PROGRAMMA ECONOMICO


LA CRISI IN CUI VERSA il sistema finanziario internazionale, che è di natura sistemica, è entrata nella sua fase terminale. Si presentano pertanto solo due alternative: ricostruire un sistema finanziario nuovo, che consenta di promuovere lo sviluppo dell'economia reale, e cioè una nuova Bretton Woods, oppure lasciare che la bolla speculativa dia vita all'iperinflazione e di conseguenza alla deindustrializzazione, al caos, ai conflitti razziali e alle guerre.

La nuova Bretton Woods mira all'integrazione produttiva intercontinentale. In tale contesto l'Italia è chiamata a svolgere un ruolo di primo piano nel transfer tecnologico dal mondo industrializzato a quello in via di sviluppo, tra Nord e Sud, tra Est ed Ovest, svolgendo un insostituibile ruolo di mediazione tra le rispettive economie e culture.

Nel contesto del Ponte di sviluppo eurasiatico, l'Italia è chiamata ad impegnarsi direttamente in questi proggetti:

lo sviluppo delle nuove Vie della Seta per portare la migliore tecnologia occidentale alle regioni più popolose della terra (vedi oltre);

un Piano Marshall per i Balcani che consenta di risolvere i problemi etnici sulla base dello sviluppo regionale integrato con il resto dell'Europa;

un Piano Oasi di grandi infrastrutture in Medio Oriente, risolvendo il terribile problema della carenza d'acqua applicando le tecnologie di dissalazione alimentate dal nucleare;

aiuti umanitari e sviluppo infrastrutturale e agro-industriale per l'Africa.

Queste prospettive esigono una concezione completamente nuova del potenziamento infrastrutturale e della piena occupazione del nostro paese le cui priorità sono:

Trasporti: levitazione magnetica e alta velocità per le ferrovie, raddoppio delle principali autostrade, ponte sullo stretto di Messina, adeguamento dei principali porti per il transito dell'export europeo verso il settore in via di sviluppo;

Energia nucleare per porre fine alla totale dipendenza energetica del paese e alimentare la ripresa economica generalizzata. Sviluppo di questa tecnologia tenendo presente anche una forte domanda per l'export. L'abbandono del nucleare del nostro paese è stato ottenuto facendo leva sui timori di un presunto “rischio”. Mentre i precedenti standard di sicurezza vigenti nell'Europa occidentale si sono rivelati adeguati, oggi esistono reattori di nuova concezione che sono intrinseca mente sicuri: quelli ad alta temperatura HTR e quelli ad acqua leggera EPR che sono a prova di catastrofe. Occorre preparare, soprattutto nell'ambito della ricerca, la transizione alla Fusione nucleare.

Incoraggiare e promuovere lo spirito imprenditoriale dei ceti medi nelle attività più produttive, a partire dallo sviluppo di macchine utensili che sfruttino i principi più moderni della fisica.

Una nuova Bretton Woods - La bolla speculativa dei mercati finanziari ha raggiunto i 400 mila miliardi di dollari mentre il Prodotto Interno Lordo mondiale ammonta a 41 mila miliardi di dollari. Le operazioni giornaliere sulle monete ammontano a 1800 miliardi di dollari. Di questo totale, meno dell'1% sono operazioni riguardanti il commercio di beni reali.

Tutto questo capitale fittizio accumulato porta ad un crac globale, faticosamente rimandanto negli ultimi anni, ma sempre più inevitabile.

I governi debbono decidere di sottoporre l'intera massa di capitale fittizio ad una procedura fallimentare, e contemporaneamente concordare i termini per finanziare internazionalmente le attività commerciali e produttive che costituiscono l'economia reale. Accordi di questo genere tra le principali nazioni furono presi nel 1944 nella conferenza di Bretton Woods, dove fu costituito un sistema monetario e finanziario che consentì la ricostruzione del dopoguerra, fino a quando quei termini concordati non furono purtroppo abrogati. Il primo di questi accordi riguarda i cambi fissi tra le monete (rivedibili in base ad opportuni negoziati) per consentire il finanziamento a lungo termine del commercio internazionale senza concedere spazio alla speculazione.

L'Italia deve pertanto farsi promotrice di questa iniziativa tra quegli stati che sono disposti a cercare un'alternativa al disastro finanziario.

L'Europa deve rinunciare alle misure di Maastricht che hanno comportato la finanziarizzazione delle economie.

Il sistema bancario degli stati deve essere presieduto da Banche nazionali che abbiano lo scopo primario di estendere il credito a basso tasso d'interesse e a lungo termine a progetti di sicura utilità, come le infrastrutture, l'industria e l'agricoltura, non solo in ciascuno dei paesi europei ma anche in quelli in via di sviluppo. Tra i precedenti storici recenti di questa politica si segnalano l'Istituto di credito per la ricostruzione tedesca (Kreditanstalt für Wiederaufbau) e la Cassa per il Mezzogiorno.

Le infrastrutture di cui ha bisogno un'economia moderna, oltre ai trasporti, l'energia, l'acqua, le infrastrutture urbane e le telecomunicazioni, comprendono anche l'istruzione e la sanità.

Ritorno ai classici – Droga, “nuova violenza” giovanile, brutalità e volgarità dei mass media, crollo della qualità dell'istruzione sono i sintomi più evidenti di una società dominata da una ideologia, quella della “società post-industriale” e del suo corollario della “New Economy”.

Per questo nell'istruzione occorre un ritorno alla cultura classica intesa come capacità di comprendere delle idee vere, quelle idee che storicamente sono all'origine e caratterizzano i progressi più importanti compiuti dall'umanità.

Nella cultura classica rientra soprattutto una concezione classica della fisica e delle sue applicazioni nelle tecnologie produttive. L'istruzione deve essere riformata di modo che gli studenti siano portati a rivivere le principali scoperte del passato individuandone le caratteristiche creative.

In tale ottica occorre rivalutare in primo luogo l'immenso patrimonio culturale italiano, in particolare quello dei padri della lingua italiana, dell'arte, della musica e della scienza rinascimentale.

Un sistema sanitario e pensionistico moderno – La pretesa “esplosione” dei costi sociali, soprattutto quelli della sanità, esiste solo in rapporto alla diminuzione cronica della capacità contributiva media, che a sua volta è conseguenza di disoccupazione, sottoccupazione e occupazione improduttiva. Un programma di piena occupazione produttiva, garantisce l'espansione del gettito fiscale e consente così di coprire tutti i costi sociali, i quali debbono essere considerati un investimento altamente remunerativo nella produttività complessiva della forza lavoro del paese.

Le nuove vie della seta

IL PROGRAMMA DI SVILUPPO principale proposto dal Movimento Solidarietà è quello del Ponte di Sviluppo Euroasiatico. Noto altrimenti come il programma delle Nuove Vie della Seta, il progetto prevede l’infrastrutturazione di tutto il continente eurasiatico, dall’Atlantico al Pacifico.
L’Europa, con i suoi 500 milioni di abitanti, dispone della più alta concentrazione di capacità produttiva del mondo, e di conseguenza anche della capacità massima di esportare alta tecnologia. Quella asiatica è la regione che ha maggiormente bisogno di importare tecnologia per offrire un’esistenza dignitosa e produttiva ai suoi 4 miliardi di abitanti.
Il transfer tecnologico dal cuore produttivo europeo verso i paesi asiatici richiede in primo luogo la costruzione di grandi ferrovie moderne che attraversano la massa continentale, ripercorrendo le storiche vie commerciali della seta, le principali arterie lungo le quali avvenne lo sviluppo delle civiltà antiche.
Oltre all’espansione dei centri abitati esistenti, lungo questi percorsi è prevista la costruzione di nuove grandi città e nuovi insediamenti, a loro volta centri di produzione di beni agro-industriali e di materie prime.
Complessivamente si tratta di una rete infrastrutturale di “corridoi di sviluppo” primari che si estendono per 60 mila chilometri. Lungo queste arterie si determinano fasce di sviluppo territoriale di un’ampiezza di una cinquantina di chilometri per lato, costellate da centri minori, un sistema infrastrutturale ed economico secondario che si sviluppa in rapporto ai traffici primari. Complessivamente il progetto interessa una superficie di 6 milioni di chilometri quadrati, ovvero quasi venti volte il territorio italiano.
Per i principali collegamenti ferroviari tra Atlantico e Pacifico, che coprono distanze di circa 11 mila chilometri, occorre impiegare la tecnologia più moderna, quella della levitazione magnetica, che garantisce velocità di 450 km orari sia per i passeggeri che per le merci. L’energia necessaria a quest’opera continentale può essere fornita prevalentemente dal nucleare, le cui tecnologie più moderne sviluppate in Germania e in Francia garantiscono la sicurezza anche in regioni in cui occorre partire quasi da zero.
All’Europa, così come agli Stati Uniti e alle principali città della scienza russe spetta soprattutto fornire le soluzioni a monte della produzione, nel settore trainante delle macchine utensili, dove si definisce la produttività e l’efficienza delle tecniche di produzione sottostante che a mano a mano verranno gestite dai centri produttivi lungo il percorso del “ponte”. Quello delle macchine utensili è un settore in cui concezioni nuove, e specialmente i nuovi principi della fisica, vengono adottati nelle lavorazioni, nei nuovi materiali ecc.
Fondamentali in tal senso sono programmi di ricerca e sviluppo, come quelli aerospaziali, la cui ricaduta si fa sentire direttamente su questi settori d’avanguardia.