumere quella liturgica...

    "Essere campioni significa vivere nel ristretto circolo degli dei, degli eletti che liturgicamente esprimono le ansietà dell’umanità e sono sacrificati come vittime rituali. Il contesto dello sport ... è eucaristico".

    "Una religione, innanzitutto, è organizzata e strutturata. La cultura è costruita sul culto".

    Di quale religione poi parli si capisce quando Novak dice: "Sostenere di amare l’umanità è come andare in giro con una grandissima e sottolissima lastra di vetro, verso uno scontro con qualcuno che non puoi evitare".